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Pene alternative

Anche Napolitano lo ha detto con fermezza (bisogna capirlo: gli si è bloccato il registro dei toni, dal ’77 ad oggi): “è necessario introdurre pene alternative al carcere”.
Finalmente una parola buona…
Certo, molto è dipeso dalla condanna definitiva per Sallusti, reo di aver pubblicato un pezzo scritto da tale Renato Farina, ex giornalista radiato dall’albo perché scriveva e spiava per ordine dei servizi segreti; anzi di un altro tale che si chiama Pio Pompa.
Certo, persino Enrico Mentana è saltato su dando dell'”infame” all'”agente Betulla” che solo ora ha confessato. In effetti, nel linguaggio del carcere, “infame” ci sta tutto. Poteva confessare anche prima, che diamine!, e salvare il suo direttore. In fondo, da parlamentare berlusconiano, non rischiava nulla.
Però il presidente non avrebbe avuto l’appiglio per pronunciarsi su una materia di civiltà come questa. Possiamo dirci soddisfatti del suo colpo d’ala garantista. Là dove non erano riusciti centinaia di suicidi – e qualche omicidio per pestaggio – è bastato un tintinnar di manette per una mezza gloria del giornalismo…

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