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Fondo di stabilità e Mef. Un’Europa contro i popoli

Mozione popolare contro l’attribuzione ad una organizzazione finanziaria intergovernativa del fondo “salva stati”

Premesso che:

il dibattito sulle cause della crisi è praticamente scomparso dalla scena pubblica;

in un contesto di questo tipo le politiche di austerity rappresentano un sacrificio drammaticamente inutile per i cittadini in quanto, sostanzialmente, si tratta di versare ulteriore liquidità nel buco nero della finanza speculativa;

i leader dei paesi europei stanno tentando, in fretta e furia, di portare a regime il trattato che istituisce il Meccanismo Europeo di Stabilità (MES), ossia lo strumento scelto dalla politica di Bruxelles per fornire assistenza finanziaria ai paesi in difficoltà, sulla base, si badi bene, del rispetto da parte dello Stato (potenziale) debitore di “rigorose condizionalità” negoziate con il MES nell’ambito di un programma macro-economico di aggiustamento e di una rigorosa analisi di sostenibilità del debito pubblico.

 Il trattato MES non è semplicemente un insieme di regole finalizzate ad ottenere la stabilità finanziaria della zona euro, ma si tratta di un documento che disciplina l’istituzione di un organismo finanziario internazionale dove i 17 paesi aderenti, compresa l’Italia, dovranno negoziare, non in qualità di Stati sovrani ma di soci e di debitori, scelte di politica nazionale al fine di ottenere la liquidità necessaria per evitare il default.

La pericolosità di tale scelta per i cittadini europei è riscontrabile nelle trattative con il governo greco: organismi internazionali (Troika) mirano a sostituirsi alle istituzioni nazionali imponendo ai rappresentanti politici la firma di un documento che attribuisce il peso della crisi alla popolazione, in cambio dell’assistenza finanziaria necessaria per pagare il debito in scadenza.

Taglio delle pensioni, riduzione dei salari minimi e privatizzazioni, queste sono misure di austerità che scavalcano i sistemi democratici e che tolgono ai cittadini la possibilità di poter attuare politiche di sviluppo economico in grado di contrastare la finanza speculativa.

Il MES intende operare come un qualsiasi istituto finanziario, erogando prestiti, rivolgendosi al mercato per potere soddisfare le richieste di concessione di denaro al fine di ottenerne un profitto.

I membri dell’istituzione finanziaria MES, compresi quelli dello staff, sono immuni da procedimenti legali in relazione ad atti da essi compiuti nell’esercizio delle proprie funzioni.

Il MES gode inoltre di una incomprensibile “inviolabilità” dei documenti.

Il trattato stabilisce che i beni, le disponibilità e le proprietà del MES, ovunque si trovino e da chiunque siano detenute “godono dell’immunità da ogni forma di giurisdizione, salvo qualora il MES rinunci espressamente alla propria immunità in pendenza di determinati procedimenti o in forza dei termini contrattuali, compresa la documentazione inerente gli strumenti di debito” e “non possono essere oggetto di perquisizione, sequestro, confisca, esproprio e di qualsiasi altra forma di sequestro o pignoramento derivanti da azioni esecutive, giudiziarie, amministrative o normative”.

Dal punto di vista democratico, considerando anche i grandi sacrifici che vengono chiesti agli Stati europei, risulta incomprensibile la scelta di garantire l’esenzione fiscale al MES.

Nonostante l’assenza pressoché totale di informazione, il trattato MES non è ancora entrato in vigore in quanto occorre la ratifica da parte degli Stati aderenti della modifica dell’art. 136 del Trattato sul Funzionamento dell’UE (decisione del Consiglio Europeo) che istituisce il meccanismo di stabilità finanziaria per la zona euro.

Il Parlamento europeo si è già espresso in favore della modifica dell’art. 136 con 494 voti favorevoli.

Se i Parlamenti nazionali ratificano l’entrata in vigore del trattato MES si potrebbero anche verificare gravi scenari di retrocessione civile.

