Menu

Todos somos Chavez

Todos Somos Chavez ,questo era lo slogan e il contenuto che ha guidato l’incontro promosso il 14 marzo dalla  Rete dei Comunisti in collaborazione con l’Associazione-Rivista Nuestra america e con i compagni de Lottantuno, che hanno ospitato l’iniziativa nella loro sede, nel popolare quartiere di Cinecittà. L’iniziativa ha visto la collaborazione dell’Ambasciata della Repubblica Bolivariana del Venezuela che è stata presente sia con la rappresentanza presso lo Stato italiano, sia quella presso la FAO, che quella presso la Santa Sede, e la presenza significativa degli Ambasciatori e del personale diplomatico dell’Ecuador, dello Stato Plurinazionale della Bolivia . Hanno fatto pervenire un messaggio e i loro saluti l’Ambasciata di Cuba e del Nicaragua, che a causa di impegni istituzionali non potevano essere presenti.

Durante la riunione molto partecipata, da compagni e compagne di organizzazioni politiche, dei rappresentanti di vari movimenti sociali e del sindacalismo di base e conflittuale, è arrivato da Caracas il saluto e l’intervento dell’Ambasciatore del Venezuela,  Julian Isaias Rodriguez Diaz, che ha ribadito come il popolo stia sostenendo il processo di costruzione di una società più giusta, egualitaria e solidale, iniziato dal Presidente Chavez. L’Ambasciatore ha concluso ricordando che pur nel dolore per la perdita del Comandante Hugo Chavez Frias , il popolo  è ben deciso  a difendere la patria e a continuare  il processo della rivoluzione bolivariana sostenendo il Presidente Nicolas Maduro.

L’incontro è stato aperto da Domenico Vasapollo della RdC , che ha  coordinato  il dibattito. Nel suo intervento ha ricordato che il Presidente Comandante Hugo Chavez Frias  rappresenta e rappresenterà una figura centrale nella storia del movimento di classe internazionale e il suo contributo di idee, di azione , di pratica rivoluzionaria  sarà guida all’emancipazione del popolo venezuelano , si è tramutato nel protagonismo della rivoluzione bolivariana all’interno nell’esperienza di transizione socialista dell’ALBA . La Rete dei comunisti ha  detto, Domenico Vasapollo  in conclusione del  suo breve intervento ritiene che il processo avviato dai paesi dell’ALBA , sia centrale per i popoli dell’America Latina, ma  è un esperienza che oggi offre elementi di analisi e progettualità tali indicarla come l’ alternativa internazionale in cui in Europa le organizzazioni rivoluzionarie e di classe dovranno avere come riferimento forte per contribuire attivamente ai percorsi per la rivoluzione socialista del XXI° Secolo.

Nel suo intervento Roger Rubio rappresentante in Italia della Gioventù del PSUV , ha  sottolineato , “oggi voglio esprimermi da patriota , abbiamo costruito una rivoluzione ed una democrazia orizzontale che coinvolge direttamente il popolo”.e ancora “La battaglia del Comandante Chavez iniziò nel 1989 quando da Tenete Colonnello si oppose alla dittatura del FMI, rifiutandosi di partecipare alla repressione del suo popolo”. In un passaggio che ha richiamato l’attenzione dei presenti il compagno Rubio ha paragonato , fatte salve le dovute differenze, la politica su cui è costruita  l’Unione Europea ossia gli interessi della BCE, del FMI e della borghesia, al periodo precedente la Rivoluzione Bolivariana. “Per noi la scelta è stata quella di rompere con queste politiche che sono a danno dei popoli e dei lavoratori”.  Il compagno Rubio ha sottolineato come nonostante il Venezuela sia da decenni tra i  maggiori  produttori di  petrolio, solo con il Presidente Chavez e con la rivoluzione bolivariana questa ricchezza è tornata al popolo in salari giusti e forti investimenti sociali e gratuiti. Ha poi proseguito affermando “oggi in Venezuela stiamo costruendo un modello solidale, una società più giusta, stiamo costruendo il socialismo del XXI° secolo. Il 14 aprile vedrò la vittoria del socialismo, con l’elezione di Nicola Maduro, un sindacalista, un figlio del popolo, un leader naturale, cresciuto nella lotta e maturato nella rivoluzione Bolivariana”   ha concluso il suo intervento con lo slogan forte e molto sentito  “ Todos somos Chavez ”.

