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Grecia. Dibattito a sinistra

 

Riportiamo qui di seguito un documento del Partito Comunista di Grecia (Kke), uno del Koe (Organizzazione Comunista di Grecia) e uno dell’Assemblea Popolare di piazza Syntagma sull’accaduto. Ribadiamo che le scene che abbiamo visto ad Atene non ci sono piaciute così come tante di quelle che abbiamo visto a Roma il 15 ottobre scorso. Ma non viviamo nel paese delle meraviglie. Questo è un pezzo della realtà, anche se non ci piace, anche se preferiamo che le forze antagoniste alla Bce convergano su obiettivi comuni.


Il Partito Comunista di Grecia (Kke) in merito all’assalto assassino organizzato contro la manifestazione del 20 ottobre

Questa volta, gruppi organizzati con ordini specifici e gruppi anarco-fascistoidi hanno scatenato un attacco con bottiglie molotov, gas lacrimogeni, granate stordenti e pietre nel tentativo di disperdere la grande manifestazione di lavoratori e di popolo in piazza Sintagma e specialmente nell’area dove era concentrato il PAME. Il risultato dell’attacco è stato la morte del sindacalista del PAME, Kotzaridis Dimitris, di 53 anni, segretario della sezione del sindacato dei lavoratori delle costruzioni nel quartiere di Vironas. Decine di manifestanti del PAME sono stati feriti.
L’odio degli incappucciati contro il movimento operaio popolare e il PAME è l’espressione della furia delle forze al servizio del sistema e del potere borghese. Il governo ha una grande responsabilità per quanto è accaduto. L’operazione di intimidazione, di calunnia e di repressione del movimento operaio-popolare ha le sue radici nelle strutture, nei centri e nei servizi dello Stato. Ciò è stato dimostrato dalla storia e anche dall’ultimo feroce attacco assassino. Gli incappucciati, gli anarco-autonomisti, i fascisti, quale che sia la loro denominazione, si sono dati da fare per ottenere ciò che non hanno ottenuto le forze repressive, attraverso il ricatto e le minacce per intimidire il popolo e fargli chinare la testa.
L’obiettivo di disperdere la manifestazione del PAME è fallito. Allo stesso modo devono fallire i piani del governo, dei meccanismi del sistema, dei partiti della plutocrazia che cercano di intimidire e reprimere l’ondata del contrattacco degli operai e del popolo che sono scesi nelle strade durante lo sciopero di 48 ore.
Il KKE esprime il suo dolore e le condoglianze alla famiglia di Dimitris Kotzadiris che è caduto lottando per la causa giusta della classe operaia e del popolo. Esprime la sua solidarietà con i manifestanti feriti, con tutti coloro che hanno difeso la manifestazione operaia e popolare dai gruppi di provocatori. Fa appello al popolo perché scenda in maniera decisiva a lottare insieme al KKE, a unirsi ai sindacati, al PAME e alle altre organizzazioni radicali che lottano contro la politica antipopolare, contro il potere dei monopoli. Questa è la forza dell’opposizione ai partiti della plutocrazia, all’Unione Europea e al FMI. Questa è la forza del popolo per respingere le misure barbare, la violenza e l’intimidazione di ogni tipo di meccanismo repressivo. Il popolo può sconfiggere la politica e il potere antipopolare.

Traduzione a cura di Marx21.it


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Dichiarazioni del KOE (Organizzazion e Conunista di Grecia)

 

Sulle 48 ore di sciopero generale e sulle dimostrazioni in tutta la Grecia dello scorso mercoledì 19 e giovedì 20 ottobre 2011

 

La mobilitazione popolare del 19 e 20 ottobre è stata senza precedenti nella storia greca dal 1974, quando è caduta la dittatura. Il primo giorno di sciopero generale, un fiume di gente, oltre il mezzo milione di manifestanti, hanno occupato le strade di Atene, e centinaia di migliaia hanno preso d’assalto le altre città di Grecia. Piccole e grandi imprese e negozi hanno dovuto bloccare ogni attività in quei giorni perché milioni di lavoratori, sia del settore pubblico che del privato, hanno partecipato attivamente allo sciopero. Oggi è quindi indiscusso che questo “governo dell’ FMI-UE-BCE non ha più la minima legittimità. Lo sciopero generale ha lanciato un forte messaggio politico:” la troika e il suo governo deve andarsene immediatamente”. Niente di meno. La lotta ora prosegue, la lotta dovrà avere un escalation!

