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“L’Unione Europea è la malattia non la cura per i lavoratori”

 

Cari compagni,

Sono molto onorato di poter intervenire a questo 16mo Congresso della Federazione Sindacale Mondiale e sono certo che la discussione che stiamo facendo sarà molto importante ed utile per lo sviluppo del movimento operaio internazionale.

Stiamo discutendo mentre ancora una volta l’imperialismo mostra il suo vero volto ed attacca la Libia per rapinare il popolo di quel paese dalle proprie risorse naturali.

Per la prima volta la competizione interimperialista tra gli USA e l’Unione Europea è divenuta evidente e si manifesta direttamente sul campo di battaglia per la conquista dell’egemonia nel Maghreb e per assicurarsi a colpi di cannone le riserve energetiche necessarie a mantenere inalterati i propri altissimi e sfrenati consumi. Il drammatico terremoto che ha colpito il Giappone e lo tsunami devastante che hanno prodotto migliaia di morti e di senza casa con il disastro dei reattori nucleari di Fukushima hanno anche reso evidente la follia del ricorso alle centrali nucleari su cui è impossibile garantire la sicurezza piena ed hanno rimesso al centro delle esigenze energetiche dei paesi occidentali il petrolio e il gas di cui la Libia è un grande esportatore.

Non solo quindi siamo immersi nella peggiore crisi finanziaria, economica e sociale che abbiamo mai conosciuto, ma siamo anche in una rinnovata guerra imperialista di rapina. Il mio paese partecipa attivamente alla guerra, ma anche dentro l’Europa si stanno aprendo grandi contraddizioni come dimostra l’esclusione dell’Italia dai colloqui tra USA Germania, Francia e Inghilterra. Le forze socialdemocratiche italiane e i sindacati collaborazionisti si sono tutti arruolati a sostegno dell’aggressione alla Libia ma nonostante questo le manifestazioni in Italia contro l’attacco alla Libia sono state molte e partecipate.

Noi siamo comunque impegnati anche sulla questione della pace a rendere sempre più profonda la frattura tra il movimento dei lavoratori e i sindacati collaborazionisti e le loro scelte di accompagnamento delle politiche del capitale.

Come in tutta Europa anche in Italia gli effetti della crisi stanno producendo disoccupazione, precarietà, maggiore sfruttamento, delocalizzazioni, privatizzazioni, smantellamento del welfare e un sostanziale impoverimento complessivo delle famiglie che non riescono ad arrivare con il proprio salario a fine mese. Tutto ciò avviene mentre l’evasione fiscale ha raggiunto il 38% mentre le tasse sul lavoro dipendente rappresentano l’80% delle entrate dello stato. E’ in corso una lotta di classe “dall’alto”, operata dai padroni e dalle istituzioni finanziarie che approfittano della crisi per cercare di ristabilire il dominio del capitale sul lavoro.

I padroni, con la complicità del governo, stanno conducendo un duro attacco al diritto di sciopero e di rappresentanza sindacale per cercare di fermare il forte sviluppo che in questi ultimi anni ha avuto il sindacalismo di classe ed indipendente. Contemporaneamente sta cercando di affossare il contratto nazionale cioè il principio di uguaglianza contrattuale per tutti i lavoratori italiani per accompagnare l’introduzione del federalismo che ha l’obbiettivo di sganciare il nord produttivo e ricco dal sud in cui creare delle “zone franche” dove i salari, i diritti, le garanzie siano molto inferiori a quelle del nord. Ma la nostra condizione è la stessa degli altri lavoratori europei e noi riteniamo che sia necessario compiere il massimo sforzo affinché le lotte che ogni organizzazione di classe costruisce nel proprio Paese siano collegate con quelle degli altri Paesi.

USB ha organizzato, con successo, lo scorso 11 marzo uno sciopero generale e una grande manifestazione a Roma in coincidenza con la riunione dell’Eurogruppo a Bruxelles dove si decideva un nuovo Patto europeo di stabilità.

Unione europea decide le politiche economiche e sociali per tutti i paesi, per questa ragione questo deve essere il nostro obiettivo principale e dobbiamo lottare per rompere il monopolio della rappresentanza sindacale della CES.

Per questo motivo sentiamo forte il bisogno di potenziare l’ufficio europeo del WFTU per prendere decisioni e convocare iniziative comuni in Europa il prima possibile per conto dei lavoratori dei diversi settori a livello continentale a partire dal pubblico impiego e dai trasporti, che stanno subendo gli attacchi più pesanti.

Concludendo, siamo lieti di informarvi che oggi a Roma il nostro coordinamento nazionale sta decidendo in ordine alla nostra affiliazione al WFTU.

* Intervento al 16 Congresso della Federazione Sindacale Mondiale di Atene a nome dell’esecutivo nazionale dell’Unione Sindacale di Base.

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