Alba Del Rosario Coello Matute, Ministro plenipotenziario dell’Ambasciata dell’Ecuador, nel portare i saluti e  nel ricordare il Presidente Hugo Chavez Frias  haben evidenziato :”voglio ricordare  , venezuelano,latino americano…il lato  umano e d’amore del grande leader bolivariano , perché nessun leader ha saputo parlare al popolo come ha fatto Chavez, riuscendo ad umanizzare la politica”.  Il Presidente Chavez  ha poi proseguito ”ha  dato il latte a chi non lo aveva, ha dato modo di imparare  a leggere a chi ne era escluso…” ; ha poi ricordato l’impegno internazionalista del Presidente e del suo governo, che nei frangenti più critici “ha espresso la solidarietà ai popoli dell’America Latina,minacciati dai golpe e depredati dal neoliberismo” ,rilevando come Hugo Chavez non ha esitato a schierarsi  con i popoli del medio oriente, primo fra tutti il popolo palestinese. L’Ambasciatrice ecuadoriana ha sottolineato i fraterni rapporti che legano i popoli dell’ALBA nel socialismo del XXIsecolo ,di cui la  Revolucion Ciudadana è parte e quanto questo processo sia fondamentale per tutti  i popoli dell’America Latina.

L’incontro è stato senza ombra di dubbio caratterizzato da un livello di dibattito e di approfondimento anche in alcuni passaggi teoricamente alto, dove  però non sono mancati momentii carichi di emotività, e non poteva essere diversamente vista  la presenza dei rappresentanti dei Bolivia, Ecuador e Venezuela che con i loro interventi hanno rivendicato politicamente e “umanizzato” i successi raggiunti dal socialismo del XXI secolo e restituito  la figura autentica di Hugo Chavez Frias come rivoluzionario combattente fin dalla giovane età..

Nel loro intervento i compagni de Lottantuno, che hanno ospitato l’iniziativa,   hanno seguito l’originalità e profondità del loro contributo che li contraddistingue nell’analisi prendendo a riferimento “l’articolo di Michele Testoni dal titolo “Il Venezuela e il futuro del modello chavista” comparso sul numero 59 della rivista Aspenia, legata all’Aspen Institute, un think tank statunitense al cui interno ci sono facoltosi industriali e personaggi come Kissinger.” Come sottolineato nel loro intervento  “ l’articolo in questione non è in favore di Chávez…… Allo stesso tempo, però, pone alcuni punti fermi molto interessanti,   ad esempio vengono riconosciute le conquiste sociali dall’inizio della “rivoluzione bolivariana”. Proseguendo nell’intervento e il compagno de Lottantuno rilevava che  loro malgrado i liberal dovevano riconoscere che in Venezuela :” c’è un pluralismo nell’informazione e anche nel sistema partitico”.   I compagni hanno chiuso il loro intervento dicendo : “Noi, come tutti i sinceri rivoluzionari, avevamo augurato lunga vita al Presidente Chávez. Se non fosse morto Chávez avrebbe governato (almeno) fino al 2019, quando avrebbe avuto 65 anni. Eppure siamo convinti che nel 2019 festeggeremo lo stesso, insieme a tutto il popolo venezuelano, i venti anni della “rivoluzione bolivariana”. Hasta siempre Presidente, chi ha tanti compagni non muore mai.”

Secondo Hector Perez, incaricato d’affari presso l’ambasciata venezuelana presso la S.Sede,  questi sono  tempi segnati dalla crisi economica, dalle mille difficoltà ad essa legate, ma dobbiamo lavorare allo sviluppo dei movimenti sociali. “In tempo di crisi ci sono persone che cercano il profitto individuale a scapito di altri”..”Ma è in questi momenti che si affermano uomini pronti a lottare e a dare la propria vita per garantire la sanità pubblica, il diritto al lavoro, all’istruzione …chi potrebbe negare che uno di questi uomini sia Hugo Chavez Frias!”.  A conclusione del suo efficace intervento Hector Perez si è rivolto ai compagni che riempivano la sala: “Signori nessuno ha detto che la strada sia semplice. Sono 200 anni che lottiamo, Bolivar ha lottato per un popolo, Chavez ha lottato insieme al popolo …indipendenza e patria socialista venceremos!”. E sulla stessa lunghezza d’onda con gran emozione si è espresso il rappresentante diplomatico dell’Ambasciata della Repubblica Bolivariana del Venezuela presso la FAO.