È ovvio che questo governo non cadrà da solo, e non sarà obbligato a cadere sotto la pressione della maggioranza, che pateticamente continua a dargli il consenso, ogni volta “per l’ultima volta”. Le contraddizioni interne e i litigi nel campo nemico non sono sufficienti da sole per buttar giù questo regime. Il governo Papandreou e il suo gruppo parlamentare (PASOK) rimangono fedeli nell’esecuzione del contratto che hanno firmato, assassinando la società. Per adempiere questo compito, le loro azioni si basano su tre pilastri: la troika straniera, gli interessi reazionari interni, e la bruta repressione. Queste scelte, sono così detestate dal popolo che solo la rivolta del popolo potrà far cadere il governo. È quindi dovere di ogni forza di resistenza in questo paese, contribuire all’insurrezione, all’escalation della lotta, e alla costruzione di un fronte popolare politico e sociale che spiani la strada per la sopravvivenza del paese e del popolo.

Il governo, le forze repressive di polizia e gli oscuri meccanismi del para-stato sono i veri responsabili della morte di Dimitris Kozakids, membro del PAME, nel secondo giorno di sciopero. Questa volta la trasformazione di Atene in una camera a gas ha avuto in prezzo inaccettabile. Brutalmente il governo Papandreou ha dichiarato apertamente, che ora attraverso questo omicidio, non conta il prezzo umano che si dovrà pagare pur di eseguire il contratto criminale firmato con questa troika. Ora il dolore e la rabbia per la morte del manifestante cinquantatreenne dev’essere trasformato in tenacia e necessità di continuare la lotta. La brutale repressione, che questa volta ha causato la perdita di Dimitris Kozakidis, è un’ulteriore ragione di abbattere questo regime il prima possibile.

Il movimento di massa popolare in questi giorni è riuscito a incontrarsi e scendere in manifestazione nelle stesse strade, nonostante le diverse bandiere, le diverse prospettive, e probabilmente I diversi obiettivi. L’unità più ampia possibile di tutti coloro che vogliono lottare contro la troika del governo, è una necessità assoluta. Il movimento di piazza, gli “indignados”, tutti i partiti di sinistra e i collettivi, tutte le federazioni sindacali e i sindacati di base, tutte le associazioni studentesche, tutti e ognuno, si sono raggruppati contro la miseria e la bancarotta attuale. Gli incidenti violenti di Giovedì 20 ottobre (tra il PAME, affiliato al KKE- Partito Comunista, e i gruppi di autoproclamati “anarchici”) non devono permettere di forviare nessuno da questa pura necessità. (*vedi nota in basso).

La morte di un manifestante come il risultato del “trattamento chimico” delle masse da parte del regime, l’indiscriminata violenza scatenata ancora una volta dagli stessi gruppi scuri, e l’adozione di nuove politiche anti popolari da parte della maggioranza, hanno creato e stanno creando un una sensazione molto amara tra le masse in lotta. Non c’è ragione di nasconderlo. In ogni caso, il fatto davvero importante è che ancora una volta le persone hanno espresso il loro spirito di lotta e la loro forza-questo non si può nascondere, distorcere o dimenticare. Questo regime insiste nell’eseguire con questo contratto criminale, ma in un contesto di un tale smantellamento sociale e senza alcuna legittimità. L’ondata di insurrezione, dal 5 Maggio dell’anno scorso sta avanzando, per poi battere in ritirata ma solo per tornare con maggior forza, finchè non vedranno annegato quello che sta prendendo di mira il futuro di queste e delle future generazioni.

Ora è tempo di organizzare le persone, insieme, e per l’escalation della lotta politica. In ogni posto di lavoro, in ogni scuola e università, in ogni relazione sociale, in ogni città, l’organizzazione popolare e la solidarietà deve rafforzarsi. Tutti i settori in lotta, tutti i lavoratori in lotta, i movimenti giovanili, le resistenze locali, i movimenti di disobbedienza, devono incontrarsi. Le iniziative di unità e coordinamento tra le organizzazioni politiche e sociali devono moltiplicarsi. La lotta continua fino al rovesciamento definitivo del governo, della troika e di tutto il sistema politico complice.

Atene. 21 ottobre 2011

 

Communist Organization of Greece – KOE

 

[*] Nota:

 

Giovedì 20 ottobre, il PAME è stato preso di mira dall’attacco di alcuni gruppi che non hanno alcuna relazione con alcuna ideologia o concezione militante. Abbiamo visto pietre e bottiglie molotov tirate da questi gruppi contro gli scioperanti e i manifestanti. Queste azioni ricordano solo meccanismi del para-stato. La decisione politicamente inaccettabile della leadership del KKE di salvaguardare il parlamento, per mantenere lontano tutti gli altri sindacati, le forze comuniste e quelle di sinistra, e la gran massa di lavoratori e manifestanti, non costituisce però alcuna scusa per l’attacco omicida e fascista di questi gruppi contro il PAME.

 

Il giorno prima, mercoledì 19 ottobre, gli stessi gruppi violenti avevano mandato all’ospedale alcuni manifestanti del sindacato degli insegnanti, con gravi ferite; non abbiamo dimenticato un anno e mezzo fa, il 5 maggio 2010, quando la grande manifestazione popolare è stata congelata e il governo Papandreu salvato, quando queste gang “nere” hanno provocato la morte dei 3 impiegati di banca. Per noi è chiaro: il dibattito e l’opposizione netta a certe linee politiche sbagliate, come quella seguita dal KKE, sono una cosa. L’omicidio, da parte di hooligans che non hanno nulla a che fare con la politica è un altro. Questi gruppi funzionano oggettivamente come supporto e supplemento dei servizi e dei piani di stato borghesi.

Piazza Syntagma ad Atene è una piazza dove il popolo in lotta si esprime e questo deve essere salvaguardato: in questo modo tutte le piazze del Paese diventeranno pericolose per il sistema politico della bancarotta e dell’occupazione straniera. Piazza Syntagma di Atene unisce il popolo e le forze in lotta, non lo divide. Piazza Syntagma di Atene e tute le piazze delle città greche possono ancora diventare spazi di movimento reale, e non virtuale; spazi di reale e non virtuale accerchiamento del parlamento; di reale e non virtuale insurrezione popolare.

L’anima della manifestazione può essere salvaguardata solo dal popolo in lotta. Questa è la lezione principale che traiamo da tutte le esperienze passate di movimento. Non dimentichiamo poi, che durante tutto il movimento dei movimenti di piazza dal 25 maggio, e soprattutto l’importante appuntamento del 5 giugno, centinaia di migliaia di persone hanno imposto senza alcun margine di dubbio, il carattere prettamente pacifico delle proprie proteste. Il carattere più largamente democratico, la politica di affrontare tutte le differenze, la partecipazione attiva di tutte le persone, l’opposizione a qualsiasi logica di “meccanismi di confronto”, e specialmente contro tutti i meccanismi di violenza indiscriminata e confronto militare, sono l’eredità comune di questo nuovo movimento di massa popolare. Questo movimento troverà in se i modi, le forme e le strutture per superare tutti gli ostacoli che ritardano e frenano la volontà popolare.

traduzione a cura di Contropiano

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L’Assemblea popolare di piazza Syntagma in merito agli scontri del 20 ottobre

Dopo Varkiza [1], il Politecnico [2], la Scuola di Chimica (1979) [3] il dicembre 2008 [4] e una serie di altri casi, la realtà ancora una volta rivela il ruolo del Partito che tradisce sistematicamente le lotte popolari. E se fino ad ora hanno strangolato, con le loro cariche politiche ogni sciopero generalizzato e determinato in tutti questi anni, se hanno insultato tutte le rivolte come una “provocazione”, d’ora in poi la storia dimostra che non sono “semplici errori politici”, ma una posizione consapevole e coordinata per difendere la dittatura parlamentare e dei rapporti capitalistici finanziari e sociali.
Questo è quello che hanno fatto ieri (20/10), troppo, anche se fino a quel punto hanno chiamato il popolo alle manifestazioni per il rovesciamento del governo. Invece di proteggere chi circondava il parlamento ne hanno protetto il regolare funzionamento, hanno agito ancor più barbaramente della polizia, spaccando le teste e consegnando manifestanti alle forze della repressione. La cosa peggiore che hanno fatto è stato di legittimare lo Stato, che ha ucciso uno dei loro compagni, accusando dell’omicidio una certa violenza parastatale.
Da ieri, in modo definitivo e irreversibile, il cosiddetto “Partito Comunista” non è altro che una barriera contro il tentativo di seppellire il cadavere parlamentare. Qualsiasi essere umano libero che lotta per la propria dignità in questi giorni cruciali deve individuarlo politicamente come un bersaglio. Questa frase non deve essere letta come una scissione nel movimento. Potremmo avere problemi comuni e obiettivi comuni con gli elettori del “Partito Comunista”, ma la politica e la pratica della leadership dalle cui labbra pendono segue gli ordini del governo e degli inviati del FMI e UE della BCE. Non abbiamo mai marciato fianco a fianco con loro, non saranno mai con noi. Dobbiamo tutti tenere presente che il “Partito Comunista” agirà come una quinta colonna del regime dittatoriale, sperando ancora una volta di afferrare qualche briciola dal tavolo parlamentare, proprio come ha fatto nel 1990 [5].