In Italia, il disegno di legge (n. 2914/2011) per la ratifica è stato presentato dall’ex ministro degli Affari esteri, Franco Frattini, di concerto con l’ex ministro dell’Economia e delle Finanze, Giulio Tremonti, l’ex ministro dello Sviluppo economico, Paolo Romani, l’ex ministro per le Politiche europee, Anna Marina Bernini Bovicelli.

Già la 1° commissione permanente Affari Costituzionali ha dato esito “non ostativo” (14 dicembre 2011), e la 14° commissione permanente Politiche dell’Unione europea si è espressa in modo favorevole con osservazioni (25 gennaio 2012).

Sarebbe estremamente utile che i cittadini degli altri 16 Stati verificassero lo stato di attuazione della ratifica della modifica dell’art. 136 nel proprio paese.

Si chiede:

ai parlamentari nazionali di esprimere voto contrario alla ratifica della modifica dell’art. 136 del Trattato sul Funzionamento dell’UE;

al Presidente del Consiglio Mario Monti di spiegare ai cittadini italiani “luci ed ombre” del Trattato MES mediante dibattiti pubblici e di valutare proposte alternative di soluzione alla crisi;

al Presidente della Repubblica di non autorizzare la ratifica e di riferire pubblicamente le motivazioni del grande silenzio sui reali termini dell’entrata in vigore del MES.

Si invitano:

associazioni, movimenti, intellettuali, lavoratori, imprenditori e qualsiasi altra categoria sociale dei 17 paesi aderenti a mobilitarsi per contrastare l’entrata in vigore del trattato MES sottoscrivendo questa mozione popolare.

Sarebbe inoltre utile inviare richieste di chiarimenti ai parlamentari nazionali, ai ministri e, almeno per quanto riguarda l’Italia, al Presidente della Repubblica; invitare giornalisti di qualsiasi mezzo di informazione pubblico o privato a trattare la questione; chiedere a magistrati e a docenti universitari di valutare l’esistenza di profili di incostituzionalità e ad esprimersi sull’impatto che le immunità e i privilegi contenuti nel trattato MES possono avere nella vita democratica del paese, tenendo anche conto del crescente grado di corruzione politica.

*****

 

Il Fondo europeo di stabilità finanziaria (FESF) e il Meccanismo europeo di stabilità (MES) contro i popoli di Europa

 

di Damien Millet, Eric Toussaint, François Sana

6 marzo 2012

 

In reazione alla crisi greca e di fronte al rischio rappresentato dal contagio delle crisi del debito sovrano, gli Stati membri dell’Eurozona, invece di aggredire il problema alle sue radici, nel maggio 2010 hanno istituito con grande urgenza il Fondo europeo di stabilità finanziaria(FESF).

Costituito in Lussemburgo, questo Fondo temporaneo (era previsto che doveva vedere la sua fine nel luglio 2013) [1], è stato concepito per rassicurare i mercati finanziari.

Il Fondo ha come obiettivo quello di assicurare la stabilità finanziaria dell’Eurozona, fornendo l’aiuto di urgenza a quei paesi della zona euro in preda a difficoltà finanziarie.

 

In buona sostanza, il FESF può fornire capitali freschi ai paesi che si rivolgono al Fondo per ottenere aiuto. Inoltre, ha la possibilità di acquistare i nuovi titoli del debito pubblico emessi sul mercato primario, a condizione che il paese in oggetto metta in opera un programma di austerità molto rigoroso e severo, che fa ricordare il sapore amaro della “salsa Fondo Monetario Internazionale” servita ai paesi del terzo mondo dopo gli anni ’80. [2]

Il FESF può anche intervenire sul mercato secondario, cosa che gli permette di alleggerire del carico le banche che possiedono titoli del debito pubblico dei paesi “a rischio”.

 

Come si finanzia il FESF? Il Fondo emette obbligazioni che sono garantite dagli Stati membri dell’Eurozona in proporzione della loro partecipazione al capitale della Banca Centrale Europea. Sulla carta, inizialmente la sua capacità di intervento consisteva in 250 miliardi di euro, poi si è arrivati ai 440 miliardi di euro, prima di arrivare ai 1.000 miliardi di euro, il 27 ottobre 2011.