L’Ambasciatore della Repubblica Plurinazionale della Bolivia ,Antolin Ayaviri,  ha ricordato come la Bolivia del  paradigma anticapitalista del Vivir bien e della Pacha Mama sia profondamente legata alla rivoluzione bolivariana “Hugo Chavez è un amico ed un fratello di ogni uomo del popolo” ha detto ricordando il cammino comune contro l’ingiustizia e per lo sviluppo sociale dei popoli dell’ALBA. “Nel 2008 mi ricordo che senza l’intervento, del compagno fraterno, dell’amico vero Hugo Chavez che sostenne la Bolivia (dal tentativo di Golpe) senza quell’aiuto la storia forse sarebbe andata diversamente per il mio popolo e per la nostra rivoluzione. Abbiamo perso un amico, un compagno, un fratello . Lo hanno perso non solo i popoli dell’America Latina, ma di tutto il mondo perché la lotta anticapitalista, contro l’ingiustizia e contro l’imperialismo, è la stessa lotta.”

L’incaricato d’affari dell’Ambasciata del Venezuela in Italia Alfredo Viloria, ha dato risalto al ruolo trainante del Venezuela, non solo per l’ALBA, ma anche per tutti i popoli Latino-Americani e Caraibici. Nonostante la morte del Presidente Hugo Chavez sia stato un duro colpo, la  forza ed il consenso intorno al alla rivoluzione sono ogni giorno più forti, e la mobilitazione popolare di questi giorni rappresenta la garanzia contro  i disegni reazionari delle opposizioni e dei loro sostenitori stranieri . In questa fase delicata e “di fronte alle minacce dell’imperialismo sappiamo di poter contare sul nostro popolo e sulla solidarietà internazionalista, dei popoli,  dei governi dell’ALBA e dell’America Latina e dei sostenitori della nostra rivoluzione in Europa ed in Italia.  Il  Comandante  Hugo Chavez è più vivo che mai, nel suo segno la rivoluzione avanza e lo vedremo presto insieme a noi  con la vittoria del compagno  Maduro  alle elezione del 14 aprile”.

Nel dibattito ,pur non essendo tra gli oratori  ufficiali,è stato invitato a portare un saluto il responsabile per l’AmericaLatina del Dipartimento Esteri del PRC ,Marco Consolo. Nel suo intervento ha reso omaggio alla figura del Comandante Chavez ed ha espresso la solidarietà ed il sostegno alla rivoluzione bolivariana.” L’esperienza dei paesi dell’ALBA ha sfidato l’imperialismo USA  e sta costruendo un percorso di indipendenza di sovranità. Un risultato raggiunto grazie ad una politica che ha visto le sinistre unite”.  Secondo Marco Consolo la sinistra italiana, uscita duramente sconfitta dalle ultime elezioni, deve  tutta riscoprire la forza dell’unità se  vuole uscire dall’attuale crisi politica.

L’intervento del Prof. Luciano Vasapollo, della segreteria nazionale della Rete dei Comunisti ha chiuso gli interventi e  dopo aver salutato e ringraziato per  il grande spirito solidale e partecipato sinceramente di tutto il corpo diplomatico presente, ha espresso solidarietà al popolo bolivariano, alla famiglia del Presidente e al Governo  ed ha sottolineato il sostegno della RdC al PSUV ed ai compagni del PCV che sostengono in prima fila il governo rivoluzionario. Luciano Vasapollo ha iniziato il suo intervento dicendo ” il combattente Comandante  Hugo Chavez non è morto, chi passa alòla storia non muore mai…..Non è retorica riconoscere il contributo del Presidente Chavez e accostarlo ai grandi della storia del movimento rivoluzionario di indipendenza anticolonialista e antimperialista e di emancipazione politico-sociale del continente latino americano come ,Ernesto Che Guevara, Bolivar , Josè Martì, Tupac Amaru, Tupac Catari. Quest’ultimo disse tornerò e sarò milioni, e i  milioni sono i contadini, le popolazioni indigene, Aymara, Quechua, Guaranì, Zamuco, sono i lavoratori, le donne dei barrios, sono i popoli dell’America Latina e del Caribe che si oppongono all’imperialismo e al capitalismo costruendo la grande speranza dell’umanità nel socialismo dell’ALBA. Quei popoli rivoluzionari che hanno dato vita alla rivoluzione bolivariana, al vivir bien, alla revolucion ciudadana, a Cuba socialista. Fidel Castro,Che Guevara, Hugo Chavez, Evo Morales,Rafael Correa,  sono i padri dell’attuale forza del socialismo per il XXI  secolo DELL’America Latina rivoluzionaria, anticapitalista,antimperialista e socialista, ma sono anche i nostri padri politici, di chi in Europa e nel mondo lotta sulla visione strategica rivoluzionaria per un futuro anticapitalista e socialista”.

Ha continuato sottolineando che “Guardiamo anche con grande  simpatia politica  ai governi democratici e progressisti, come l’Uruguay di Josè Mujica, l’Argentina di  Cristina de Kirchner, al Brasile di Dilma Rousseff, che pur non essendo socialisti rivoluzionari si muovono su ub terreno decisamente antimperialista e  dicono oggi agli USA e alla UE, l’America Latina non è più il vostro giardino, da oggi dovete fare i conti con noi” . Vasapollo ha poi proseguito evidenziando che gli equilibri mondiali stanno mutando e che intorno a Chavez e ai paesi dell’ALBA si sono riuniti paesi come i BRICS, che con identità politiche differenti ed interessi diversi sono anch’essi  in contrasto con i poli imperialisti europeo e statunitense. Ormai da alcuni anni intorno ai governi dell’ALBA si sta ricostruendo l’area dei paesi non allineati.

Vasapollo sempre a nome della RdC,  ha poi espresso parole di dura condanna per la vergognosa campagna mediatica lanciata dai media italiani e internazionali contro la Rivoluzione bolivariana, subito dopo la morte del comandante Chavez. Rilevando come queste operazioni siano legate ad una sistematica strategia di destabilizzazione nei confronti dei paesi che intraprendono un cammino indipendente e anticoloniale. In Italia l’offensiva della diffamazione ideologica ha visto in prima fila i giornali, gli intellettuali e le televisioni legate al Partito Democratico. Una linea in perfetta coerenza per un partito compiutamente liberista e legato al progetto del polo imperialista europeo.  Il dirigente della RdC ha ribadito il totale e pieno sostegno alla rivoluzione bolivariana,  al Presidente Nicolas Maduro, dichiarando che  “ seguiremo come ormai da molti anni direttamente sul posto le ultime fasi dell campagna elettorale e le elezioni  per le presidenziali del 14 aprile, con una  nostra delegazione che andrà in Venezuela in quei giorni per portare l’attiva solidarietà internazionalista, ma anche e soprattutto con tutti gli strumenti di propaganda e di informazione a nostra disposizione, portando tra i lavoratori e nei movimenti sociali e politici della sinistra di classe le ragioni della rivoluzione bolivariana e sostenendo con forza il candidato Presidente il compagno Nicolas Maduro”.

Rivolgendosi direttamente  ad alcuni passaggi dell’intervento del compagno Marco Consolo del PRC, il dirigente della RdC , ha sottolineato che “l’unità si fa nei percorsi di lotta, sostenendo l’azione dei sindacati di base conflittuali, piuttosto che le confederazioni concertative , collaborative e compromesse. L’unità tra le organizzazioni della sinistra di classe si costruisce, si verifica e si consolida  lavorando quotidianamente , duramente nelle lotte all’interno della classe lavoratrice, nel movimento di lotta per la casa, contro la precarietà , per il rafforzamento del welfare e la gratuità dei servizi , per le nazionalizzazioni e contro le privatizzazioni,per il diritti dei lavoratori migranti, nella difesa dei beni comuni, contrastando l’opportunismo della sinistra revisionista senza strategia e di quella  filo padronale che la strategia ce l’ha ed è quella di condividere e promuovere il massacro sociale dei lavoratori tutti , dei disoccupati , dei pensionati”. Ha poi proseguito, “nel caso dei  compagni de Lottantuno, come per altri  combattivi movimenti  di lotta politica e sociale, con loro parlare di unità è giusto e corretto perché significa parlare  e unirsi nelle lotte in cui ci ritroviamo tutti i giorni”.

