Menu

Sono finiti i giochi

Verranno potenziati i sistemi di intercettazione su tutti i sistemi di comunicazione e scambio. Non solo telefonini e computer ma anche le chat legate ad altri programmi come, ad esempio, quelli per scaricare musica e addirittura le play station. Ad affermarlo è stato il, fino ad ora, soporifero ministro della Giustizia, Andrea Orlando, al termine del vertice di ieri al ministero di via Arenula convocato per individuare nuove misure per la prevenzione e il contrasto del terrorismo.

Le parole del ministro, oltre alle chat, indicano quegli strumenti tecnologici che non sono nati con un ruolo nella comunicazione ma permettono ugualmente agli utenti di entrare in contatto diretto, magari per giocare insieme online. Nessuno fino ad ora ha mostrato le prove che gli jiahdisti abbiano utilizzato ad esempio le PlayStation per comunicare tra loro. Ma, sostengono i fautori del controllo totale, non c’è nemmeno la sicurezza che uno scenario del genere non sia verosimile, viste le ampie possibilità comunicative offerte dai videogame attuali, e non solo sulle PlayStation.

A tale scopo sono stati convocati gli esperti della Sony, che in merito hanno risposto pubblicamente al premier belga dopo gli attentati di Parigi. Si tratterebbe delle comunicazioni “in-game”, quelle che avvengono all’interno dei giochi online, dove più giocatori si riuniscono e possono comunicare per scritto ma anche – e soprattutto – a voce e in video, privatamente e pubblicamente, verbalmente o con linguaggi visuali. In eventi-partite collettive non necessariamente aperte al pubblico ma destinate a utenti selezionati.

La Sony ha dichiarato di voler incoraggiare gli utenti e le aziende di videogame a segnalare comportamenti sospetti alle autorità competenti. E qui si può aprire una valanga pericolosa. Saranno qualche milione i ragazzini, gli adolescenti e i “giuggioloni” che giocano con la playstation, spesso in partite collegate online con i loro amici o utenti ad hoc per quella partita o quel torneo. I giochi della playstation sono spessissimo videogame “bellicosi” e bellicisti, l’elenco sarebbe lungo. Basti pensare ad Assassin’s Creed, il quale prende spunto proprio dalla storia vera della setta del “vecchio della montagna” che, proprio nel Medio Oriente del Medioevo, inviava i suoi sicari, spesso con azioni suicide, ad uccidere emiri, sultani, o personalità musulmane ritenute “apostate”. Curiosamente la “setta degli assassini” colpiva gli altri musulmani più che i principi europei che si erano insediati in Medio Oriente a seguito delle crociate. Un po’ come teorizza e pratica l’Isis, il quale ha scatenato una guerra contro gli islamici apostati (gli sciiti soprattutto) ed ha fatto più vittime tra i musulmani che in Francia.

Assisteremo dunque a incursioni dei Nocs o dei Ros nelle nostre abitazioni dove magari i nostri figli si stanno scambiando frasi o scenari sospetti mentre giocano alla playstation?

Si impongono a questo punto veri e propri summit di famiglia per stabilire regole di linguaggio e di comportamento che non suscitino insidiosi e inquietanti sospetti tra gli investigatori addetti alle intercettazioni. Ancora una volta la realtà potrebbe superare la fantasia di quei film dove bambini autistici, ma versati nei numeri o incollati notte e giorno al computer, scoprono codici cifrati del Pentagono “mettendo a rischio la sicurezza nazionale”.

A rendere più reale e più a rischio i residui di democrazia nel nostro, e nei paesi europei che ripetono come un mantra la pretesa di essere i migliori portatori di valori democratici del mondo, c’è ancora una volta il quotidiano più pericoloso in circolazione: il quotidiano “liberale” per eccellenza chiamato Corriere della Sera.

Qualche mese fa invitava i giudici della Corte Costituzionale a non difendere la Costituzione perché in questo modo intralciavano l’azione di governo e incrinavano l’obbligo del pareggio di bilancio dello Stato. Oggi, con l’editoriale di Panebianco, invita i giudici a non fare i giudici ma i poliziotti, cioè a non pretendere prove di colpevolezza concrete per mandare o tenere in galera la gente.

In un solo colpo il Corriere della Sera ha risolto il problema della “riforma della giustizia” eliminando la magistratura giudicante e mantenendo solo la magistratura inquirente, quella che formula le accuse che devono poi essere sostenute nel dibattimento o nel riesame dei casi che arrivano sul tavolo dei magistrati.

E’ vero, gli jihadisti sono un pericolo perché hanno la pessima abitudine di sparare sulla gente seduta ad un bar o riunita a ballare in un concerto o in viaggio su un aereo o una metropolitana, in pratica mettendo nel mirino ognuno di noi indipendentemente dalle sue responsabilità nelle guerre scatenate negli ultimi venticinque anni dai nostri governi. Ma anche giornali come il Corriere della Sera sono pericolosi, perché mettono nel mirino tutti noi, la nostra libertà e la democrazia, a volte in nome della governance, altre in nome della sicurezza.

Ma alla fine il risultato è sempre lo stesso che i liberali hanno sistematicamente prodotto nella storia, inclusa quella italiana: un regime autoritario.

- © Riproduzione possibile DIETRO ESPLICITO CONSENSO della REDAZIONE di CONTROPIANO

Ultima modifica: stampa

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *