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La bontà di dio

Le grandi catastrofi – terremoti, guerre, siccità, invasioni, radiazioni nucleari, alluvioni, tsunami – risultano troppo grandi  e incomprensibili per cervelli abbrutiti da fatica e ignoranza. Par di sentirle ancora adesso, quelle voci sopravvissute alla modernità e alla scolarizzazione di massa, figlie di un medioevo residuale, annidate ormai in qualche valle secondaria, non raggiunta dalle strade e tantomeno da Internet.

Voci che pronunciavano frasi rituali come le disgrazie «sono una voce terribile ma paterna della bontà di Dio» e «sono talora esigenza della giustizia di Dio, della quale sono giusti castighi». Merda secca, insomma.

I più fortunati cultori di queste sopravvivenze archeologiche in forma verbale le hanno potute però ascoltare ancora una volta via radio, negli ultimi giorni. Quale radio? Ma Radio Maria, ovviamente!

Sentite come parlavano di Fukushima e dello tsunami. «Per molte di quelle vittime del Giappone il terremoto è stato un battesimo di sofferenza che ha purificato la loro anima, perché Dio ha voluto risparmiare un triste avvenire».

Un adattamento al presente del sermone pronunciato da uno smarrito monsignor Mazzella, arcivescovo di Rossano Calabro davanti alla devastazione provocata dal terremoto di Messina del 1908.

Ma i secoli, per i superstiziosi, passano invano. Queste parole sono state oggi la “spiegazione” fornita dal vicepresidente del Consiglio nazionale delle ricerche (Cnr), Roberto de Mattei. Ma porca miseria, che arrivi in Parlamento una pattuglia di sgallettate allevate nel privè del Cocoricò è già un brutto segnale. Ma a un tizio così malmesso quanto a cultura scientifica, proprio non siete riusciti a trovargli una poltrona più adatta? Che so, nel confessionale del Grande Fratello…

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