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“In Medio Oriente è in corso la Guerra dei Trent’anni”. Come in Europa

Sintesi della conferenza di Ali Fayyad (deputato di Hezbollah) al forum internazionale di Atene nel giugno 2015. Si tratta della risistemazione di appunti presi in quella occasione. Hezbollah continua ad essere una realtà politiche più interessanti nello scenario mediorientale. Recentemente, in Italia, hanno avuto una brutta “caduta politica” partecipando ad un convegno organizzato da organizzazioni di destra. Gli è stato fatto notare con forza da molti compagni italiani e si ha ragione di ritenere che un episodio simile non si ripeterà.

Resta il fatto che l’approccio politico e analitico di Hezbollah sulla realtà del Medio Oriente merita di essere seguito, magari non del tutto condiviso, ma seguito con attenzione. (redazione)

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Sintesi dell’intervento di Ali Fayyad

In Medio Oriente è in corso la “Guerra dei Trent’anni”, come avvenne in Europa fino alla pace di Westfalia (1648) dalla quale nacquero di Stati-Nazione in Europa. Nella solidarietà antimperialista ci sono posizioni differenti. I problemi di oggi sono l’eredità di quando il colonialismo inglese e francese si divisero l’impero ottomano, ma oggi la situazione è la più pericolosa da allora. In Medio Oriente ci sono conflitti in Siria, Iraq, Yemen, Barhein, Libano. Ci sono forze che combattono Israele e Usa composte da Siria, Iran, Hezbollah sostenute dalla Russia e c’è un fronte reazionario composto da Arabia Saudita, Turchia, Al Qaida e poi c’è l’Isis.

Queste nel breve tempo vogliono abbattere il regime di Assad che è però l’ultimo leader arabo che si oppone a Israele, sostenuto da Hezbollah e palestinesi. Gli Usa aiutano l’Isis in tutti i modi. L’Arabia Saudita ha come nemico principale gli Sciiti ed ha il ruolo di soggetto antiprogresso.

L’Isis e al Nusra sognano il Califfato ma con contraddizioni tra di loro. Di fronte a questo scenario di guerra di tutti contro tutti, ci sono tre possibilità:

– Per Hezbollah la soluzione è un nuovo contratto sociale e una struttura federale

– Il pericolo maggiore sono Isis e al Nusra che stanno trasferendo una parte delle loro “attività” in Europa. Ma gli europei non hanno consapevolezza del pericolo e se la prendono con Assad. La Francia è d’accordo su questo con l’Arabia Saudita che sostiene Isis e al Nusra. La politica europea di integrazione con il Maghreb e il Medio Oriente (processo di Barcellona) è fallita.

– Infine ci sono due problemi. Il primo è la soluzione politica al conflitto, il secondo è l’unità arabo-islamica. Una sorta di pace di Westfalia per il Medio Oriente serve a questo, a definire un ordine regionale per l’area.

C’è una competizione tra due scenari: – Quello geopolitico – Quello geostrategico

Il primo è la riforma del sistema politico nel mondo arabo. Il secondo è la modifica dei confini degli Stati in medio oriente. Gli europei quale scenario intendono praticare? A giudicare dai fatti sembra che vogliano perseguire il secondo scenario. Ma nell’area ci sono tre potenze regionali: Turchia, Iran e Arabia saudita. Serve un accordo regionale tra questi – la pace di Westfalia – per fermare la guerra dei trent’anni in Medio oriente.

L’Isis punta ad una entità sunnita che non prevede minoranze all’interno, mentre Hezbollah ha una visione pluralista dell’Islam e riconosce le minoranze come gli sciiti, i cristiani, i curdi. Hezbollah rifiuta l’approccio settario, quindi respinge la contrapposizione tra sunniti e sciiti. L’approccio settario nell’opinione pubblica è molto pericoloso.

Non solo. Questo per la sicurezza israeliana si rivela lo scenario migliore possibile, con gli arabi che si combattono tra loro. Sui curdi sono stati commessi molti errori in Medio Oriente che vanno corretti. I curdi sono una nazione e hanno una storia nel mondo arabo (Saladino era curdo). I curdi hanno diritto ai pieni diritti politici.

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