L'onda lunga del rifiuto dell'establishment sta per abbattersi anche sulla scadenza referendaria italiana? A leggere i sondaggi più recenti sembrerebbe di sì.
L’Istituto Ixè ha reso note stamattina le sue ultime rilevazioni, in cui sale innazitutto l'affluenza prevista: se si votasse ora andrebbe alle urne il 61% degli elettori (una settimana fa erano soltanto il 58).
Ma il dato più interessante è ovviamente il diveario tra i “sì” e i “NO” alla controriforma costituzionale. Nonostante i sondaggisti siano – come ovunque, nel mondo – molto “filogivernativi”, lo scarto rilevato va aumentando. Per Ixè è ora arrivato a tre punti percentuali (40% contro il 37) a favore del NO. Soltanto una settimana fa erano invece praticamente alla pari (39 contro 38).
Come ci hanno insegnato le esperienze internazioali più recenti (Brexit ed elezioni presidenziali Usa), i sondaggi sono intimamente inattendibili, quindi vanno presi cum grano salis. La cosa interessante, però, è che neanche i sondaggisti riescono più a nascondere che la credibilità dell'establishment – e anche Renzi è ormai entrato a pieno titolo in questa categoria aborrita da tutte le popolazioni occidentali – sta scendendo velocissimamente. Se il trend indicato dalle vicende anglo-americane ha un senso, dunque, dovremmo arguire che lo scarto reale è molto superiore a quello rilevato da Ixè.
Ma c'è un solo modo per rendere concreata questa “sensazione”: continuare a lavorare cone la massima energia per spiegare le ragioni del NO e portare alle urne più gente possibile con questa decisione ben chiara in testa.
Perché il sondaggio vero si fa il 4 dicembre.
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Stroszek
Concordo con quanto scritto sotto da G.Staffo, l'Italia è per sua "natura" un paese strano che spesso e volentieri si è mosso in controtendenza rispetto ad altri paesi europei. Guai ad abbassare la guardia e il 4 Dicembre seppelliamo di NO questo governicchio!