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Nè con i razzisti, né con le banche

Proponiamo una serie di analisi sulla crisi di governo che ha portato al tramonto dell’ipotesi Conte e all’incarico a Cottarelli.

Di seguito l’intervento del Collettivo Comunista Genova City Strike, e due articoli usciti su Senza Soste e Infoaut. In effetti, bisognerebbe quasi ringraziare Mattarella per aver reso chiara una situazione che – restando sul piano delle analisi contrapposte – non era stata colta da tutti nei suoi termini concreti.

Buona lettura.

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Voi siete qui: 

1) lo scontro istituzionale in atto arriva al termine di una lotta, che dura dagli anni 90, tra due borghesie padronali: da un lato quella internazionale ed europeista che mescola produzione e finanza, dall’altro una piccola borghesia perdente (settori della piccola e media impresa), in crisi da decenni a causa delle politiche globalizzate di cui la UE è il garante. 

2) La Lega rappresenta benissimo il blocco sociale della borghesia perdente e rancorosa, esattamente la classe sociale di riferimento di tutte le reazioni e i fascismi. Il 5 stelle sta nel mezzo e, nonostante abbia più voti ha meno peso nelle definizioni degli assetti. Il PD, Mattarella, le banche e la grande stampa sono gli alfieri della borghesia transnazionale che in questi anni ha vinto contro tutti con l’avallo della governance europeista.

3) In questo senso la questione di Savona è uno specchietto per le allodole. Il problema è cosa fare quando ci saranno da applicare tagli già scritti in altre sedi. Per Mattarella, il PD e la UE questi devono essere gestiti esattamente come fece Monti: senza politica, senza scontri di visione strategica, con l’avallo di alcuni corpi intermedi (vedi Cgil e altri sindacati) pena perdite di tempo e di denaro per i padroni e i banchieri. 

4) Le due destre che si fronteggiano sfoggiano una diversa cultura politica, ma applicano le stesse ricette: Salvini vuole schedare gli immigrati, sgomberare i Rom, gestire la preferenza agli italiani. Minniti fa l’antirazzista ma crea Daspo, respingimenti, accordi con la Libia etc… Dal punto di vista economico cambia poco per le classi popolari: da un lato la Fornero, dall’altro la flat tax e la cancellazione del welfare residuo. 

5) Le classi popolari, di volta in volta, sono costrette a scegliersi un carnefice sperando che gli vada bene. Ma pur sempre un carnefice rimane. 

6) Il movimento operaio e antifascista è al grado zero dell’elaborazione politica e teorica. La Cgil e l’ANPI non difendono nessuna classe e nessun valore democratico: difendono se stessi per gestire briciole di potere con un sistema che quei valori e quei diritti li straccia ogni giorno.

7) Per difendersi occorre aver chiaro questo, smettere di rincorrere chimere unitarie con i nemici, ricominciare a chiarire che i diritti degli sfruttati si difendono con le lotte, con le mobilitazioni. 

8) Qualsiasi unità popolare deve partire da queste discriminanti: questa è la missione che si legge nella volontà di dare Potere al Popolo.

Collettivo Comunista Genova City Strike

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L’ora più buia

Vogliamo essere chiari fin da subito. La nostra simpatia politica non si sposta di un millimetro a favore nè del presidente della repubblica nè della coalizione gialloverde che ha provato a formare il governo. Tantomeno ci schieriamo con fantasiosi interpreti della Costituzione, che si spingerebbero anche a dare poteri quasi dittatoriali a Mattarella, oppure con quei teorici del voto che darebbero mano libera a chiunque ottiene una maggioranza.

La Costituzione italiana, il cui valore è stato confermato nel referendum del 2016, è una costituzione rigida. In omaggio alle grandi crisi degli anni ‘30, tra cui Weimar, non tutto è costituzionalmente ammesso come ad esempio, notoriamente, la ricostituzione del partito fascista. E neanche sono ammessi comportamenti di partiti, anche legittimati dal voto, che cerchino di forzare le prerogative del custode della Costituzione. Quello però su cui Mattarella è andato molto oltre, nel discorso in diretta tv dopo il fallito tentativo di governo Conte, è qualcosa che riguarda la motivazione del veto presidenziale. Mattarella, in un discorso storico, ha chiarito la gerarchia delle fonti di potere sovrano che vanno rispettate nella scelta del governo: l’euro, le agenzie di rating e, aggiungiamo noi interpretando le parole di Mattarella, la finanza globale. Il resto, dalla sovranità popolare e ai partiti, è subordinato.

Mai un presidente aveva parlato così chiaro sulla gerarchia della sovranità della moneta continentale rispetto alle stesse scelte emerse dal voto prima e dal dibattito tra le forze politiche poi.

