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Il parabolano

L’imam di Milano è un genio della politica. Davvero. La sua sortita ha occupato, se non le prime, diverse pagine importanti di molti giornali e tv. Ha detto infatti: “I musulmani di Milano non devono votare i candidati della lista di Sel perché il suo leader, Nichi Vendola, in quanto omosessuale, ha una condotta che non va d’accordo con l’etica islamica”. Ali Abu Shwaima, ripeto, è un genio della politica nel senso più alto.

In un solo colpo ha:

  • fatto felice la Lega che vuole sparargli (Castelli dixit);

  • fatto incazzare parecchi fra quanti, in Italia, si rifiutano di considerare i musulmani solo dei fedeli di una religione lontana, ma semplicemente degli esseri umani;

  • disorientato quei quattro musulmani che hanno il diritto di voto e che proprio non pensavano di dover fare come i crociati (votare secondo fede, invece che secondo programma politico-sociale);

  • messo giustamente in sospetto tutti quelli, come me, che non stanno dietro Nichi Vendola ma vedono dietro, una fede, una semplice rinuncia all’uso del cervello;

Un autentico capolavoro.

Se è vero che dio confonde coloro che vuol perdere, riconosco in questo imam il volto di quelli che – ad Alessandria d’Egitto, una valanga di secoli fa – scorticarono viva la mia omonima. Erano parabolani, integralisti cristiani. Tutto sommato, talebani.

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