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Perchè lo sciopero generale: un po’ di numeri

Si evince da queste poche citazioni, ma i giornali ed i siti specializzati riportano molti più studi ed analisi di queste che abbiamo voluto prendere ad esempio, che è in corso una gigantesca redistribuzione della ricchezza e che tale ricchezza passa dalle tasche dei lavoratori e delle famiglie a quelle degli speculatori e ai profitti, anche grazie ad un sistema fiscale debole con i forti e forte con i deboli.
Ieri la Banca d’Italia, tra le altre cose, ci ha comunicato che il reddito reale dei lavoratori autonomi, negli ultimi 20 anni, è cresciuto del 15,7%. Quello dei lavoratori dipendenti, sempre negli ultimi 20 anni, del 3,3%.
Oggi l’ISTAT comunica che le retribuzioni nel 2011 sono cresciute dell’1,8 cioè la crescita minima dal 1999.
Sempre l’ISTAT accerta che lo scarto tra salari e prezzi è il più alto dal 1995.
Sempre oggi l’EURISPES ci comunica che il 67% della popolazione ritiene che la propria situazione economica sia peggiorata e solo l’1,4% ritiene sia migliorata e che il 48,5% delle famiglie utilizza i propri risparmi per arrivare a fine mese e che il 45% arriva con difficoltà alla 4 settimana.
Solo il 7,2% degli italiani ritiene equo il decreto Salva Italia, lo dice oggi il rapporto Eurispes e, finalmente una buona notizia, lo stesso conferma la picchiata del gradimento delle organizzazioni sindacali: solo il 17,2%.
Per concludere citiamo il rapporto dell’OCSE sull’Italia, pubblicato la scorsa settimana in cui si afferma: “…La disuguaglianza dei redditi in Italia è superiore alla media OCSE… …Nel 2008 il reddito medio del 10% più ricco degli italiani era dieci volte superiore al reddito medio del 10% più povero… … la proporzione di reddito detenuta dallo 0,1% della popolazione è aumentata da 1,8% a 2,6% dal 1980 al 2008. Allo stesso tempo le aliquote marginali d’imposta sui redditi più alti si sono quasi dimezzate passando dal 72% nel 1981 al 43% nel 2010”.
E allora cosa altro dobbiamo aspettare per cacciare MONTI, non pagare il debito e chiedere con forza l’uscita dall’Unione Europea?
Venerdì 27 gennaio, una buona occasione per cominciare a fare sul serio.

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