Da qui secondo il Professor Vasapollo parte il reale processo di unità e di ricomposizione e non da sommatorie di gruppi dirigenti autoreferenziali o peggio ancora alchimie elettorali di pura convenienza personale e partitica fuori dalle dinamiche del conflitto sociale. La RdC non è pregiudizialmente contraria alle  elezioni, ma secondo Vasapollo “La via istituzionale non è una strada obbligata, questa è utile per dare voce alle lotte, al radicamento sociale, deve essere anche finalizzata all’accumulo di forze per aumentare la presa e la coscienza di classe e rivoluzionaria all’interno delle masse. Senza questa funzione essa diviene una tribuna per uno sterile  ceto politico sempre più burocratizzato e corrotto , che si contrappone alla risoluzione reale dei bisogni di tutti i soggetti sociali del lavoro e del lavoro negato”

Guardando alla situazione politica  italiana ed europea, secondo il compagno Luciano Vasapollo, in Italia le forze politiche si dividono in “Partiti che sostengono apertamente la BCE, tra questi il raggruppamento politico intorno all’ex Primo Ministro Monti ed il Partito Democratico. Ci sono poi i partiti della destra che provano a scommettere in un uscita reazionaria dall’UE. Infine c’è la sinistra, la cosiddetta sinistra radicale che non ha capito o non vuole capire che la crisi è sistemica e pone strategicamente la questione dell’uscita solo politica; questa sinistra fintamente radicale propone ancora una soluzione della crisi  in termini di compatibilità capitalista con un nuovo impossibile modello keynsiano sociale di antica e ormai superata memoria; una sinistra che non sa quale sia la via d’uscita perché non vuole le via d’uscita politica ed economica dal capitalismo, perché ha rinunciato alla costruzione dell’orizzonte socialista rivoluzionario…Siamo chiamati a rompere innanzitutto con  la pseudo sinistra , quella forza eurocentrica che sostiene la costruzione del polo imperialista europeo. Siamo chiamati a  rompere la UE, retta dalle le politiche antisociali della BCE e del FMI, che stanno impoverendo i lavoratori italiani dei cosiddetti PIIGS. Noi non siamo mai andati a Cuba, in Venezuela, in Bolivia a dire cosa deve fare Raul Castro,  Chavez,Evo Morales, andiamo lì da decenni con modestia per imparare e offrire solidarietà internazionalista fuori da qualsiasi logica di eurocentrismo di destra e soprattutto di sinistra.. Per quanto sia ovvio che le scelte politiche si fanno a partire dal proprio paese  e dal proprio contesto e non indicando le soluzioni agli altri movimenti, partiti e governi e senza sussumere modelli da importare ma guardiamo all’ALBA come il punto più avanzato oggi del socialismo possibile stante le attuali condizioni e i rapporti di forza in campo a livello internazionale.”

Questo secondo il dirigente della RdC ,significa apprendere dall’esperienza dei paesi dell’ALBA, senza ricerca di modelli e spiegazioni dottrinarie. 

