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SImboli in accaparramento

 E’ un vecchio vizio fascista professarsi “né di destra, né di sinistra”. Un vizio che si nutre di icone altrui per camuffarsi meglio. Sigle politiche o rivoluzionari senza se e senza mai, purché morti, ovviamente.

Un elenco non esaustivo, a memoria.

L'”ordine nuovo”, giornale di Gramsci e Togliatti, a sigla di Concutelli e Signorelli…

Il “fronte della gioventù”, nome dei giovani comunisti in clandestinità nel Ventennio, diventato la sigla dei missini di Almirante e Fini.

“Olp”, ovvero “Organizzazione per la liberazione della Palestina”, con a capo Arafat. ripreso per qualche mese da Stefano Delle Chiaie (“organizzazione lotta di popolo”).

Più insistenti e sfortunati quelli di Casapound, che hanno provato una volta a intestarsi il Che e un’altra volta addirittura Marx (con l’ausilio di tal Diego Fusaro, autonominatosi “marxista di regime”).

Ora Renzi, che pare abbia definito Francesco Guccini “il mio cantante preferito”.

Veramente disattento, il premier.

Francesco è vivo e ha avuto modo di rispondere: “Sono innocente, lo giuro!”

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