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Il desiderio dell’altro e lo psichiatrismo di sinistra

Il sinistro Frato a mme, Frato a te, Fratacchion Fratoianni vuole l’unità de gauche con Calenda e il Pd. Stretto nella morsa di un delirio ossessivo e soggiogato nel godimento della coazione a ripetere masochistica.

D’altra parte, il Juan Domingo Che Guevara Peron del Golfo di Napoli, Giggino ‘a manetta De Magistris, vuol fare le larghe intese regionali, guardando ai Cinque Stelle, al Pd e, udite udite, alla destra moderata. Ma vuol essere lui a dettare le regole, a sua volta soggiogato, come Narciso, dalla sua stessa Imago.

Un qualunque soggetto politico che intenda dirsi comunista e che abbia precisi e chiari obiettivi di classe e la difesa oggettiva degli interessi degli strati popolari e subalterni della società, costantemente marginalizzati – quando non massacrati – da trent’anni e più di politiche neoliberiste e dalla sovrastruttura govenarmentale europeista, deve recidere ogni legame con questo inutile, dannoso, autoreferenziale, paludato, ceto politico consociativista.

Solo ripartendo dalla strada, dalle piazze, dai territori, dalle lotte si riconquista il Palazzo. Altrimenti, si diventa condomini, in un condominio il cui amministratore è come il dio del Castello kafkiano.

Assente nella sua presenza. Sempre altrove. Spostato. Inafferrabile come il Desiderio. Con una Sinistra divenuta, a sua volta, lacaniano desiderio dell’Altro.

Dove l’Altro è il nemico con la cinghia, la frusta e la disciplina. Stretto nell’amplesso dello sconvolgimento dei sensi sadomaso. Perversa De/Soggettivizzazione marxiana nell’ Oggetto Capitale.

Insomma, roba da Psichiatri. Ma di quelli bravi!

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