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Cento anni fa socialdemocratici e futuri nazisti assassinavano Rosa Luxemburg e Karl Liebknecht

“Stupidi sbirri il vostro ordine è costruito sulla sabbia”.

Nella notte tra il 15 ed il 16 gennaio del 1919 la soldataglia dei corpi franchi, mercenari che poi avrebbero costituito la base del partito nazista, assassinava Rosa e Karl.
Li avevano catturati su ordine del governo socialdemocratico di Ebert e Noske, che avevano deciso di ristabilire l’ordine dopo l’esplosione rivoluzionaria che aveva travolto la monarchia.
Fino all’ultimo i socialdemocratici erano stato fedeli al Kaiser e alla sua decisione di portare al massacro il popolo tedesco. Nell’agosto del 1914 la sinistra di allora, la socialdemocrazia, in Germania come in Francia come in Gran Bretagna come in gran parte d’Europa aveva scelto di stare con il potere. Gran parte dei leader della sinistra avevano detto sì alla borghesia e alla finanza che scatenavano la prima guerra mondiale e mandavano al massacro i popoli.
Rosa Luxemburg e Karl Liebeknecht dissero no al tradimento della sinistra, assieme a Lenin e altre piccole minoranze coerenti in Europa. Per questo Rosa e Karl furono imprigionati e furono liberati solo dopo la sconfitta tedesca e l’instaurazione e della Repubblica.
Alla fine del 1918 i capi traditori della socialdemocrazia grazie alla rivoluzione popolare conquistarono il potere; potere che subito usarono per affossare la rivoluzione stessa. Per questo i capi socialdemocratici decisero di uccidere Rosa e Karl, che con la Lega di Spartaco avevano cominciato a costruire una organizzazione che voleva strappare la classe operaia e il popolo alla vecchia sinistra del tradimento. Per questo Ebert e Noske diedero via libera ai soldati massacratori, che catturarano Rosa e Karl e li linciarono. Il cadavere di Rosa Luxemburg fu gettato nel fiume e ritrovato solo mesi dopo l’assassinio.
L’uccisione di Karl e Rosa fu l’atto costituente del fascismo in Germania, prodotto dalla sinistra che allora governava.
Ricordiamolo sempre, il fascismo è figlio e complice della sinistra che tradisce i suoi scopi ed i suoi ideali per stare con il potere. Nell’Europa di oggi il martirio di Rosa e Karl ricorre nel mondo rassegnato di una sinistra che, rinunciando a sé stessa, ha fatto risorgere il fascismo. Quel martirio oggi più che mai ci dice: non mollare, continuare a lottare. Perché oggi più che mai l’alternativa è: Socialismo o barbarie.
Per gli stupidi sbirri che, oggi come ieri, pensano di avere vinto per sempre, valgono ancora le parole scritte da Rosa Luxemburg poche ore prima di essere assassinata:

“”Tutta la strada del socialismo – per quel che riguarda le battaglie rivoluzionarie – è disseminata di patenti disfatte. E pure irresistibilmente questa stessa storia passo a passo porta alla vittoria finale! Dove staremo oggi senza quelle ‘sconfitte’, dalle quali abbiamo attinto esperienza storica, scienza, forza, idealismo! […] Avviene con le lotte rivoluzionarie l’esatto contrario che con le lotte parlamentari. Nelle spazio di quattro decenni abbiamo avuto in Germania in sede parlamentare solo delle ‘vittorie’, siamo passati addirittura di vittoria in vittoria. E il risultato ne fu, al momento del la grande prova storica del 4 agosto [Inizio della Grande Guerra]: una disfatta politica e morale catastrofica, un crollo inaudito, una bancarotta senza esempi. [….]
Ordine regna a Berlino! Stupidi sbirri! Il vostro ordine è costruito sulla sabbia. La rivoluzione già da domani di nuovo si rizzerà in alto con fracasso e a vostro terrore annuncerà con clangore di trombe ‘io ero, io sono, io sarò!””

 

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1 Commento


  • Eros Barone

    La persecuzione dei dirigenti spartachisti mirava a metterli fuori combattimento. La redazione della “Rothe Fahne” (‘Bandiera rossa’) era minacciata costantemente e venne più volte assalita. Rosa Luxemburg non poteva recarsi nella sua abitazione, dove la aspettava la guardia civica, e sotto falso nome doveva andare ogni notte in un albergo diverso. Questi fatti dimostrano l’immane abiezione dei dirigenti della destra socialdemocratica, ma rendono evidente anche la grande debolezza della rivoluzione, che derivava dalla mancanza di un partito comunista. Così la sinistra tedesca non riuscì nemmeno ad organizzare la protezione dei propri capi e del proprio giornale. Basta fare un paragone con la rivoluzione d’ottobre dell’anno precedente per rendersi conto della schiacciante differenza. Anche Kerenski cominciò col proibire, il 6 novembre, l’organo centrale del partito bolscevico “Raboci Put” (‘La Via operaia’) e coll’inviare delle autoblindo davanti alle porte della redazione del giornale e della tipografia dei bolscevichi. Ma verso le dieci del mattino, su indicazione di Stalin, le guardie rosse e i soldati rivoluzionari fecero retrocedere le autoblindo e stabilirono dei presidi armati nelle adiacenze della tipografia e della redazione del giornale. Verso le undici del mattino il giornale uscì con l’appello al rovesciamento del governo provvisorio. Contemporaneamente, si concentravano d’urgenza a Smolny reparti di soldati rivoluzionari e di guardie rosse. L’enorme differenza tra Pietrogrado 1917 e Berlino 1918 dimostra quanto la rivoluzione tedesca di novembre fosse indietro nel suo sviluppo, ma nel contempo dimostra anche quanto la sinistra tedesca avesse trascurato l’organizzazione.

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