 

Malgrado tutti questi sforzi, gli Stati membri della zona euro non sono riusciti a riassicurare i mercati, che esigono sempre di più: “Proprio quando doveva essere designato a raccogliere centinaia di miliardi di euro dai mercati per far fronte alla crisi dei debiti sovrani, da quel momento il Fondo suscita la diffidenza degli investitori. Il FESF ha dovuto fare doppia fatica per scovare 3 miliardi di euro per andare in aiuto dell’Irlanda. E ha dovuto concedere un tasso di interesse decisamente elevato. In cinque mesi, il differenziale con i tassi tedeschi si è più che triplicato.[3]!”

In realtà, al di là degli effetti propagandistici dei diversi vertici europei, nel dicembre 2011 il FESF aveva a disposizione solo 20 miliardi di euro, che era riuscito con grande fatica a raccogliere sui mercati finanziari attraverso la via traversa della vendita di obbligazioni. [4] Si trattava di una somma proprio inadeguata rispetto alle necessità.

Inoltre, dal momento in cui il FESF aveva per missione quella di andare in aiuto degli Stati più indebitati dell’Eurozona e delle banche private sull’orlo dell’abisso del fallimento, il Fondo rischia di aggravare ancor di più l’indebitamento dell’Europa (particolarmente se entrano in gioco le garanzie degli Stati membri dell’Eurozona), contribuendo quindi all’esplosione della zona euro.

 

D’altra parte, la Commissione europea, completamente presa in contropiede dagli avvenimenti e messa a confronto con lo scacco del FESF, all’inizio del novembre 2011 ha chiesto un’accelerazione dei lavori con l’obiettivo di rinforzare la capacità di intervento di questo Fondo, ma tutto ciò non è servito a nulla.

Il mese successivo, il Consiglio europeo decideva di anticipare di un anno l’entrata in funzione dell’istituto successore del FESF, il Meccanismo europeo di stabilità (MES) [5], che a sua volta doveva costituire un’effettiva istituzione finanziaria internazionale, il cui paniere di intervento doveva essere fissato sui 500 miliardi di euro, comprensivi dei 250 del FESF.

Ben fornito in parte dagli Stati, nei fatti il MES sarà uno strumento permanente del trasferimento di ricchezza dai popoli alle banche. A dimostrazione di ciò, il quadro legale del MES sottometteva i popoli a fornire garanzie e fideiussioni alle banche.

 

Per istituire il MES, il Consiglio di Europa del marzo 2011 ha modificato l’articolo 136 del Trattato sul funzionamento dell’Unione europea con il seguente collegato: “Gli Stati membri che usufruiscono dell’euro come moneta possono attuare un meccanismo di stabilità che sarà attivato quando si renderà necessario ed indispensabile per preservare la stabilità dell’Eurozona nel suo complesso. La concessione, a titolo del meccanismo, di tutta l’assistenza finanziaria necessaria sarà subordinata ad una stretta e rigorosa condizionalità. [6]”

L’articolo 9 del Trattato che istituisce il MES precisa: “ I membri del MES si impegnano in maniera irrevocabile e incondizionata a versare su richiesta il fondi esigibili dal direttore generale in virtù del presente paragrafo entro i sette giorni successivi alla ricevuta della suddetta domanda. [7]”

Gli articoli 27 e 30 accordano personalità giuridica al MES, che potrà intentare procedimenti giudiziari (per esempio, contro uno Stato che non versa le somme richiestegli), ma godrà (come pure i membri della direzione e del suo personale) di immunità diplomatica.

Per di più, i documenti del MES non saranno assolutamente a disposizione per essere resi pubblici: “gli archivi del MES e tutta la documentazione che gli appartiene o che detiene sono inviolabili.”

(articolo 27)

 

Dopo gli accordi del dicembre 2011, il MES verrà governato secondo la regola della maggioranza qualificata: per essere valida, una decisione dovrà raccogliere almeno il parere favorevole dell’85 % di coloro che hanno diritto al voto; in precedenza era prevista l’unanimità. Questo conferisce un diritto di veto di fatto a tre paesi che detengono più del 15% dei voti: la Germania (27,1 %), la Francia (20,4 %) e l’ Italia (17,9 %).

