Molti giocano a stuzzicare la piazza, nascondendosi dietro la Cgil che esita o le donne, o qualche viola sfiorita. Ma nessuno – tra i partiti “perbene” – spera che “la piazza” si muova davvero. Alla tunisina o all’egiziana, per capirci. Perché poi, a quella piazza, qualcosa bisogna dare. Lo sappiamo bene, fin dai tempi delle rivoluzioni antimonarchiche: se chiedi al “quarto stato” una mano per liberarti dal tiranno, poi quello pretende diritti, aumenti salariali, libertà sindacali vere (mica Cisl e Uil).
Casimiro
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