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Lavoro. Un altro capolavoro del Jobs Act

L’Espresso di ieri fornisce i dati sulle ispezioni nelle aziende per il 2017 segnalando il gran numero di irregolarità e le pochissime ispezioni eseguite.

Vigilanza contratti ( controlli dei Ministero)

Aziende ispezionate 122.240

Irregolari 73. 152

Lavoratori irregolari 88.484

Lavoratori in nero 38.775

Vigilanza previdenziale ( controlli dell’INPS)

Aziende ispezionate 24.291

Irregolari 15.458

Lavoratori irregolari 114.043

Lavoratori in nero 5.328

L’articolo precisa che il problema è quello del crollo delle ispezioni perché non ha funzionato la riunificazione degli Ispettori di INPS, INAIL e Ministero del Lavoro, che è rimasto sulla carta. Gli ispettori di INPS e INAIL infatti hanno ritenuto più conveniente non passare al Ministero e sono rientrati ai loro Enti con altri incarichi.

Così tra il 2012 e il 2017 il numero delle ispezioni è crollato da 244.000 a 122.000 non superando il 2% delle aziende italiane.

Si sono così persi per strada seicento milioni  di euro solo nella lotta all’evasione dei contributi. A conti fatti, finora, è questo il risultato che salta più all’occhio dopo la costituzione della nuova Agenzia per le ispezioni sul lavoro, un altro capolavoro del Job Act.

Conseguenza del Job Act: non solo aumento della precarietà, ma anche intensificazione dello sfruttamento, aumento del lavoro nero, smantellamento delle strutture di controllo.

Naturalmente il cosiddetto “Decreto Dignità” non prende in considerazione questi elementi: le cose serie, purtroppo, non fanno pubblicità, tweet, vacanze a Milano Marittima.

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