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“La geotermia scatena il terremoto: stop al progetto!”

Tranquilli amministratori, succede in Svizzera… 

Due notizie di questi giorni illustrano meglio di ogni trattato la situazione della geotermia, sui rischi e sulle modalità operative dei ‘saccheggiatori’, nonché sulla miopia degli amministratori.La prima notizia proviene dalla Svizzera (pubblicata sul Corriere della Sera ed altri media: http://www.corriere.it/esteri/13_luglio_21/sisma-svizzera-perforazione-geotermica_4c9234e2-f21f-11e2-9522-c5658930a7bc.shtml) dove un terremoto di 3,6 gradi di magnitudo ha colpito la zona intorno al lago di Costanza, con epicentro a San Gallo, dove c’è una centrale geotermica. Il Servizio Sismico Svizzero (SED) ha tempestivamente indirizzato l’obiettivo sull’attività della vicina centrale; riferisce infatti: ‘Si suppone che l’episodio sia direttamente collegato alle misure di test e di stimolazione impiegate nel pozzo di trivellazione del progetto geotermico di San Gallo. Già nei giorni scorsi erano stati rilevati numerosi microsismi nelle vicinanze della base del pozzo. Le scosse sono aumentate considerevolmente di numero e di intensità nella notte dal 19 al 20 luglio. Una prima scossa di maggiore entità, di magnitudo 2.1, si è verificata alle ore 2:40 del 20 luglio.’. (Strano che non abbiano pensato agli ‘stile di vita’ degli svizzeri…). L’attività, leggiamo, è stata immediatamente sospesa.Non è la prima volta che la Svizzera interviene sui terremoti provocati dalla geotermia; già l’8 dicembre 2006 a Basilea ci fu un terremoto di 3,4 gradi di magnitudo; anche in quel caso vennero sospesi i lavori, mai più ripresi, e i responsabili sono stati processati per avere intenzionalmente causato danni alla popolazione, con il pagamento di risarcimenti per oltre 70 milioni di euro. Questo succede nella vicina Svizzera, mentre in Italia, nonostante le esperienze del passato (in Amiata ricordiamo quello del 1 aprile 2000), la letteratura scientifica e gli allarmi, nulla si fa per prevenire situazioni di rischio sismico, che, ad esempio in Amiata, andrebbero a colpire paesi antichi e sicuramente non adeguati per resistere a forti terremoti.L’altra notizia, uno scoop de Il Fatto, denuncia che l’Enel organizzava comitati ‘spontanei’ di lavoratori contro le associazioni ambientaliste che contestavano le sue centrali, con le esatte istruzioni su cosa fare, quali strumenti usare e, addirittura, quanti fischietti portare… (qui l’articolo: http://www.ilfattoquotidiano.it/2013/07/22/enel-cosi-lazienda-organizzava-manifestazioni-spontanee-contro-greenpeace/662574/). In sostanza l’Enel, quasi come una associazione occulta, organizzava il consenso e l’appoggio alla sua politica.Valutando queste notizie con le lenti della nostra realtà ci poniamo (e poniamo ai ns. amministratori) delle domande:

– è l’Enel un operatore affidabile a cui, oltre aver lasciato mano libera sulla montagna, abbiamo affidato anche i controlli?
– le voci che si levano a difendere la geotermia in Amiata sono sempre spontanee e disinteressate?

– ai danni alla salute e alla mortalità accertati, all’inquinamento di aria e acqua, aggiungendo il rischio di una vera e propria catastrofe che verrebbe provocata da un forte terremoto, possibile che la Regione i suoi vassalli ancora perseverino nello scellerato progetto di raddoppio delle centrali in Amiata, arrivando persino a denunciare chi legittimamente sta informando la popolazione?E’ ora di dire basta, è ora che la popolazione prenda coscienza che siamo (metaforicamente, ma anche realmente) seduti su un vulcano e che occorre un immediato blocco dell’attività geotermica, prima che sia troppo tardi!

SOS Geotermia – Coordinamento dei Movimenti per l’Amiata

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