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La “crisi della democrazia” (di ieri) per capire quella di oggi. Uno sguardo sulla Commissione Trilaterale

Pregevole iniziativa dei compagni fiorentini di CortoCircuito, che mettono a disposizione una breve lettura e soprattutto il testo del libro della Trilaterale che annunciava la “necessità” di restringere gli spazi di democrazia in tutto l’Occidente capitalistico. Quaranta anni dopo, e senza più ostacoli “ideali” davanti, quella “necessità” delineata sul piano teorico si dispiega davanti ai nostri occhi come realtà in avanzato stato di costruzione. L’Unione Europea ne è per molti versi l’esempio più “puro”.

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QUI è possibile scaricare il Pdf del libro

Pubblichiamo questa nostra vecchia  (ma aggiornata) recensione del libro “La crisi della democrazia, rapporto alla Commissione Trilateriale“, uscito nel 1975, come utile contributo per comprendere quel che accade oggi, in Italia come altrove nel mondo. Attenzione, però, a contestualizzare bene il periodo e le citazioni: siamo negli anni ’70, la partecipazione di individui e gruppi e la loro politicizzazione erano presenti ad un livello discretamente alto rispetto ad oggi

Chi si stesse rallegrando per le alte percentuali di astenuti alle elezioni europee, anche in Italia seppur meno che in altri paesi, dovrà frenare eventuali entusiasmi: storicamente, almeno in questo paese, ad una crescita dell’astensione dal momento elettorale non corrisponde un aumento della politicizzazione e mobilitazione di piazza.

Da notare l’introduzione di Giovanni Agnelli e la prefazione di Zbigniew Brzezinski.

Un testo uscito nel 1975, un “rapporto” alla Commissione Trilateriale, grande lobby sovranazionale comprendente gli interessi di industriali, banchieri, “uomini d’affari” e capi di Stato facenti parte del “mondo occidentale” (Stati Uniti, Europa, Giappone).

Mario Monti, ex primo ministro italiano, è stato anche, fino al 2011, il presidente del gruppo europeo. Ora è stato sostituito da Jean Claude Trichet, ex presidente della Banca Centrale Europea.

Questo libro fu l’ottavo rapporto prodotto dal think tank e venne commissionato a tre professori universitari, un americano, un francese ed un giapponese: Samuel P. HuntingtonMichel Crozier  e Joji Watanuki.

Per rendere l’idea della portata del testo, rispetto a quanto accaduto negli ultimi quarant’anni, ecco cosa scrivevano i suoi autori:

“Quando l’ideologia viene meno, viene pure meno la possibilità dei sindacati di ottenere dei risultati. Inoltre, i processi di contrattazione collettiva ordinata (la concertazione n.d.r), anche quando danno dei risultati, tendono a diventare così complessi e burocratici da produrre disaffezione….[]…più i sindacati e i partiti operai accettano procedure regolari, più s’indebolisce la loro capacità di mobilitare i propri seguaci e fare veramente pressione sul sistema”. Michel Crozier

” Il funzionamento efficace di un sistema politico democratico richiede, in genere, una certa dose di apatia e disimpegno da parte di certi individui e gruppi….[]….ciò è intrinsecamente antidemocratico, ma ha anche costituito uno dei fattori che hanno consentito alla democrazia di funzionare efficacemente” …[]…E necessario quindi sostituire la minore emarginazione di alcuni gruppi con una maggiore autolimitazione di tutti i gruppi”. Samuel Huntington

” Possiamo quindi affermare che, nell’insieme, i mezzi di comunicazione di massa in Giappone sono un elemento positivo per il mantenimento ed il funzionamento della democrazia”.

“L’odierna democrazia non potrebbe esistere senza il riconoscimento dei sindacati e l’appoggio da parte di questi”. Joji Watanuki

da http://www.inventati.org/cortocircuito/

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