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Gennaio 1919: Rosa e Carlo

Il 15 gennaio 1919 vengono assassinati dagli sgherri del governo socialdemocratico Rosa Luxemburg (vedi qui) e Karl Liebknecht

Dopo il tentativo fallito dell’insurrezione di ottobre-novembre del 1918che mise termine al Primo Grande Macello Mondiale ma portò al governo la banda socialdemocratica che massacrò la rivolta operaia nel “natale di sangue”. Gli operai rivoluzionari tedeschi non volevano arrendersi, soprattutto non volevano che il potere della borghesia militarista e monopolista, con la copertura dei vertici socialdemocratici, si rafforzasse e consolidasse.

 

Per rilanciare l’offensiva decidono di uscire dalla SPD e fondare il KPD (Partito Comunista Tedesco) Il 1° Congresso di Fondazione si tenne dal 30 dicembre 1918 al 1° gennaio 1919.

Vi partecipano 112 delegati. Confluiscono nel nuovo partito lo Spartakusbund (Lega di Spartaco), gli IKD (Internationale Kommunisten Deutshlands) di Brema, i Radikalen diAmburgo, il Pc di Dresda e parte degli ISD (Internationale Sozialistische Deutshlands). Il primo scontro interno se partecipare o no alle elezioni fu vinto dagli astensionisti con 62 voti contro 23. la mozione astensionista che fu lanciata al grido:

 

LA NOSTRA TRIBUNA È LA STRADA!”.

 

Rosa Luxemburg al Congresso afferma:«Noi dobbiamo conquistare il potere politico non dall’alto ma dal basso… io non  mi accingo a profetizzare quanto tempo occorre per questo processo … La vittoria di Spartaco non si colloca al principio, ma alla fine della rivoluzione».

 

Intanto le classi dominanti, col decisivo appoggio dell’apparato socialdemocratico e dei vertici sindacali, preparano la loro controffensiva dopo i movimenti rivoluzionari del 1918, Così al governo, a Ebertsi affianca un altro uomo forte:Gustav Noske, ancor più macellaio dell’altro.

L’occasione per la rivolta è la rimozione a Berlino, il 4 gennaio, del capo della polizia Emil Eichhorn (USPD), che non era disponibile per una campagna repressiva. Ne seguono manifestazioni grandiose, per il reintegro di Eichhorn, per il disarmo dei Freikorps e l’armamento del proletariato. Ma sono manifestazioni che vanno oltre, molto oltre le indicazioni dei dirigenti del KPD.

Come il 9 novembre 1918, anche la domenica del 5 gennaio 1919, centinaia di migliaia di persone affluirono nel centro di Berlino, molte delle quali armate. Nel pomeriggio occuparono le stazioni ferroviarie di Berlino, ed occupano il quartiere della stampa ed i giornali borghesi che nei giorni precedenti avevano esortato al dispiegamento di altri Freikorps, ma anche invitato ad uccidere gli Spartachisti.

A questo punto il KPD costituisce un “Comitato rivoluzionario” composto da 52 membri,guidato dal triunvirato Liebknecht, Ledebour, Scholze. Il 9 gennaio il Comitato rivoluzionario fa appello all’insurrezione, ma non ha pronto un piano insurrezionale, né c’è tanta convinzione da parte dei dirigenti spartachisti. Rosa Luxemburg, come la maggioranza dei capi della KPD, riteneva che una rivolta insurrezionale in quel momento non avesse possibilità di vittoria e si espresse contro. Tuttavia vi partecipò con gli altri dirigenti del KPD ,come è costume dei comunisti di fronte a un’insorgenza operaia. L’iniziativa e la volontà insurrezionale era scaturita dal Comitato Operaio di Berlino, che voleva riscattare la sconfitta del novembre del 1918.

