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Nel cuore dell’impero, per Cuba e i Cinque cubani prigionieri

Il 5 giugno scorso a Washington si sono concluse le giornate di mobilitazione internazionale per la libertà dei Cinque cubani.

Questa seconda edizione si è aperta con una video-conferenza di René González che pochi mesi fa ha fatto ritorno a Cuba, in seguito ad una decisione della giudice Lenard – la quale ha concesso a René, in quanto cittadino statunitense, di poter trascorrere il resto della libertà vigilata con i suoi familiari in patria se avesse rinunciato alla cittadinanza statunitense.

Tra le delegazioni dei 23 paesi partecipanti alle “5 giornate per i 5” erano presenti Luciano Vasapollo, professore all’Università Sapienza di Roma e della Segreteria Nazionale della Rete dei Comunisti e Rita Martufi, per il Centro Studi “Cestes” e Rappresentante permanente presso la FAO per la Federazione Sindacale Mondiale. I due compagni, insieme a Alicia Jrakpo e Graciela Ramírez – entrambe del Comitato Internazionale per la Liberazione dei Cinque – e Graciela Rosemblum – Presidente della Lega per i Diritti Umani in Argentina – hanno rappresentato le 23 delegazioni presenti a Washington durante l’incontro con i giornalisti di “Tiempo Latino” del Washington Post ed hanno rilasciato una intervista sul caso dei Cinque. L’articolo è stato pubblicato il 6 giugno (qui il link  http://eltiempolatino.com/news/2013/jun/08/piden-liberar-los-cinco-cubanos/ ). L’intervista costituisce, di fatto, una grande vittoria vista la difficoltà nell’informare l’opinione pubblica sul caso dei 5 attraverso i mezzi di comunicazione,in particolare in USA,  che in genere rilasciano comunicati e notizie solo dietro un ingente pagamento per la concessione degli spazi.

Significativo e di grande rilievo è stato l’incontro con alcuni membri parlamentari del Congresso degli Stati Uniti. Durante la riunione sia i rappresentanti delle delegazioni,tra cui Vasapollo e Martufi ( che sono direttori dell’ associazione e rivista Nuestra America) e coordinano anche il Capitolo italiano della Rete delle Reti di intellettuali , artisti e attivisti sociali in Difesa dell’Umanità ) ,accompagnati da deputati e senatori del Cile, dell’Ecuador, del Brasile, Nicaragua, Salvador, hanno molto insistito su un intervento autorevole e risolutore da parte del  Presidente Barack Obama; i congressisti USA  hanno evidenziato che il presidente potrà intraprendere delle azioni a favore dei Cinque solo quando parte dell’opinione pubblica statunitense sarà correttamente informata sulla natura politica e strumentale del caso e si schiererà per la sua liberazione. Dipenderà tutto dal momento in cui settori importanti dell’opinione pubblica  statunitense verranno a conoscenza della vera storia dei Cinque, uomini che hanno combattuto il terrorismo pagando in prima persona con condanne e processi ingiusti, iniqui e totalmente in contrasto con qualsiasi corpus giuridico o misura politica di antiterrorismo. Solo allora il Presidente Obama potrebbe concedere l’indulto e la riduzione della pena,anche con il contrasto di parte dei congressisti più preconcettualmente e in ogni caso anticubani . Questo rimane  ormai  l’unico modo e strumento rimasto a Gerardo, Ramón, Antonio e Fernando.

Durante il suo significativo intervento di apertura del comizio alla grande manifestazione che si è tenuta davanti alla Casa Bianca, Luciano Vasapollo ha reiterato l’impegno dell’organizzazione a favore della libertà dei Cinque – li chiamiamo ancora così perché lo stesso René ha affermato che la piena libertà arriverà solo quando anche tutti gli altri  i suoi Quattro compagni saranno tornati a Cuba – e per l’autodeterminazione  di tutti i popoli che sempre più in questa crisi sistemica del capitale internazionale  subiscono le ingerenze economiche e le aggressioni  militari del colosso imperialista e dei suoi fedeli alleati. Nell’intervento il prof. Vasapollo ha anche citato la importante presenza  alla di mobilitazione di altri tre compagni italiani: i giuristi Faranda e Marcelli,  e il direttore della rivista  Moncada Raul Della Cecca,

Nel corso delle Giornate alcuni membri del Comitato Internazionale per la Liberazione dei Cinque e  la delegazione delle Rete dei Comunisti hanno partecipato attivamente ad un altro sit-in insieme alla delegazione dei deputati cileni e alla comunità del paese andino negli Stati Uniti – in concomitanza con l’arrivo del presidente cileno Sebastián Piñera nella capitale degli Stati Uniti. I manifestanti hanno richiesto l’estradizione di Luis Posada Carriles e degli assassini di Víctor Jara, cantautore cileno ucciso cinque giorni dopo il colpo di Stato dell’11 settembre 1973.”ESTRADIZIONE DI TUTTI GLI ASSASSINI TERRORISTI PROTETTI DAI VARI GOVERNI USA”, che da troppi decenni causano guerre e morti innocenti e che da 15 anni privano delle famiglie e un paese intero della presenza di Cinque tra i suoi uomini migliori.

La continuità della lotta di liberazione dei 5 compagni cubani, così come il presidio in appoggio  dei compagni cileni, rappresenta un’ulteriore dimostrazione di quanto sia importante per la Rete dei Comunisti e per tutti i rivoluzionari antimperialisti e anticapitalisti, la solidarietà internazionalista quella vera , attiva non quella solo enunciata , tipica di molta sinistra europea ; una solidarietà tutta politica che unisce la battaglia per la libertà dei prigionieri politici in USA e in tutto il mondo, i palestinesi con i baschi, con i curdi e con i turchi,alla più generale lotta per l’autodeterminazione e il socialismo,  soprattutto in questa congiuntura storica in cui lo scacchiere internazionale si infiamma giorno dopo giorno.

I compagni delle Rete dei Comunisti presenti a Washington continueranno a battersi affinché quel momento arrivi al più presto, perché – è chiaro –la lotta per la liberazione dei Cinque è ora una partita che va giocata su un terreno del tutto politico e prioritariamente in campo statunitense.

La lotta di classe del movimento  internazionalista dei lavoratori  contro il capitalismo e contro l’imperialismo  ha visto in queste giornate di Washington , la Rete dei Comunisti e tutte le delegazioni presenti  dei 23 paesi fare un grande passo avanti realmente unitario nella  più generale lotta in difesa dell’umanità e per la costruzione di un mondo diverso, necessario , possibile e socialista.

* Nuestra America

L’incontro al Washington Post

Un particolare della manifestazione davanti alla Casa Bianca

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