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Grandi appetiti sul Sahel

Mentre i mass media ci propinano i dettagli sull’ordine costituzionale, l’islamismo, l’intangibilità delle frontiere, ogni “esperto” (ben pagato e non neutro come dimostra il documentario sui “nuovi cani da guardia”) trova l’occasione di spiattellare il suo sapere su questioni che, per i potenti di questo mondo, sono secondarie.
L’ordine costituzionale è rispettabile solo fino a quando non è disturbato dal risultato di un referendum come nel 2005 in Francia, l’islamismo è ora incoraggiato (guerra dell’Afghanistan 1979-1989) ora utilizzato (Yugoslavia) o all’occasione brandito come uno spauracchio quando sono intrattenute strette relazioni con i paesi che li finanziano (Arabia Saudita, Qatar).
Tutto questo spettacolo ipocrita serve a mascherare altri giochi.

La carta qui sopra emessa da un club molto ufficiale poiché è una sorta di commissione specializzata dell’OCSE sul Sahel e l’Africa dell’Ovest. Nulla di più rispettabile per i poteri capitalisti che contano, perché l’OCSE è l’istituzione che è succeduta all’OECE incaricata dall’inizio della guerra fredda della ripartizione del piano Marshall cioè della messa sotto controllo economico dei paesi dell’occidente europeo da parte degli Stati Uniti. Dopo si è installata l’OCSE come ufficio di ricerca e di pianificazione dell’ordine capitalista occidentale dominante. 

Che sia stato creato in seno all’OCSE un “club Sahel e Africa Occidentale” è sufficiente a dimostrare che questa regione del mondo è considerata dal capitalismo occidentale come un cortile di casa e che per questa zona ci sono dei progetti e degli appetiti che non si preoccupano minimamente della sovranità degli stati della regione.

Cosa dice questa carta?

  1. Primo sulla popolazione

Che i Touareg sono in maggioranza nella zona del nord del Mali, ciò è un’evidenza demografica di lunga data e questa parte del territorio del Mali attuale è chiamata AZAWAD termine rivendicato dal MNLA.

Che non sono in maggioranza al sud dell’ansa del Niger. Anche qui un riepilogo dei fatti.
Ma soprattutto dimostra che la zona a dominanza Touareg supera di molto il Mali, che si estende fino in Libia e che è destabilizzata dalla scomparsa del regime libico.

  1. In seguito sulle risorse ambite:

Il livello attuale del corso dell’oro e le inquietudini della classe possidente sulla stabilità delle monete dei paesi capitalisti ricchi ha scatenato una corsa mondiale verso il metallo giallo.
L’accesso a nuovi giacimenti di petrolio e di gas è una preoccupazione strategica degli Stati Uniti ma anche dell’Unione Europea e vogliono mettere mano sui nuovi giacimenti prima dell’India e della Cina. L’Africa dell’Ovest è dunque da questo punto di vista terreno di caccia prioritario.

  1. Ultimo : indicazione di portata politica e strategica considerevole: “Il gas del bacino di Taoydéni potrebbe essere esportato via Algeria”. Qui si esprime la paura che l’Algeria e la sua società petrolifera nazionale SONATRACH che ha cominciato già ad affiancarsi alle società occidentali (Total e ENI in particolare) nelle ricerche promettenti in Mauritania e in Mali divenga padrona del gioco.

Per impedirlo niente di meglio che un grande disordine “islamico” per mettere sulla difensiva il potere algerino, il solo che conservi ancora un po’ di indipendenza dal Cairo a Rabat.

Ma un’altra storia è possibile, che evidentemente non è quella che vogliono scrivere le potenze membri dell’OCSE e cioè che sotto la protezione dell’Algeria, che oggi ha da sola le capacità militari e tecniche per farlo, i paesi della regione si mettano d’accordo per sfruttare insieme queste nuove risorse petrolifere, le utilizzino per il loro proprio sviluppo e esportino il resto da un porto da costruire sull’Atlantico in Mauritania o in Senegal. Un vero progetto Sud – Sud che costituirebbe una vera decolonizzazione del Sahel e dell’Africa dell’Ovest.

Fonte : http://comaguer.over-blog.com/article-le-sahel-convoite-103620360.html

(traduzione di Susanna Angeleri



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