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Siria e Iran. Contro la guerra è tempo di chiarezza e di iniziativa

In Siria, le petro-monarchie del Gulf Cooperation Council  (Qatar,Arabia Saudita, Oman), la Turchia e le potenze della Nato impediscono ogni soluzione negoziata  e spingono apertamente il paese verso una sanguinosa guerra civile.
Come accaduto in Libia, sul suolo siriano sono già operativi commandos e forze speciali delle petro-monarchie del Golfo e dei paesi Nato che hanno il compito di sostenere l’autoproclamatosi “Libero Esercito Siriano” .L’obbiettivo è  di creare  delle  zone liberate  così da rendere legittimo l’intervento “umanitario” esterno. 
L’attacco alla Siria non può essere disgiunto dal  tentativo di sbarazzarsi del Fronte della Resistenza rappresentato da Siria , Hezbollah ed Iran . Un alleanza di forze che perseguendo una sua strada indipendente, si è  scontrata con gli interessi imperialisti ed israeliani nella regione. Israele intanto continua a minacciare il bombardamento degli impianti nucleari iraniani e a pressare gli Stati Uniti e la Gran Bretagna per coinvolgerli nell’aggressione all’Iran. Il timore è che Tel Aviv come sempre è avvenuto – metta  il mondo di fronte al fatto compiuto.
Questa escalation bellica rappresenta  altresì lo scontro, tra i poli imperialisti, per attribuirsi  il controllo di  un’area strategica  politicamente  ed economicamente  per le risorse di gas e petrolio .
Sono sempre più evidenti le fratture e gli interessi divergenti tra le varie potenze. Russia e Cina da un parte, Usa e UE dall’altra; gli Usa che non escludono un intervento militare in Siria mentre  l’Unione Europea che  a parole si dice contraria  lavora alacremente alla caduta del Governo Siriano.
All’interno di questo scenario estremamente pericoloso, in Europa come in Italia si registra un’ altrettanto pericolosa sottovalutazione di quanto si sta delineando in Medio Oriente e del ruolo predatore dell’Unione Europea.
L’Unione Europea è in competizione  con le altre aree capitaliste del pianeta e lo fa a spese dei lavoratori europei e dei popoli dell’area del Mediterraneo. Una politica di guerra sociale e guerra di saccheggio che viene misconosciuta dalla politica italiana in maniera bi-partizan.
Il governo italiano – reduce dalla vergognosa aggressione alla Libia – si rende subalterno alla Nato e agli Usa adottando l’embargo contro la Siria e l’Iran. Le forze politiche in Parlamento continuano a sostenere l’avventurismo militare ed internazionale dell’Italia e l’aumento delle spese militari. I movimenti pacifisti tacciono o appaiono subordinati alla manipolazione mediatica dominante sulla situazione in Siria e in Iran.
Ormai ci sono decine di fonti e fatti che smentiscono la propaganda di guerra e riconducono la situazione alla realtà:
a) In Siria c’è una guerra civile apertamente fomentata dall’esterno e nella quale il governo del Baath  si è fatto trascinare
b) Nessuno può obiettare nulla sul programma nucleare iraniano fino a quando Israele manterrà il  monopolio nucleare unilaterale in Medio Oriente con il suo arsenale di bombe atomiche che rifiuta di far ispezionare all’Aiea e di ammetterne l’esistenza.
La guerra potrebbe essere alle porte e soprattutto alle porte di casa. In una situazione di profonda crisi economica globale come quella in corso, un nuovo conflitto in Medio Oriente potrebbe rivelarsi devastante. Occorre fermarlo e occorre impedire che l’Italia sia nuovamente partecipe di aggressioni militari ed embarghi contro altri paesi.

La Rete dei Comunisti ritiene che occorra accelerare la ripresa di una estesa iniziativa di informazione e di una mobilitazione di massa contro i preparativi di guerra in Medio Oriente a partire dalla politica interventista dell’Unione Europea.
–    Nessuna aggressione o ingerenza militare esterna contro Siria e Iran
–    L’Italia non partecipi all’embargo contro questi paesi
–    Sosteniamo il negoziato e il referendum per impedire un bagno di sangue in Siria
–    Disarmo nucleare di Israele per negoziare su basi paritarie sul nucleare iraniano

Rete dei Comunisti

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