Qualsiasi altro paese non potrà da solo opporsi ad una decisione del MES, come è avvenuto nell’autunno del 2011 nel caso della Finlandia o della Slovacchia.

In conclusione, ecco una istituzione che sarà permanente, antidemocratica, inattaccabile sul piano giuridico, occulta, e che potrà esigere, non importa quale sia il paese dell’Eurozona, con una scadenza di una settimana, miliardi di euro “in maniera irrevocabile e incondizionata”!

 

Questi sono segnali che non ingannano: l’Europa della finanza utilizza la crisi e la questione del debito pubblico per assumere i pieni poteri. Il suo credo è “austerità per i popoli!”

 

Fonte: CADTMComitato per l’Annullamento del Debito del Terzo Mondo, Rete internazionale di lotta per l’abolizione del debito dei paesi del Sud del mondo.

 

Note :

 

[1] Il Consiglio europeo di dicembre 2011 ha anticipato di un anno la sostituzione del FESF con il MES, nel luglio 2012.

 

[2] Damien Millet e Éric Toussaint, “60 domande, 60 risposte sul debito, il FMI e la Banca mondiale”, Bruxelles-Genève, CADTM-Syllepse, 2008.

 

[3] Marianne, 12-18 novembre 2011.

 

[4] Pierre-Henri Thomas, “L’Europa non tira fuori il suo bazooka », Le Soir, 10-11 dicembre 2011.

 

[5] Vedere il sito http://www.interpellation-mes.be

 

[6] http://www.european-council.europa….

 

[7] Per il testo del Trattato in inglese, vedere http://consilium.europa.eu/media/12

 

***

 

MES, il nuovo dittatore europeo

6 marzo 2012

 

http://www.michelcollon.info/MES-le-nouveau-dictateur-europeen.html?lang=fr

 

da Investig’Action michelcollon.info

 

Il 2 febbraio 2012, è stato firmato dagli Stati membri dell’Eurozona il Trattato sul Meccanismo Europeo di Stabilità (MES).

Il MES sarà un’istituzione finanziaria internazionale con sede in Lussemburgo. Il suo scopo sarà quello di fornire assistenza finanziaria ai suoi membri (gli Stati membri dell’area euro, colpiti o minacciati da gravi problemi di finanziamento), se indispensabile per la salvaguardia della stabilità finanziaria dell’area euro nel suo complesso.

 

Perché il Meccanismo Europeo di Stabilità MES possa essere emanato, il Trattato che lo istituisce deve essere ratificato dai Parlamenti di 17 Stati membri. Comunque, molti dei passaggi di questo Trattato vengono riconosciuti antidemocratici, e si beffano di principi fondamentali come quello di rendere conto al popolo.

Ai Belgi, da Investig’Action viene raccomandato di reagire inviando la lettera che segue ai loro parlamentari. Diventa indispensabile questa azione anche per gli Italiani!

 

Signora, Signore,

Io, sottoscritto…, vi scrivo in merito al Trattato europeo che istituisce il Meccanismo Europeo di Stabilità, sul quale dovrete pronunciarvi prossimamente in quanto parlamentare.

Sono sorpreso(a) del silenzio che circonda questo Trattato cruciale e sono indignato(a) per l’assenza di una consultazione popolare a questo riguardo. Bisogna imperativamente aprire un dibattito pubblico su questa questione senza alcuna dilazione. Fino a questo momento i cittadini non sono stati direttamente consultati, e siete voi a dover giocare la partita, ed io conto su di voi.

In seno a questo meccanismo, le decisioni saranno prese dal Consiglio dei governatori composto esclusivamente dai ministri delle finanze della zona euro. (1)

Nessun veto e nessuna autorità dei parlamenti nazionali sono previsti su questi ministri, quando agiscono in qualità di governatori. Per di più, in questa condizione essi potranno godere di una immunità totale che permetterà loro di sfuggire ad ogni azione giudiziaria. (2)

Nondimeno, essi avranno liberamente a loro disposizione le casse dello Stato a cui faranno riferimento, che dovrà acconsentire in modo “irrevocabile e incondizionato” (3) alle loro richieste.