“Se si vuole dare una prospettiva e costruire una alternativa anticapitalista e solidale  per l’uscita dalla crisi allora bisogna rompere con le istituzioni economiche e politiche del capitalismo, con le politiche del FMI, della BCE e con questa UE. . La realtà  oggi è  rappresentata da  una crisi di carattere sistemico del modo di produzione capitalista,  e non è certo figlia di una congiuntura o di una distorsione del mercato.Abbiamo il dovere di dire chiaramente che non c’è alcuna possibilità di una cogestione keynesiana della crisi. Con  questa proposta  la sinistra , anche quella cosiddetta dell’alternativa, rivela la sua subalternità politica e il  consociativismo  con le ipotesi , le politiche e le soluzioni imposte dalla borghesia europea, oltre a mostrare una storica incapacità di comprendere la portata della crisi sistemica.  Queste politiche di compromesso collaborativo e nel corso degli anni hanno portato ad un costante impoverimento dei lavoratori e ad una affermazione in senso antipopolare e autoritario dell’Europolo imperialista. La favola di un capitalismo riformabile  fa il paio con la possibile  mitigazione degli spiriti animali del libero mercato.Questo scenario di crisi e conseguente aumento della competizione globale accentuerà le caratteristiche reazionarie e antipopolari del Polo imperialista Europeo”  .

“Come Rete dei Comunisti, ha ribadito Vasapollo, sosteniamo l’importanza strategica del radicamento nel conflitto sociale e crediamo sia importante sostenere e mettere in relazione le lotte ed i movimenti sociali dei diversi paesi .  Se la sinistra di classe in Europa ha una possibilità di rilanciare il proprio ruolo, questo sta all’interno di una scelta coerentemente anticapitalista  fuori e contro l’idea di un  capitalismo riformabile. La Rete dei Comunisti segue e sostiene il processo socialista dell’ALBA*,siamo convinti che non esistano modelli da evocare in maniera dottrinaria e meccanicistica, ma il processo messo in campo dai governi di questi paesi costituisce un esempio ed una lezione politica per la sinistra di classe dei paesi dell’Europa mediterranea che si scontrano con le politiche della Troika”.

il Professor Vasapollo ha chiuso il suo discorso affermando  che “con il capitalismo con la sua politica di rapina non ci sono speranze per l’umanità, l’esempio che viene dalla Bolivia di Evo, da Cuba di Fidel e Raul, dall’Ecuador di Correa e dal Venezuela di Chavez e Maduro ci dice che possiamo e dobbiamo lottare per un mondo più giusto e solidale, dobbiamo lottare per il socialismo”.

 

Rete dei Comunisti

———————————————————————————————————————–

* Da tempo la Rete dei Comunisti ha avanzato la  proposta di costituzione di un ALBA mediterranea, una proposta di prospettiva che abbiamo chiamato ALIAS , un’Area Libera impostata sull’Interscambio Alternativo e Solidale, e basata su un’alleanza internazionalista e uno spazio di sviluppo a compatibilità socio-economica  post capitalista intorno ai movimenti dei lavoratori e di classe dei  PIGS ed ai paesi dell’area mediterranea, che si dotino di propri spazi produttivi e commerciali anticapitalisti anche con un’unica moneta di conto compensativa che sorregga l’interscambio solidale e complementare..

Una proposta che va oltre l’uscita dall’euro, che guarda a quei paesi che hanno delle caratteristiche comuni e complementari, come i paesi dell’Europa mediterranea e dell’Africa mediterranea, e rappresenta  un alternativa politica, rispetto al fallimento suicida delle sovranità antipopolari delle  singole monete e ai meccanismi di  lento strangolamento  imposto dell’Europa delle banche e dell’economia a guida tedesca sorretta dai grandi potentati economico finanziari europei.

Una strada che rivendica la nazionalizzazione dei settori determinanti , come le banche, le industrie dei settori strategici, per  disegnare una economia solidale e delle sostenibilità socio-ambientali. E’ una proposta  di prospettiva che richiede la scesa in campo di un forte e organizzato  movimento di lotta con caratteristiche internazionaliste che rimetta al centro  la redistribuzione delle ricchezza a vantaggio dei lavoratori. Un protagonismo di classe che sappia aprire con le lotte, vertenze su riforme strutturali creando organizzazione di classe in grado di accumulare forze e consensi, attorno ad un programma di fase. Un  programma che comunque nel rivendicare salario e diritti sia in grado di invertire i rapporti di forza nel conflitto capitale-lavoro, riconquistando così terreno di potere a favore dei lavoratori e punti al raggiungimento del progetto strategico del socialismo possibile oggi. .

 

 

 

 

 

- © Riproduzione possibile DIETRO ESPLICITO CONSENSO della REDAZIONE di CONTROPIANO

Ultima modifica: stampa

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *