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Veleni e dialogo sul futuro della Siria

La Russia non discute con nessuno del futuro del presidente siriano Bashar al Assad e del possibile sistema politico in Siria. E’ quanto ha detto il portavoce del Cremlino, Dmitry Peskov, smentendo quanto riportato ieri dal quotidiano panarabo Al Hayat (con sede a Londra) di un presunto accordo raggiunto da Mosca con Washington sull’uscita di scena dell’attuale capo di Stato siriano. “Il quotidiano al Hayat ha pubblicato notizie che non corrispondono al vero – ha detto Peskov – la Russia si distingue dagli altri Paesi nel senso che non discute dell’autodeterminazione di Paesi terzi attraverso canali diplomatici nè altri canali”. Secondo quanto riportato da al Hayat, citando una fonte diplomatica del Consiglio di sicurezza dell’Onu, il segretario di Stato americano John Kerry avrebbe già informato diversi alleati arabi di un accordo per consentire ad Assad di riparare in un Paese terzo, precisando però che “la tempistica del trasferimento e il suo contesto politico non sono ancora chiari”.

Nei giorni scorsi, inoltre, il portavoce della Casa Bianca Josh Earnest aveva affermato che un nuovo governo siriano di unità nazionale che ponga fine alla guerra civile non potrà vedere la presenza di Assad. Una risposta di Washington al presidente siriano che, parlando all’agenzia russa Ria Novosti, affermava invece che “sarebbe logico che in questo governo vi fossero forze indipendenti, forze dell’opposizione e forze legate all’attuale governo”. Secondo Assad l’obiettivo del nuovo esecutivo dovrebbe essere quello di “lavorare alla nuova Costituzione per poi sottometterla al voto del popolo siriano” ma fino a quel momento dovrà rimanere in vigore ed essere applicata la Carta vigente.

Nell’intervista il presidente siriano ha anche affermato che la ricostruzione del paese verrà affidata principalmente ad aziende russe, cinesi ed iraniane, provenienti cioè da quei paesi che hanno sostenuto Damasco contro la destabilizzazione e l’insorgenza islamista.
Assad ha anche accusato frontalmente ed esplicitamente alcuni paesi di sostenere il terrorismo jihadista.  “Il terrorismo (…) è sostenuto direttamente dalla Turchia. E’ sostenuto direttamente dalla famiglia reale dell’Arabia Saudita e da un certo numero di stati occidentali, in particolare dalla Francia e dal Regno Unito” ha detto Assad a Sputnik, testata vicina al Cremlino.

Da parte sua, invece, l’opposizione siriana attraverso un suo portavoce ha ribadito la propria assoluta contrarietà a qualsiasi governo di unità nazionale e di transizione che comprenda anche non solo Assad ma anche esponenti dell’attuale regime. “Le risoluzione internazionali parlano…della formazione di un governo di transizione con tutti i poteri, compresi quelli presidenziali” ha affermato il portavoce dell’Alto Comitato per i Negoziati (HNC, coordinamento di forze etero dirette da Damasco e dalle petromonarchie) Asaad al-Zoabi said, aggiungendo che “Assad non dovrebbe restare al suo posto neanche un’ora dopo la formazione” di questo organismo di governo.

La forma del governo che dovrà dirigere il paese sino alle prossime elezioni, che l’Onu prevede entro 18 mesi, è il principale elemento di discordia tra governo e l’opposizione. Nella sua risoluzione 2254 il Consiglio di Sicurezza dell’Onu evoca la creazione di un organo di “governo” che si faccia carico della “transizione politica” ma non entra nei dettagli sulla forma che questo dovrà assumere. Per Damasco questo dovrebbe essere un nuovo governo, allargato a figure dell’opposizione e indipendenti, ma comunque sempre sotto l’autorità dell’attuale presidenza; per l’opposizione, il nuovo governo dovrà invece assumere tutti i pareri, anche quello presidenziale.
Compiendo un ulteriore passo oggi Assad si è detto pronto a indire elezioni presidenziali anticipate in Siria prima della scadenza del suo mandato che si conclude nel 2021 (le ultime elezioni si sono svolte nel 2014 solo nelle zone del paese sotto il controllo del governo). “C’è una volontà popolare di indire elezioni presidenziali anticipate? Se esiste, non ho alcun problema con questa” ha dichiarato Assad all’agenzia di stampa russa RIA Novosti.

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