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Venezuela. Le calunnie abbondano nelle pagine degli sciocchi

Non è la prima volta e non sarà certamente l’ultima che ci troviamo a commentare e contrastare la demagogia e le falsità degli organi di informazione e della carta stampata sui processi rivoluzionari in corso nel continente latino-americano e in particolare in Venezuela.

Solitamente le monotone rivelazioni insistono nel tentativo di convincere qualcuno che in Venezuela non c’è democrazia e che il suo Presidente Ugo Chavez è un dittatore. Questa volta, forse rendendosi conto che continuare a definire “dittatore” il legittimo vincitore di dodici competizioni elettorali su tredici, dal 1999 a oggi, più che poco credibile diventa grottesco, hanno cambiato spartito e intonato una musichetta nuova che, cialtroneria a parte, rasenta il ridicolo.

“Traditi da Chavez” titola la copertina della rivista “Internazionale”, settimanale italiano dell’ area del centro-sinistra, che ci propone l’articolo di Liza Lopez e John Magdaleno di Revista Anfibia, dall’Argentina. Sottotitolo: Milioni di venezuelani non credono più al Presidente Chavez, ma non vogliono schierarsi con l’opposizione. Saranno decisivi nelle elezioni del 7 ottobre. Al centro della rivista l’inchiesta di dieci pagine, il Venezuela tradito.

Per la prima volta da quando è al potere, Ugo Chavez rischia seriamente di non essere rieletto, è evidentemente l’auspicio dei due giornalisti e della rivista Internazionale che li ha ospitati, e per motivare questa speranza raccontano le storie di alcuni cittadini venezuelani, quasi tutti chavisti pentiti perché traditi.

Inoltre l’inchiesta ci regala la sorprendente scoperta che anche in Venezuela (come in ogni altro paese del mondo, aggiungiamo noi) c’è una parte dell’elettorato che non si schiera né col Governo né con l’opposizione, ma la notizia non è poi così banale perché è proprio su questo che puntano, raccontando di cittadini “non allineati” che in quanto traditi dal Presidente Chavez, potrebbero con il non voto determinarne la sconfitta.

Ma sulle spiegazioni del tradimento arriva il bello e la fantasia come spesso accade supera la realtà. Lasciamo stare le dichiarazioni tipo “il Presidente non ha mantenuto gli impegni” senza naturalmente dire quali, visto che negli ultimi undici anni sono stati creati 4 milioni di posti di lavoro, debellato l’analfabetismo, ricostruito un sistema sanitario pubblico, aumentati i salari e le pensioni ecc.

Lasciamo stare anche un’altra affermazione sul fatto che i venezuelani sarebbero stanchi del clima di divisione e scontro politico fra Governo e opposizione, visto che lo sfidante Henrique Capriles ha partecipato direttamente al colpo di stato del 2002 contro Chavez e da allora l’oligarchia reazionaria che lo sostiene non ha certo cercato il dialogo, ma messo in atto provocazioni continue, ricorrendo alla prevaricazione e alla violenza, anche armata.

Ma quando, per motivare le cause della presunta perdita di consenso del Presidente, si afferma che non ha cambiato la politica economica, che il Venezuela è troppo dipendente dal petrolio e che non si è messo in atto un cambiamento strutturale del sistema produttivo, allora significa davvero che gli argomenti sono finiti e non gli resta, come si dice, che arrampicarsi sugli specchi.

E allora si arrampichino pure, ma di una cosa devono convincersi, che la Rivoluzione Bolivariana del Presidente Chavez, non permetterà alle oligarchie locali e alle multinazionali di arricchirsi alle spalle del popolo rimettendo le mani sulle risorse naturali del paese. La nazionalizzazione del settore petrolifero e dei settori strategici, dopo due decenni di sfruttamento neo-liberista, non ha prodotto soltanto crescita economica, ma ha permesso una forte redistribuzione sociale e dato impulso a programmi di sviluppo e integrazione solidale in tutta l’area latino-americana e caraibica con l’alleanza dell’ALBA.

Al riguardo, ci permettiamo di segnalare qualche dato relativo agli scambi economici e commerciali della Repubblica Bolivariana del Venezuela, a livello regionale e oltre, che potrebbero essere utili anche alla rivista Internazionale e ai “non allineati” in buona fede, per comprendere la portata del cambiamento messo in atto dal Presidente Chavez.

Nel 2007 quando la rivoluzione ha preso il controllo delle telecomunicazioni c’erano 7700 km di fibra ottica, nel 2011 ne sono stati realizzati 6481 km garantendo la connessione con Manaos (Brasile).

Con l’accordo Venezuela-Argentina del 21 marzo 2012 ci saranno ben 23.000 km di fibra ottica che porteranno alla costruzione de “L’anello ottico” che circonderà tutta l’America Latina. Questo permetterà la sovranità e una maggiore sicurezza, eliminando l’obbligo di passare per gli USA per accedere a Internet.

In questo ultimo anno sono stati realizzati accordi di cooperazione tra Venezuela e Brasile che abbracciano l’area delle infrastrutture, della salute, dell’agricoltura, della casa, e del commercio.

Allo stesso tempo sono avanzati processi di integrazione regionale nel Banco del Sur e nel Consiglio Sudamericano di Infrastruttura e Pianificazione (Cosiplan), e il rafforzamento di strutture regionali come la Unión de Naciones del Sur (UNASUR) che stanno sviluppando azioni di integrazione e di avvicinamento anche con il continente africano e il Medio-Oriente.

Il satellite Miranda, lanciato dalla Cina nel quadro di cooperazione bilaterale con il Venezuela, è il secondo dopo il satellite per le telecomunicazioni “Simon Bolivar” messo in orbita nel 2008. Il Miranda è un satellite di osservazione che permetterà allo Stato Venezuelano di poter disporre di dati e immagini di grande utilità per la pianificazione e il monitoraggio in diverse aree del paese, del processo di sviluppo dell’industria, della scienza, del settore agricolo e della costruzione delle case.

Importanti scambi commerciali e nel campo della difesa sono stati sottoscritti con la Russia, e altrettanti significativi accordi sono stati siglati tra Venezuela e Iran, entrambi membri dell’OPEC, nel settore energetico, dopo aver creato nel 2010 una banca di capitale misto con un investimento iniziale di 200 milioni di dollari.

In conclusione, scrivano pure quello che vogliono nemici, oppositori e detrattori vari di destra e di “sinistra”, non possiamo impedirlo, ma per quanto ci riguarda sosteniamo con forza il Presidente Ugo Chavez, nella certezza di una nuova grande vittoria nelle elezioni del 7 ottobre, per la Rivoluzione Bolivariana e l’avanzata del cammino intrapreso nella costruzione del socialismo nel XXI secolo.

Associazione e Rivista Nuestra America

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