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12 dicembre: a Firenze contro il governo Renzi, il Pd e l’Ue

Anche quest’anno il PD di Renzi si riunisce alla Leopolda, dove la resistibile carriera del guitto di Firenze è iniziata sei anni fa. In questi anni l’unica rottamazione è stata quella contro i diritti del mondo del lavoro, più in generale contro le fasce sociali disagiate della popolazione, prostrate ben prima del 2008, quando le banche statunitensi crollavano come conseguenza ultima di una crisi sistemica del capitalismo che non si risolve, inducendo le politiche economiche dei paesi UE al keinesismo militare, unica controtendenza vera alla recessione in atto.
L’esecutivo Renzi è il miglior garante degli interessi di quella parte di borghesia finanziaria, economica e produttiva che conta in Italia, ritagliando per esse un ruolo nel processo di unificazione gerarchica e competitiva in atto nel polo imperialista europeo. Le industrie di punta tricolori (Finmeccanica, ENI, Unipol, Lega COOP, Unicredit, FIAT) si fanno spazio grazie alle politiche di guerra adottate da questo esecutivo, sul fronte interno e in quello estero.
All’interno il rullo compressore dei provvedimenti adottati su input della troika europea – pareggio di bilancio, Jobs Act, riforme istituzionali, “buona scuola”, distruzione del welfare, privatizzazioni selvagge, attacco al sistema pensionistico nazionale, criminalizzazione delle lotte sociali e per il diritto alla casa – ha determinato le condizioni per una “governance” autoritaria funzionale alla nascita del cosiddetto Partito della Nazione che troverà coronamento, nelle intenzioni di Renzi, con la prossima legittimazione referendaria delle recenti contro-riforme costituzionali.
Sul fronte internazionale, in una spirale di guerra sempre più pericolosa, le ambizioni delle multinazionali italiane sono garantite da 4542 militari, distribuiti in 24 missioni condotte in 18 diversi Paesi, nei Balcani, Iraq, Afghanistan, Libano, centro e corno d’Africa. Naturalmente per queste missioni le risorse non mancano mai, ma aumentano sempre più.
Il prossimo obiettivo delle mire espansioniste italiane è, di nuovo, la Libia, a garantire l’estrazione di gas e petrolio dell’ENI. Lo strumento è EUNAVFOR MED – missione militare messa in piedi dall’Unione Europea – che vede la presenza di 824 unità italiane, navi e mezzi anfibi, oltre all’ubicazione della sede operativa a Roma.
Per l’intervento in Libia si è recentemente fatta avanti la NATO, a garantire uno spazio e un ruolo anche agli USA, notoriamente dominus all’interno dell’Alleanza Atlantica.
Dopo i bombardamenti franco/inglesi del 2011 che portarono alla distruzione della Libia, quelle terre martoriate continuano a essere teatro di guerra e di scontri sotterranei tra infidi alleati, come in Siria e in altre aree geopolitiche contese nella competizione interimperialista in corso.
Contestare Renzi nel suo feudo fiorentino significa attaccare queste politiche antipopolari, guerrafondaie ed espansionistiche, di una borghesia imperialista europea determinata ad alimentare la spirale di morte e distruzione che in 25 anni ha lasciato sul terreno un milione e quattrocentomila civili iracheni, jugoslavi, afghani, libanesi, somali, libici, siriani, ma anche europei, come dimostrano le stragi di Madrid, Londra e recentemente di Parigi.

Rete dei Comunisti

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