La posizione di tutti i gruppi politici, siano essi parlamentari o non, che ha sostenuto gli atti del “Partito Comunista”, sia indirettamente che con il loro silenzio, o direttamente con le loro dichiarazioni, è altrettanto condannabile. Fino a quando questi partiti rimangono all’interno di un parlamento composto di destinatari degli ordini della Troika e continuano a ricevere i loro stipendi grassi, sono interamente corresponsabili di quello che è successo finora e di quello che verrà. Il loro voto negativo al memorandum e le leggi votate insieme rivelano con precisione il loro ruolo nella dittatura: fornendo l’alibi della democrazia e della pluralità delle voci, sostengono completamente il parlamento di rappresentanti, in modo che il popolo impoverito continui a contare i voti in ogni seduta fissa e predeterminata di voto delle leggi che cancellano il suo futuro – e al tempo stesso, sono alimentati con l’illusione che qualcuno parli in loro nome e nel loro interesse. Così, lasciano l’opposizione ai professionisti della politica, e non sentono il bisogno di reagire immediatamente e di persona. Qualsiasi voto, anche per i partiti extraparlamentari di “estrema sinistra” alle elezioni nazionali e locali non è altro che olio negli ingranaggi [della macchina] e una legittimazione della “correttezza” della dittatura parlamentare.

Dal 25 maggio, quando ci siamo radunati in piazza, abbiamo rivelato che la democrazia diretta è la capacità di ciascuno di noi di partecipare, di consultarci l’un l’altro, di modellare le idee insieme in modo autonomo, lontano dalle etichette ideologiche o parlamentari. Resteremo qui, contro il loro parlamentarismo e la loro burocrazia fallimentari.

Stiamo prendendo la NOSTRA VITA nelle nostre mani

DEMOCRAZIA DIRETTA ORA

Assemblea popolare di piazza Syntagma, 21/10/2011

1. Riferimento al trattato del 1945 di Varkiza, dove il Partito Comunista ha tradito la lotta armata e migliaia di combattenti della guerra civile in cambio della sua legalità nel nuovo regime
2. Riferimento alla posizione originale del Partito comunista contro la rivolta del Politecnico del 1973, che determinò l’inizio del crollo della giunta fascista. Allora definì gli studenti, molti dei quali furono uccisi, “provocatori della polizia”
3. Riferimento agli incidenti del 1979 presso la Scuola Chimica di Atene, dove i membri del Partito comunista hanno spezzato l’occupazione della scuola, collaborando direttamente con la polizia
4. Un riferimento, ovviamente, alla più recente condanna della rivolta del dicembre 2008
5. Riferimento all’accordo del Partito comunista coi due principali partiti parlamentari, ND e PASOK, nel 1990

Da http://baruda.net/2011/10/23/un-comunicato-da-syntagma-sul-partito-comunista/

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3 Commenti


  • alexis

    Il KKE è un partito revisionista, sicuramente migliore di quelli italiani che vengono definiti dai militanti greci “comunisti rosa”, ma comunque alla fine legato idealmente al PASOK, e in questo senso rientrano i fatti del 20 ottobre.
    I gruppi ML rivoluzionari greci, in particolare i “filoalbanesi”, erano invece affianco ai manifestanti che cercavano di raggiungere il parlamento.
    Sintomatico che tra i pochi gruppi politici ad aver espresso apprezzamento per l’operato del servizio d’ordine del KKE ci siano Bernocchi e i suoi Cobas.


