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Da una Napoli che non è Gomorra

Vi raccontiamo una storia, breve, perché sappiamo che quissù il tempo è poco. ma magari a qualcuno va di uscire fuori dai cliché e sentire un po’ di vita reale.
Domenica, come sapete, eravamo ai seggi. quartieri popolari e di periferia, soprattutto.
Proprio quelli che vedete in Gomorra.
Fuori ai seggi drappelli di ragazzi e capibastone con motorini e santini. presenze molto visibili, numerose, organizzate militarmente, che si attaccavano alle persone per dare i fac-simili, che andavano e venivano deportando poveri vecchi…
sottoproletariato urbano, gente di mezzo alla strada, che vive di espedienti, che è legata a chi gli fa uscire qualche decina di euro per sfamare la famiglia. gente che ha fatto i lineamenti cattivi a furia di strappare ogni giorno la vita…
Proprio quelli che vedete in Gomorra.
Durante la giornata subiamo di tutto: minacce di morte, mani addosso, pressioni di tutti i tipi, veniamo seguiti pure quando andiamo al bar per un caffè.
A un certo punto un noto camorrista del posto, a cui era arrivata notizia della nostra presenza, arriva al seggio “scortato”, entra dentro tutto sparato, urla in faccia alle guardie che o ci cacciano loro o ci caccia lui. le guardie visibilmente intimorite, che non vogliono problemi, che non cercano nemmeno di salvare le apparenze…
Pareva proprio Gomorra.
Alle 23 si chiudono le urne, questa specie di mercato finisce.
Resta la desolazione dei palazzoni, del cemento e degli stradoni di periferia. e restiamo anche noi, dentro, come rappresentanti di lista.
Si iniziano a contare le schede.
Non vi nascondiamo che la davamo già per persa. viviamo in quei quartieri, ci erano arrivate voci, avevamo visto i soldi messi a terra dal Sistema, per tutta la giornata avevamo assistito a un dimenarsi a senso unico.
Invece iniziamo a sentire: “De Magistris, De Magistris, De Magistris”.
Escono, da non si sa dove, centinaia di voti per De Magistris.
Pure nelle sezioni peggiori, nei seggi più difficili, vince di un bel po’…
Ma chi l’ha votato?, ci chiediamo fra di noi. forse quel pensionato che è entrato più dimesso? o quel ragazzo con i panni del muratore? quella signora che pareva un’insegnante? massì c’era pure quello dell’associazione dei bambini, non ricordi?
Iniziamo a ricostruire nella memoria tutte le facce e le persone passate.
E scopriamo che erano centinaia. centinaia che non si erano fermate ai capannelli, che non facevano rumore, che entravano e uscivano mentre noi eravamo concentrati su quegli altri sui motorini, quasi ipnotizzati da quegli altri.
Ora non pare più Gomorra.
Ora tocchiamo con mano una cosa che abbiamo sempre saputo. che anche nei quartieri più disastrati, anche nella Scampia raccontata come un inferno, anche nella Sanità dove quest’anno si è sparato facendo tanto male, chi è agganciato a qualche carro di camorra è un’estrema minoranza. poche decine su migliaia di persone oneste, che vanno a faticare ogni giorno, che non si vendono, che cercano un futuro per i loro figli…
Però queste poche decine fanno rumore. sparano. intimoriscono. ipnotizzano tutti.
Mentre gli altri, le migliaia, non le vedi, perché pensano a faticare, a far andare via i figli, girano in altri quartieri e nel Loro magari ci dormono solo. loro, le migliaia, non si riescono a far sentire, perché hanno paura, si sentono soli, non hanno organizzazione, e lo Stato lo vedono come l’abbiamo visto noi, assente, a volte impotente, più spesso connivente.
Queste migliaia in Gomorra non ci stanno.
Come non ci sta il rappresentante di lista di XXX. uno di quelli più cattivi e accaniti, più malamente, che ormai finito tutto ci viene vicino e ci fa sorridente: “uagliù ve poss ricere na cos’? oggi avit spaccat”…
Noi increduli.
E lui spiega: “sì perché vuje tenit n’ideale… io che dovevo fa’? agg fà magnà ‘a famiglia. m’hann rat 500 euro per attaccare 1000 manifesti. per oggi m’hann rat 150 euro. nuje ce magnamm nu mese. nientemeno a chest gent ‘e merd, a sti riccun ca nun hann mai fatto niente di bbuon, c’amm fatt fà n’opera ‘e bene… ma poi vuje sapit chi ha votato ‘a gente mia? a De Magistris… hai capito che facevan? scrivevano o nomm ro consigliere che gli avevo dato io e facevano ‘a foto. po’ aropp mettevano la x sul nome di De Magistris. ‘o voto disgiunto, hai capi’?”.
“Ma perché?”, gli facciamo noi un po’ sorpresi.
“Pecché a finale la gente fa di testa loro. s’ ver che ce piaceva a De Magistris”.
E lì capisci quanto le cose sono complesse.
Quanto il buono e il malamente siano categorie stupide.
Quanto anche fra gli ultimi più ultimi ci sia voglia di riscatto.
Quanto Napoli non sia Gomorra.

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2 Commenti


  • Daniele

    Napoli con tutte le sue contraddizioni è una cosa meravigliosa, non vorrei mai che fosse diversa, va bene così


  • fabio ventura

    A De Magistris importa di Napoli. Questo lo fa diverso, avere a cuore la città.
    La gente lo sente.

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