Ma il meccanismo della più feroce repressione era stato ben preparato e oliato dal governo socialdemocratico. Difatti, dal giorno prima le truppe governative attaccarono ogni punto di forza degli operai rivoluzionari. Centinaia furono uccisi. Da parte dei rivoluzionari il lavoro politico sull’esercito non fu condotto adeguatamente, al punto che perfino la Divisione della Marina del Popolo (quella della rivolta del 1918) si dichiarò neutrale. Gli altri reggimenti stanziati a Berlino rimasero in maggioranza dalla parte del governo.

Gustav Noske da pochi giorni commissario del popolo per l’Esercito e la Marina, il 6 gennaio affermò con cinismo: «Da parte mia, se qualcuno deve fare il macellaio, io non fuggo la responsabilità»E non tentennò ad allearsi con il Comando supremo dell’Esercito e con i Freikorps nell’usare le truppe fasciste per massacrare la classe operaia berlinese.

 

Il 10 gennaio a Brema venne proclamata la “Repubblica dei Soviet”. L’intervento dei Freikorps la stroncò con centinaia di morti. Il 14 Rosa scrisse su Die Rote Fahne  «‘L’ordine regna a Berlino’l’insurrezione è stata sconfitta, forse non era matura né organizzata, mancava il collegamento tra centri rivoluzionari», ma «dalla sconfitta di oggi fiorirà la futura vittoria»e continua «Non è un partito che vuole arrivare al potere per mezzo o sopra la massa operaia. [Esso] è solamente la parte più cosciente e decisa del proletariato»   «[un partito rivoluzionario] non prenderà mai il potere governativo se non appoggiato dalla chiara e inequivocabile volontà della stragrande maggioranza delle masse proletarie tedesche, se non con la loro adesione cosciente alle sue prospettive, ai suoi metodi di lotta [dunque] la nostra vittoria non sta all’inizio, ma alla fine della rivoluzione: coincide con la vittoria delle stragrandi masse del proletariato socialista».

 

Più che una sconfitta sarà un massacro: Berlino, Dresda, Stoccarda, Amburgo, Düsseldorf, Lipsia, Duisburg; nella Ruhr, Noske fa assassinare anche opera della base del suo partito SPD perché insieme a quelli del KPD e USPD chiedevano la socializzazione di miniere e acciaierie … sarà un bagno di sangue. La mano che assassinò Rosa e Karl fu della “Divisione di fucilieri della Cavalleria di Guardia” (Garde-Kavallerie-Schützen-Division). Il loro comandante, il capitano Waldemar Pabst, permise che venissero brutalmente massacrati con colpi dei calci dei fucili e poi uccisi. Il cadavere di Rosa Luxemburg fu gettato presso il ponte Lichtenstein nel Landwehrkanal di Berlino, dove fu trovato solo il 1° giugno 1919.

 

Gli scontri non si fermano. Il 24 febbraio sciopero generale nella Germania centrale, il 25  in Sassonia. A Berlino lo sciopero parte il 3 marzo, ovunque intervengono i mercenari diMaercker con i Freikorps su mezzi blindati che sparano con le mitragliatrici sugli operai. Sarà questa la “settimana di sangue” della tentata insurrezione dei primi mesi del 1919 dal 3 all’8 marzo ci saranno circa 3.000 morti (1.200secondo il governo). Ma ancora il 7 aprile a Monaco di Baviera si proclama la “Repubblica dei Consigli”. Diversi assalti delle truppe mercenarie saranno necessari e centinaia di morti, e il 2 maggio Monaco viene conquistato dalla reazione fascista delle truppe prussiane e dei Freikorps. Il KPD viene messo fuori legge. In quegli stessi giorni, il 21 marzo 1919 fino all’inizio di agosto dello stesso anno in Ungheria si instaurava la Repubblica dei Consigli (Béla Kun, György Luchás) che fu schiacciata, oltre che dai propri errori, dagli eserciti romeni e cechi cui seguirà il “terrore bianco” dell’ammiraglio Miklós Horthy.

 

Dal blog: contromaelstrom

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