Inoltre, è interessante sottolineare come il bilancio di partenza (4) del MES, vista la possibilità di richieste pressanti di fondi agli Stati membri da soddisfare nell’arco di soli sette giorni (5), non ha un limite massimale e dunque può aumentare illimitatamente su decisione del Consiglio dei governatori (6).

Nessun membro o dipendente di questa struttura sarà eletto dal popolo, né responsabile nei suoi confronti. Ancora più stupefacente, il MES può citare in giudizio, ma non può essere perseguito, nemmeno da parte di governi, amministrazioni o tribunali. (7)

La mancanza di trasparenza riguarda anche i documenti del MES, “inviolabili” (8), che non saranno resi pubblici, a meno che il Consiglio dei governatori non conceda il consenso.

Negazione delle competenze fiscali e di bilancio dei parlamenti nazionali, negazione dei principi fondamentali della democrazia, impossibilità di fare opposizione presentando veto, totale immunità giudiziaria, opacità dei documenti… tantissime procedure antidemocratiche, che mi spingono a chiedervi oggi di adottare una posizione chiara su questo Trattato.

Lei, si prepara ad accettarlo o a respingerlo? È pacifico che terrò ben presente la vostra reazione su questa questione cruciale la volta prossima che sarò chiamato(a) alle urne. Per vostra informazione, la vostra reazione sarà resa pubblica in un sito web opportuno, permettendo così ai cittadini di sapere quali parlamentari hanno risposto a questa interpellanza, e come ciascuno di voi si sarà pronunciato.

In anticipo, grazie per la vostra risposta.

 

Trattato europeo che istituisce il Meccanismo Europeo di Stabilità MES.

http://www.european-council.europa.eu/media/582889/08-tesm2.it12.pdf

 

(1) Articolo 5.1 “Ogni membro del MES nomina un governatore e un governatore supplente. Tali nomine sono revocabili in qualsiasi momento. Il governatore è un membro del governo di detto membro del MES responsabile delle finanze. Il governatore supplente è pienamente abilitato ad agire a nome del governatore in caso di assenza di quest’ultimo.”

 

(2) Articolo 35.1. “Nell’interesse del MES, il presidente del consiglio dei governatori, i governatori e i governatori supplenti, gli amministratori, gli amministratori supplenti, nonché il direttore generale e gli altri membri del personale godono dell’immunità di giurisdizione per gli atti da loro compiuti nell’esercizio ufficiale delle loro funzioni e godono dell’inviolabilità per tutti gli atti scritti e documenti ufficiali redatti.

 

(3) Articolo 9.3. “Il direttore generale richiede in tempo utile il capitale autorizzato non versato se questo è necessario ad evitare che il MES risulti inadempiente rispetto ai previsti obblighi di pagamento, o di altro tipo, nei confronti dei propri creditori. Il direttore generale informa il consiglio di amministrazione e il consiglio dei governatori di tali richieste. Allorquando sia rilevata un’eventuale carenza di fondi nelle disponibilità del MES, il direttore generale effettua tale(i) richieste(i) di capitale quanto prima possibile al fine di garantire che il MES disponga di fondi sufficienti per onorare la totalità dei pagamenti dovuti ai creditori alla scadenza prevista. I membri del MES si impegnano incondizionatamente e irrevocabilmente a versare il capitale richiesto dal direttore generale ai sensi del presente paragrafo entro sette giorni dal ricevimento della richiesta.

 

(4) Articolo 8.1. “Lo stock di capitale autorizzato del MES ammonta a 700.000 milioni di EUR. Esso è suddiviso in sette milioni di quote, ciascuna del valore nominale di 100.000 EUR, sottoscrivibili in conformità al modello di contribuzione iniziale di cui all’articolo 11 e calcolato nell’allegato I.”

 

(5) Articolo 9.3. Vedi al punto (3)

 

(6) Articolo 10.1. “Il consiglio dei governatori riesamina periodicamente e, almeno ogni cinque anni, la capacità massima erogabile e l’adeguatezza del capitale autorizzato del MES. Esso può decidere di adeguare il capitale autorizzato e di modificare di conseguenza l’articolo 8 e l’allegato II. Tale decisione entra in vigore dopo che i membri del MES hanno notificato al depositario l’avvenuto completamento delle procedure nazionali applicabili. Le nuove quote sono assegnate ai membri del MES in conformità al modello di contribuzione di cui all’articolo 11 e all’allegato I.”

 

(7) Articolo 32 (2, 3, 4 in particolare) Status giuridico, privilegi e immunità.

1. Al fine di consentire al MES di realizzare il suo obiettivo, allo stesso sono conferiti nel territorio di ogni suo membro lo status giuridico ed i privilegi e le immunità definiti nel presente articolo. Il MES si adopera per ottenere il riconoscimento del proprio status giuridico e dei propri privilegi e delle proprie immunità negli altri territori in cui opera o detiene attività.

 

2. Il MES è dotato di piena personalità giuridica e ha piena capacità giuridica per:

a) acquisire e alienare beni mobili e immobili, b) stipulare contratti; c) convenire in giudizio; d) concludere un accordo e/o i protocolli eventualmente necessari per garantire che il suo status giuridico e i suoi privilegi e le sue immunità siano riconosciuti e che siano efficaci.

 

3. I beni, le disponibilità e le proprietà del MES, ovunque si trovino e da chiunque siano detenute, godono dell’immunità da ogni forma di giurisdizione, salvo qualora il MES rinunci espressamente alla propria immunità in pendenza di determinati procedimenti o in forza dei termini contrattuali, compresa la documentazione inerente gli strumenti di debito.

 

4. I beni, le disponibilità e le proprietà del MES, ovunque si trovino e da chiunque siano detenute, non possono essere oggetto di perquisizione, sequestro, confisca, esproprio e di qualsiasi altra forma di sequestro o pignoramento derivanti da azioni esecutive, giudiziarie, amministrative o normative.

 

5. Gli archivi del MES e tutti i documenti appartenenti al MES o da esso detenuti sono inviolabili.

 

6. I locali del MES sono inviolabili.

 

7. I membri del MES e gli Stati che ne hanno riconosciuto lo status giuridico e i privilegi e le immunità riservano alle comunicazioni ufficiali del MES lo stesso trattamento riservato alle comunicazioni ufficiali di un membro del MES.

 

8. Nella misura necessaria allo svolgimento delle attività previste dal presente trattato, tutti i beni, le disponibilità e le proprietà del MES sono esenti da restrizioni, regolamentazioni, controlli e moratorie di ogni genere.

 

9. Il MES è esente da obblighi di autorizzazione o di licenza applicabili agli enti creditizi, ai prestatori di servizi di investimento o ad altre entità soggette ad autorizzazione o licenza o regolamentate secondo la legislazione applicabile in ciascuno dei suoi membri.

 

(8) Articolo 35.1. Vedi al punto (2)

 

http://www.michelcollon.info/Le-FESF-et-MES-contre-les-peuples.html?lang=fr

 

Damien Millet (professore di matematica, portavoce di CADTM France), François Sana (economista), Eric Toussaint (dottore in scienze politiche, presidente di CADTM Belgique, membro del Consiglio scientifico di ATTAC France).

Damien Millet e Eric Toussaint hanno diretto la pubblicazione collettiva “La Dette ou la Vie – Il debito o la vita”, Aden-CADTM, 2011, che ha ricevuto il Premio del libro politico alla Fiera del libro politico di Liegi nel 2011. Ultimo libro in data odierna: “AAA, Audit, Annulation, Autre politique – AAA, Audit, Annullamento, Altra politica”, Le Seuil, Paris, 2012.

 

(Traduzione ed elaborazione di Curzio Bettio di Soccorso Popolare di Padova)

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