Intendiamoci, l’ibrido gialloverde è un grave problema per questo paese. Una coalizione tra un partito lepenista, che ha tante parole ma nessuna ricetta vera per uscire eventualmente dall’euro, e il movimento 5 stelle, che prima del voto aveva formato una squadra di governo da centrosinistra illuminato per poi voler governare con una destra retriva, risulta solo un’avventura con tante ambizioni ma senza prospettiva e spessore. Un governo euroscettico che voleva i fondi dall’Europa per governare (il programma ce lo siamo letto bene) è quel tocco di comico che ci mancava in questa crisi. Il grottesco, invece ce l’ha messo la stampa tedesca, che, persino nelle testate più serie (e certi giornali li monitoriamo regolarmente, verso altri alleati mai viste queste parole) ha trattato l’italia come una patria di cioccolatai, vagabondi e scrocconi. Alimentando stupidamente la campagna leghista. Campagna che parte con “prima gli italiani”, omettendo che Salvini riceve regolamente la visita dell’anima nera. della comunicazione e dei fondi di investimento, fondatore di Cambridge Analytica, Steve Bannon. Il quale da marzo, l’altro giorno su Sky tg 24, pontifica regolarmente, quando viene in Italia, su cosa dovrebbe fare la maggioranza gialloverde. Ma su questo ci torneremo.

Intendiamoci, questa crisi ha radici lontane. Dagli anni ‘80, dallo choc valutario del ‘92, dal crack finanziario del 2007. I gruppi di potere istituzionale hanno scommesso, da sempre, sull’euro come ancora di salvezza in questa crisi. I partiti, che da questa crisi hanno guadagnato elettoralmente, scommettono invece sul far saltare tutto come mezzo di promozione dei loro interessi e delle loro ambizioni. Il problema è che le loro ambizioni potrebbero farci regredire allo status economico dell’Italia preunitaria.

Il tutto in un contesto globale pieno di pericoli. Con la possibile nomina di un presidente del consiglio, Cottarelli, uomo del Fondo Monetario Internazionale, il killer dei servizi sociali a livello planetario, che vuol provare a introdurre (non si sa come) misure di austerità. E’ l’ora più buia. Con delle sinistre incosistenti e prive di credibilità, e dei sindacati intenti solo a sopravvivere con comportamenti di piccolo cabotaggio. Nel film di Joe Wright, L’Ora più buia, la Gran Bretagna trova, attorno a Churchill, la forza di non arrendersi all’attacco di Hitler. Da noi non si sa. L’unica certezza è che per uscire da questa situazione, con un paese che ha un povero ogni cinque abitanti (segno di paurosa regressione sociale), serviranno, come disse Churchill in un celeberrimo discorso a Westiminster, sangue, sudore e lacrime.

redazione, 27 maggio 2018

http://www.senzasoste.it/lora-piu-buia/

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Mattarella Santo Subito?

Colpo di spugna domenicale niente governo Conte. Le ragioni Mattarella le ha spiegate per filo a per segno ieri, esplicitando il perimetro di una nuova cittadinanza e nominando senza fronzoli i referenti della democrazia costituzionalissima: “gli investitori e i risparmiatori, italiani e stranieri, che hanno investito nei nostri titoli di Stato e nelle nostre aziende” (cit.). Amen.

Si torna a votare ed in fondo forse questa è anche la buona scusa. Sospiro di sollievo. Come si faceva realizzare il contratto? Un fine primo atto spettacolare, potenzialmente utilissimo nella prossima tornata elettorale sia per il 5 stelle che per la Lega (ma probabilmente più per quest’ultima, più adatta ad interpretare la maschera principale di questa seconda fase in cui il populismo prenderà tratti ancora più “sporchi e cattivi”).

A tutti i pasdaran di Sergio il Guardiano della Repubblica, a tutti quelli e quelle che, da sinistra, in nome dell’incompetenza e della lotta al razzismo, hanno tifato per questo risultato, non possiamo che augurare una felice troika. È una questione di classe o di classe dirigente? Cosa sta succedendo in questo paese? Due domandine che sarebbe il caso di iniziare a porsi.

Questa sequenza politica è iniziata col referendum del 4 dicembre 2016, ha radici profonde e si sta manifestando nel ridefinirsi, confuso e spurio, del campo di uno scontro. Non a caso quelli che ieri erano per demolizione delle costituzione in nome dell’efficienza istituzionale, oggi si ergono a sua strenui difensori. Difensori della costituzione in nome del fiscal compact e dei trattati europei.

In questo scontro non si può prendere partito ma si deve prendere parte. Perché dentro questo scontro c’è una crisi. È la crisi delle istituzioni, è la crisi di un patto sociale, è la crisi dell’architettura europea, quella del sistema Schengen e che ammazza i migranti nel mediterraneo, quella dello strapotere delle Germania e dell’austerity. È questa crisi che M5S e Lega non vorranno mai portare fino in fondo. È questo lo scenario problematico, soprattutto per loro. Ci sono gli equilibri e gli interessi leghisti da preservare al nord, c’è l’attaccamento alla democrazia formale del movimento 5 stelle.
Questa è la fase, non dovremmo avere paura ad attraversarla approfondendo le contraddizioni di questo passaggio di braccio di ferro con l’Europa. Contro Mattarella, contro la teleguida europea, contro Draghi e il Governo del Presidente dei Mercati.

https://www.infoaut.org/editoriale/mattarella-santo-subito

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