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L’outing dei Vigili del Fuoco, l’emancipazione non è negoziabile

“Siamo con l’acqua alla gola dunque scioperiamo”.  I Vigili del Fuoco dell’Usb – che sabato hanno sfilato nel corteo del Gay Pride a Roma – tornano a scioperare sulle emergenze che penalizzano e destrutturano ormai da anni un categoria particolare del mondo del lavoro: quella che accorre dove tutti gli altri fuggono. I Vigili del Fuoco/Usb vogliono recuperare economicamente i contratti che mancano dal 2009;  chiedono l’assunzione dei precari del corpo nazionale (i discontinui per intenderci) e risolvere definitivamente il problema delle dotazioni organiche, origine di molti mali del corpo nazionale, rientrando così nei parametri europei di 1 vigile del fuoco ogni 1000 abitanti e consentire una pensione dignitosa a Vigili del Fuoco ormai ultra cinquantenni. Due le leggi che secondo i VF sono l’origine di tutti i mali del corpo: la Legge 252 e l’art.19 della 183/2010. Leggi che hanno significato tagli dolorosi ad un servizio pubblico decisivo, peggioramento delle condizioni lavorative e previdenziali di chi fa un lavoro che espone assai spesso a pericoli talvolta letali.

L’empatia pubblica che diffondono e riscuotono i Vigili del Fuoco è risaputa, ma sabato scorso a Roma hanno avuto una marcia in più e mandato un segnale con ritorni potenti. Infatti mentre erano impegnati nel congresso nazionale dell’Usb, un gruppo di Vigili ha lasciato per alcune ore i lavori per andare a manifestare al Gay Pride che avrebbe sfilato per le strade della Capitale.

Ed è stato forte l’impatto dei pompieri in divisa, spesso simbolo invidiato o ammirato di virilità e coraggio, che hanno sfilato nel Gay Pride con le loro bandiere per rivendicare come diritti del lavoro e diritti civili o marciano insieme o diventano insignificanti. Facilmente intuibile il successo sia tra i manifestanti che per i fotoreporter. Non è un mistero che le elite e i liberali magnifichino i diritti civili “individuali” per contrapporli ai diritti sociali “collettivi”. Lo spiegava chiaramente Giuliano Amato in un suo libro. I primi non costano, i secondi invece hanno alti costi sociali che il sistema fondato sulla proprietà privata non può e non vuole permettersi. Insomma viene evocata una sorta contrapposizione “di civilità” che invece esprime tutta la doppiezza dell’ideologia oppressiva e classista delle classi dominanti liberali e liberiste.

Ma il risultato più importante, e meno noto al pubblico, lo ha reso noto Costantino Saporito, uno dei coordinatori dell’Usb Vigili del Fuoco (volto conosciuto per alcune efficaci incursioni in televisione). Intervenendo la domenica mattina al Congresso come delegato Usb, ha riferito che nelle ore successive alla partecipazione alla manifestazione del Gay Pride, sono arrivati diversi messaggi e telefonate di Vigili del Fuoco che avevano trovato finalmente il coraggio di dichiararsi omosessuali e ringraziano la partecipazione dei loro colleghi al corteo per avergli dato il coraggio di farlo. Erano orgogliosi di aver manifestato i Vigili del Fuoco dell’Usb ed anche di aver consentito ai loro colleghi di esprimere il loro essere. Poi, come è consuetudine, si torna a lottare per le rivendicazioni della categoria ma anche contro l’uso dei Vigili negli sgomberi e negli sfratti dei senza casa, “Perché i vigili sono al servizio di tutti ma non sono servi di nessuno”. Insomma è ancora vero che la classe lavoratrice liberando se stessi libera tutta l’umanità.

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1 Commento


  • Max

    Bravi! Iniziamo a demolire i luoghi comuni, soprattutto quelli che ingessano il cnvvf, e lo confinano in un immobilismo asfittico, che non lo porterà a nessun traguardo. Si alzi la qualità della protesta, soprattutto a causa della sordita’ del governo. Bravi!

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