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L’Italia di Stamina

Un violentissimo editoriale de IlSole24Ore contro Vannoni e il cosiddetto “metodo Stamina” arriva a chiedere che i magistrati procedano contro questi truffatori, invece di – come hanno fatto alcuni di loro – ordinare agli ospedali di applicare quel “metodo di cura”.

Siamo d’accordo, per una volta, con il quotidiano di Confindustria.

Ma l’indignazione non basta. Occorre chiedersi, e spiegare, come sia possibile che un “metodo di cura” provato falso e truffaldino dalla comunità scientifica internazionale – e non da oggi –  sia stato ammesso “sperimentalmente” dal ministero della salute e addirittura “prescritto” da alcuni giudici sulla base del “diritto di cura”. La spiegazione investe l’intero sistema-Italia, la sua classe dirigente di ogni ordine e grado, la politica come l’imprenditoria, l’establishment universitario come i media o la magistratura.

 

E non c’entra nulla la “questione morale”, la “corruzione” e altre pseudo-spiegazioni che rinviano alla “psicologia di un popolo” (ovvero a qualcosa che non esiste, un’altra truffa). Lo smantellamento della struttura di saperi e poteri che sostiene qualsiasi società umana che voglia dirsi “civile” è infatti un’operazione di lunga durata; non un “progetto” complottistico, ma uno slittamento progressivo nella discarica che ha trovato ben poche resistenze di alto profilo e un esercito di “accompagnatori” interessati. Termiti che assistono o facilitano la morte di un organismo superiore per poterne ricavare il pezzettino di cibo che serve a tirare avanti. O a farsi la villa.

 

La resistibile ascesa del “metodo Stamina” è assolutamente simile a quella di Berlusconi, Di Pietro, Grillo o Renzi. Si fonda ovviamente sulla credulità del pubblico, ma questa – a dispetto di chi blatera di “coscienza innata delle masse” – c’è sempre stata. Gli anticorpi che impediscono, entro certi limiti, l’affermarsi sociale di progetti truffaldini sono rappresentati dalla serietà dello Stato (nelle società liberali che provano a stare dentro i canoni della “democrazia occidentale”), dalla autorevolezza della comunità scientifica nazionale (gli “intellettuali” che fanno onestamente il proprio mestiere, non i leccaculo del potente di turno), dal rigore intellettuale di un “partito” o almeno di un movimento radicato tra lavoratori, precari, disoccupati.

 

Tutte istituzioni, insomma, in qualche misura preposte a proteggere – secondo punti di vista e interessi di classe anche radicalmente opposti – il “popolo di quelli che non sanno” dalle manipolazioni furbette degli spacciatori di elisir di lunga vita.

 

Istituzioni che in Italia non esistono più da tempo. Distrutte da una classe dirigente ignobile, decaduta al livello dei magliari soprattutto dopo la “discesa in politica della società civile”, quando sono state aperte le porte del potere ai maghi da sottoscala e alle vannemarchi. Anche e soprattutto “a sinistra”, dove l’esplosione di un Pci passato senza un attimo di riflessione dal “socialismo reale” al “liberismo totale” ha eliminato sistematicamente i grumi di pensiero razionale, la gerarchia delle competenze, la trasmissione delle conoscenze, il rispetto per la scienza tipico del materialismo. Una sagra paesana dove “ognuno dice la sua” per non ascoltare più nessuno, dove lo sforzo di stabilire cosa sia vero e cosa falso viene bandito come “autoritarismo”, “ideologia”, “pretesa di avere la verità in tasca”. Finti anarco-libertari alla ricerca di un posto – almeno – da consigliere comunale.

 

Se la borghesia italiana fosse solo un po’ somigliante a quelle continentali avrebbe favorito con grande slancio un simile sfacelo culturale “a sinistra”, ma avrebbe anche mantenuto ben saldo il controllo sulla riproduzione dell’autorevolezza, quell’insieme inestricabile di ricerca della verità obiettiva e serietà professionale che separa irrimediabilmente – anche per lo Stato – le “persone serie” dai ciarlatani, escludendo questi ultimi dal business che conta.

 

Invece no. La ciarlataneria è diventata un tratto costitutivo della classe dominante in questo paese. Esaurito il ceppo degli Olivetti e degli Agnelli, dei Cuccia e dei Mattei, è stato tutto un proliferare di acefali squaletti: gente che spolpa la propria azienda invece di svilupparla, che le sottrae capitali da investimento per implementare lo “stile di vita” e il patrimonio della famiglia. Riva e Ligresti, insomma, “anticapitalisti” con i miliardi in tasca.

 

Se il cancro è arrivato a erodere anche l’”accademia”, quello che dovrebbe essere il tempio della Scienza, e dove per fortuna ancora resistono – sempre più isolate – “macchie” di competenza di prim’ordine, significa che gli anticorpi si stanno estinguendo.

 

Decenni di falsificazione sistematica hanno limato ogni puntuta capacità di stigmatizzare il negativo, riconoscere la verità, allontanare il ciarlatano che bussa alla porta. Ora i ciarlatani sono al comando e premono per eliminare definitivamente anche chi ha permesso loro la scalata. I “rottamatori” sono fatti di questa pasta. E mentre i “mediatori senza princìpi” ancora si attardano a trovare formule astruse per “tener dentro” anche l’inammissibile – Napolitano in primis, il suo non brillante scolaro chiamato Violante e tanti altri della “vecchia guardia” – ecco che i Renzi si affacciano per riassumere in sé il peggio del berlusconismo e il peggio della “solidarietà nazionale”. E lo fanno atteggiandosi a “rivoluzionari”, cercando di cavalcare l’onda di indignazione che sta investendo da tempo l’establishment (o “la casta”) in quanto tale.

 

Possono farlo perché la resistenza è debole. Lo fanno sul piano politico come un Vannoni qualsiasi ha potuto farlo su quello “scientifico”. Ognuno dice la sua, nessuno può criticare, tutto è possibile o plausibile, niente è certificabile come “vero”. Nemmeno le sentenze definitive lo sono più… Per affermarsi non serve saper fare davvero qualcosa, basta “posizionarsi” bene, trovare un network mediatico che ti sostenga, interessi economico-finanziari con un buon business plan.

Non sembra un caso che l’ultimo scudo contro la truffa medica – il ministero della salute – sia stato affidato a un’affabulatrice senza laurea. Né che alcuni magistrati – invece di chiedere un parere autorevole agli unici che conoscono la materia specifica, cioé la comunità scientifica – abbiano “prescritto” motu proprio cure assurde in base a una sorta di “diritto soggettivo alla credulità”.

Anche la magistratura ha il suo tumore. Se un Caselli può ipotizzare il reato di “terrorismo” in Val Susa, in effetti, chi può impedire a un altro giudice di inturgidirsi e “dire la sua”?

 

 

Si potrebbe dire: ma una classe dirigente così non serve nemmeno ai “poteri forti”… Sveglia, gente! Sono due anni che il potere reale – decretare e far rispettare i propri decreti – è passato in mano a istituzioni non più “rappresentative”, ma solo “tecniche”; ossia la Troika composta da Unione Europea, Bce e Fmi. In questa provincia da basso impero, per gestire e applicare quanto deciso altrove, vanno benissimo anche dei truffatori da quattro soldi. Anzi, più incompetenti sono, meno avranno a pretendere nelle “trattative internazionali”.

 

È una situazione che non vi piace e vi indigna? Beh, allora è ora di darsi una mossa. C’è un autunno che comincia ora…

 

- © Riproduzione possibile DIETRO ESPLICITO CONSENSO della REDAZIONE di CONTROPIANO

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2 Commenti


  • rita

    ottimo articolo, tempo fa sul mio profilo f.b. ho scritto una nota dal titolo farmaci ricerca cura: quel poco che resta nel SSN
    di Rita Chiavoni · Lunedì 24 giugno 2013 .


  • ezio grosso

    “Esaurito il ceppo degli Olivetti e degli Agnelli, dei Cuccia e dei Mattei, è stato tutto un proliferare di acefali squaletti:”.
    personalmente mi sarei permesso di citare Olivetti, Mattei e, con formula dubitativa, Agnelli.
    saluti comunisti, ezio grosso

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