  • Renato

    un dibattito sinistro più che un dibattito a sinistra. il KKE insieme al Pame sta conducendo una lotta di massa che per ampiezza e radicalità non ha eguali in nessun paese dell’area europea.Ebbene i pseudo rivoluzionari insurrezionalisti (o provocatori) cercano in ogni mezzo di boicottere proprio quel processo che può consentire al popolo greco di contribuire a diffondere e contagiare una presa di coscienza di massa agli altri popoli d’Europa; fuori da ciò non vi è altra possibilità per far scoppiare le contraddizioni della crisi del capitalismo fino al punto da consentire la realizzazione di un equilibrio più avanzato. OCCORRONO TESTE CHE RAGIONANO ed una conseguente organizzazione ben piantata nel rapporto con le masse popolari,non servono Masanielli urlanti che finiscono sempre per fare il gioco dell’avversario di classe,spesso non casualmente. Non c’è più un altro Blocco; come la Libia dimostra il braccio armato del Capitalismo(Nato) è pronto sempre a intervenire senza complimenti per produrre carneficine con i suoi metodi nazisti.Bisogna creare le condizioni affinchè l’0pinione pubblica mondiale metta in crisi il modello di sviluppo, isoli le spinte reazinarie, rende inutile il ricorso alle criminali opzioni militari ( peraltro già in crisi).Detto ciò penso che occorre superare limiti strutturali dei movimenti ,dei partiti comunisti e della sinistre progressiste e radicali ,dei sindacati che non trovano la via per coordinarsi,intanto a livello europeo, per costruire una piattaforma alternativa con obiettivi per aiutare lo sviluppo e la presa di coscienza per avviare la fuoruscita dal capitalismo.Renato


  • Uljanov

    Ma che dibattito? Come si fa a rimanere imparziali e dare lo stesso peso a questi tre gruppi?
    Chi sono questi dell”Aseemblea Popolare”? Sono gli assassini del sindacalista! Un’accozzaglia di teppisti al servizio dello stato, agenti dei servizi di sicurezza, anarchici, trotzkisti, insurrezionalisti, fascisti.
    La Grecia ha una lunga storia di inflitrati, non sono complottismi. Qui ci sono solo alcuni indizi di questo https://picasaweb.google.com/101959523373579315851/20102011RevealingPhotosShowingTheRelationsOfGroupsWithTheMechanismsOfTheSystem
    Tutti abbiamo visto benissimo quel che e’ successo il 20 a Syntagma: il gruppo dei reazionari ha attaccato la manifestazione con il chiaro intento di disperderla e terrorizzarla. Non volevano attaccare il parlamento (come se si potesse fare la rivoluzione attaccando a pietrate il parlamento di un paese NATO, senza un vero supporto popolare tra l’altro), perche’ dietro al servizio d’ordine del PAME non c’era tanto il parlamento quanto il resto della manifestazione. Eroici sono stati i compagni del PAME (gemellato all’USB, lo ricordo) che hanno difeso la marcia dei scioperanti dagli assassini.
    Di fronte ai crudi fatti dunque sbaglia il KOE ad attaccare il KKE/PAME, mentendo allo stesso modo dei reazionari, che vogliono dipingere il KKE come difensore del sistema.
    Il KKE possiede ampi consensi (anche elettorali, 11% nel 2010 ma ora e’ di piu’) , e’ un partito rivuluzionario marxista-leninista, ne’ opportunista ne’ revisionista, e guida il maggiore sindacato conflittuale/di classe d’Europa, e si sta gradualmente ponendo alla testa del movimento. Il KKE/PAME sono avanguardia di classe, sono coordinati con altre organizzazioni di massa (MAS, PASEVE, OGE) e fanno bene ad emarginare i gruppetti sabotatori che creano solo problemi alla lotta, la dividono e non la uniscono. Il KOE attacca il KKE perche’ vorrebbe essere lei alla testa della rivolta. Ma il KOE e’ un gruppetto senza seguito e con problemi ideologici. Vuole l’insurrezione ma poi te lo ritrovi in coalizione con Synapsismos (la SEL greca) ed altri opportunisti. Un’eventuale rivoluzione non si compie con l’insurrezione di piazza (!), ma come ha giustamente detto la segretaria del KKE, agitando sui luoghi di lavoro, nelle scuole, nei quartieri, ecc. insomma ponendosi come avanguardia ed egemonizzando il movimento di protesta in chiave comunista e rivoluzionaria. E’ proprio la mancanza di questo la nostra principale frustrazione, in Italia e nel resto d’Europa occidentale. Come si fa a non solidarizzare ed appoggiare il KKE che e’ l’unico a riuscire in questo?!

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