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Libia. Un appello per fermare la condanna a morte di Ahmed Ibrahim

 

ll 31 luglio, la Corte di Appello di Misurata ha condannato a morte Ahmed Ibrahim, con l’imputazione “di avere incitato alla discordia e di aver minato la sicurezza dello stato libico durante il conflitto”. Una accusa surreale considerando che Ahmed Ibrahim, già ministro dell’educazione  della Jamahiriya libica, e all’epoca direttore del Centro per il libro verde, come milioni di altri suoi connazionali, si era limitato ad esprimere il suo appoggio a favore del governo allora in carica.

 

Questa di Ibrahim (che dovrebbe essere assassinato entro pochi giorni) è solo l’ultima di una serie di condanne a morte Libia (non ultima, quella del figlio di Gheddafi, Saif) e di esecuzioni sommarie che, sotto gli occhi dei paesi NATO, stanno insanguinando la Libia dal giorno della sua “liberazione”. Una “liberazione” che si è tradotta in innumerevoli detenzioni arbitrarie, torture, omicidi di massa, spoliazioni, pogrom (come quelli contro i “neri” di  Tawergha)… e che ha gettato la Libia in un orrore che non aveva mai conosciuto.

 

Il testo dell’appello-petizione inviato al Ministro degli Esteri italiano, Emma Bonino

Al ministro degli Esteri, Emma Bonino  ministero.affariesteri@cert.esteri.it

 

 Oggetto: NO pena di morte in Libia

 

Il 31 luglio, la Corte di Appello di Misurata ha condannato a morte (l’esecuzione è prevista a giorni) Ahmed Ibrahim, per un mero delitto di opinione, e cioè per  ” avere incitato alla discordia e di aver minato la sicurezza dello stato libico durante il conflitto“. Questa condanna a morte si va ad aggiungere alle tante altre condanne a morte che gli attuali governanti della Libia, messi al potere e ancora oggi sostenuti dal governo italiano, stanno comminando, nel silenzio del governo italiano.

 

L’abbiamo vista per decenni mobilitarsi contro la pena di morte e per il rispetto dei diritti umani. Pertanto, la invitiamo a chiedere ai governanti libici di non applicare la pena di morte per Ahmed Ibrahim e per i tanti altri condannati a questa, oggi segregati nelle prigioni libiche.

 

Prime adesioni:

 

Associazioni:

Rete No War
Wilpf
Liberigoj
Peacelink
Ojos para la Paz

Adesioni individuali:

Ferdinando Pesce, Torri in Sabina (Ri)

Gabriele Caforio (Salice salentino)

Federico Castelli, Orte

Loretta Mussi, Roma

Sergio Cararo, Roma

Sancia Gaetani, Roma

Enzo Brandi, Roma

Laura Tussi, Milano

Fabrizio Cracolini, Milano

Fulvia Gravame, Taranto

Marco Palombo, Portoferraio

Marinella Correggia,Torri in Sabina

Anna Farkas, Roma

Maria Cristina Lauretti, Roma

Roberto Del Bianco, Firenze

Marco Benevento, Roma

Aslessandro Marescotti, Taranto

Alessio di Florio, Firenze

Silvia Petreri, Roma

Tiziano Cardosi, Firenze

Valentino Correggia, Roccad’Arazzo /ay)

Paola Slaviero, Napoli

Carla Razzano, Roma

Francesco Ricciardi, Taranto

Stefania Russo, Roma

Maria Teresa Puliti, Roma

Lidia Giannotti, Roma

Purificación González de la Blanca, Granada (España)

Stella Calloni. Buenos Aires (Argentina)

Leonor Massanet Arbona (España)       

Alejandro Iglesias Rossi (Argentina)

Valeria Sonda ( Italia )

per adesioni all’appello vasi su: http://www.sibialiria.org/

 

 

 

 

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