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Ravenna Festival. Non danzate con l’apartheid israeliano

Un appello per chiedere al Ravenna Festival di cancellare lo spettacolo della compagnia di danza israeliana Batsheva previsto per il 6 luglio.

Per adesioni all’appello: bdsitalia@gmail.com

  • Batsheva Dance Company, finanziata dal governo di Israele, svolge un ruolo di “ambasciatrice culturale” dell’occupazione e dell’apartheid.
  • La partecipazione di Batsheva è in contrasto con la dedica del Festival a Nelson Mandela, difensore dei diritti dei palestinesi.
  • BDS Italia, Campagna Palestinese per il Boicottaggio Accademico e Culturale di Israele, BDS South Africa e Boycott From Within (Israele) hanno scritto al Ravenna Festival per chiedere di ritirare l’invito a Batsheva.
  • Nell’incontro con BDS Italia il Ravenna Festival ha confermato l’intenzione di tenere lo spettacolo di Batsheva.

Come BDS Italia [1] e altre associazioni impegnate per la difesa dei diritti umani e che sostengono il diritto del popolo palestinese alla libertà, alla giustizia e all’uguaglianza, chiediamo al Ravenna Festival di ritirare l’invito alla compagnia di danza israeliana Batsheva, cancellare lo spettacolo in programma per il 6 luglio e di rompere le relazioni con l’Ambasciata di Israele in Italia e le altre istituzioni israeliane non accettando finanziamenti diretti o indiretti.

Batsheva Dance Company si esibisce con il patrocinio dell’Ufficio Culturale dell’Ambasciata israeliana ed è finanziata dai Ministeri israeliani della Cultura e degli Affari Esteri. Batsheva è una figura centrale della campagna di marketing denominata Brand Israel, che ha lo scopo esplicito di presentare Israele come “paese normale” e distogliere l’attenzione dell’opinione pubblica mondiale dalle continue violazioni dei diritti umani e della legalità internazionale da parte del governo israeliano che impone a milioni di palestinesi un regime di occupazione militare e di apartheid e si macchia di delitti contro l’umanità con l’uccisione e il ferimento indiscriminati di migliaia di civili. Il governo israeliano promuove un uso propagandistico della cultura e dell’arte [2] e Batsheva si presta ad un ruolo di ambasciatrice culturale dell’apartheid israeliana.

La partecipazione di Batsheva Dance Company al Ravenna Festival è in contrasto stridente con l’intitolazione del Festival a Nelson Mandela. Mandela, oltreché leader della lotta contro l’apartheid in Sudafrica, non a caso fu anche strenuo sostenitore dei diritti dei Palestinesi: ricordiamo la sua dichiarazione ”la nostra libertà è incompleta senza la libertà dei Palestinesi”. È inaccettabile vedere il nome di Batsheva Dance Company, sponsorizzata da un governo razzista che impone un regime di occupazione e di apartheid a milioni di persone, associato al nome di chi ha combattuto contro razzismo e apartheid in Sudafrica e ha sostenuto i diritti dei palestinesi.

Gli eventi artistici e culturali come il Ravenna Festival sono importanti occasioni per presentare il meglio della musica, della danza e del teatro, ma non ci può essere spazio per un uso propagandistico della cultura e dell’arte. I legami diretti con il governo di Israele rendono impossibile descrivere il ruolo di Batsheva come ‘apolitico’. La collaborazione della Batsheva Dance Company con organismi istituzionali israeliani e l’accettazione di finanziamenti finalizzati a operazioni di propaganda sono oggettivamente un atto di complicità con le politiche di oppressione, discriminazione e occupazione militare che negano i diritti fondamentali alle donne e agli uomini palestinesi. Quando gli artisti si rendono complici dell’oppressione di un popolo vanno boicottati.

Ispirate dall’esperienza contro l’apartheid in Sudafrica, oltre 170 organizzazioni della società civile palestinese hanno lanciato nel 2005 il movimento per il Boicottaggio, Disinvestimento e Sanzioni (BDS) verso Israele [3] come mezzo di lotta efficace e nonviolento per sostenere la resistenza del popolo palestinese che rivendica il diritto di vivere in libertà sulla propria terra. In questo ambito, la Campagna Palestinese per il Boicottaggio Accademico e Culturale di Israele (PACBI) [4] fa appello alla comunità internazionale invitandola al boicottaggio di tutti gli operatori culturali che mantengono rapporti istituzionali con il governo israeliano. La campagna di boicottaggio culturale verso Israele, sulla base delle linee guida stabilite dalla PACBI [5], non è contro gli artisti israeliani in quanto tali, ma è rivolta alle istituzioni israeliane e ai meccanismi attraverso cui gli artisti diventano strumenti della propaganda di regime.

L’arcivescovo sudafricano Desmond Tutu, che insieme a Mandela fu tra gli artefici della lotta contro il regime razzista in Sudafrica, rivolgendosi a chi si dichiarava neutrale rispetto al conflitto che contrapponeva la minoranza bianca alla maggioranza nera in quel paese, disse: “Se siete neutrali in situazioni di ingiustizia, avete scelto la parte dell’oppressore”. Oggi Desmond Tutu, convinto sostenitore della Campagna BDS, ribadisce gli stessi argomenti a proposito della situazione in Palestina.

Invitiamo gli organizzatori del Ravenna Festivala non essere neutrali e quindi complici, ma ad assumere pubblicamente la responsabilità politica e intellettuale che compete ad ogni soggetto operante nella sfera della cultura. Ravenna 2

La richiesta di ritirare l’invito alla Batsheva Dance Company è stata già avanzata nelle scorse settimane alla Direzione Artistica del Ravenna Festival con l’invio di lettere da parte di BDS Italia, PACBI, BDS Sudafrica e di attivisti israeliani di Boycott From Within.[6] Tuttavia nel corso di un incontro con una delegazione di BDS Italia i rappresentanti del Ravenna Festival, pur riconoscendo la validità dei nostri argomenti, hanno affermato che non è possibile cancellare lo spettacolo di Batsheva.

Rilanciamo oggi con maggiore forza la nostra richiesta al Ravenna Festival, annunciando che nel caso non trovi una risposta positiva, ci troveremo costretti a mettere in campo iniziative di protesta contro la partecipazione di Batsheva Dance Company al Festival, invitando il pubblico a disertare lo spettacolo del 6 luglio.

Libertà, giustizia e uguaglianza per le/i palestinesi.

BDS Italia
Donne in Nero – Ravenna
Alma Rebelde – Ravenna
Rete Radié Resh – Ravenna
Associazione culturale Ponte Radio – Ravenna
Associazione Humanity Together – Ravenna

Prime adesioni:
Operazione Colomba
Associazione” Salaam ragazzi dell’olivo” – Comitato di Trieste
Unione Sindacale di Base (USB) – Confederazione Nazionale
Centro Studi CESTES-Proteo (USB)
Rete Romana di Solidarietà con il Popolo Palestinese
Donne in Nero – Roma
Donne in Nero – Bologna
Associazione Ya Basta! – Bologna

Note:

[1] BDS Italia è un movimento per il boicottaggio, disinvestimento e sanzioni contro Israele, costituito da associazioni e gruppi in tutta Italia che hanno aderito all’appello della società civile palestinese del 2005 e promuovono campagne e iniziative BDS a livello nazionale e locale  (http://bdsitalia.org/)

[2] Nel 2005 Nissim Ben-Sheetrit del Ministero degli Esteri israeliano ha affermato: “Consideriamo la cultura come uno strumento hasbara (di propaganda) di primo ordine e non facciamo differenza tra propaganda e cultura” (http://www.haaretz.com/misc/article-print-page/about-face-1.170267 )

[3] http://bdsitalia.org/index.php/la-campagna-bds/77-appello-bds

[4] http://pacbi.org/index.php

[5] http://bdsitalia.org/index.php/campagne/bac/1523-linee-guida-bc-luglio-2014

[6] Lettera BDS Italia http://bdsitalia.org/index.php/comunicati-bac/2064-bdsitalia-ravenna
Lettera PACBI http://bdsitalia.org/index.php/comunicati-bac/2068-ravenna-pacbi
Lettera BDS Sudafrica http://bdsitalia.org/index.php/comunicati-bac/2066-ravenna-sudafrica
Lettera BFW http://bdsitalia.org/index.php/comunicati-bac/2067-ravenna-bfw

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1 Commento


  • Fabio Betti

    Aderisco all’appello perchè la danza dell’oppressione non vada in scena.
    Fabio Betti

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