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“Emergenza rom”: qualcuno risponda in questo silenzio assordante’

«Da parte del Comune» denunciano gli attivisti di Popica «armato di manganelli e ruspe, la solita inutile ed inaccettabile proposta: per donne e bambini un’accoglienza momentanea, per gli uomini la strada». Anche stavolta, come sempre, nessuno ha accettato questa “non soluzione”. Eccola la Roma «accogliente e solidale» – come annuncia il sindaco Alemanno sul sito internet dedicato alla beatificazione di «JP2». E mentre la Pasqua si avvicina, si fa sempre più assordante il silenzio (anche) della Chiesa cattolica, evidentemente troppo intenta ad accogliere frotte di turisti-fedeli in occasione della beatificazione di Giovanni Paolo II. Ma se dal Vaticano si tace sulle sorti di centinaia di esseri umani sgomberati e risgomberati giorno dopo giorno, non è che dalla Roma “civile” si levino particolari strali. «Dove sono le cosiddette associazioni pro-rom»? Si chiedono da Popica? «Eppure il piano nomadi “bis” continua: si continua a sgomberare. Punto. Uomini. Donne. Bambini».

Per renderci conto degli impatti di questo piano rom, solo nei primi tre giorni della settimana santa, Comune e Prefettura hanno gettato per strada oltre settecento persone senza offrirgli reali soluzioni.

E mentre continuiamo ad assistere a questa ignobile persecuzione infinita, da Popica si pongono, e ci pongono, otto domande:

1. Gli amministratori di Roma Capitale asseriscono si tratti di interventi per la sicurezza degli stessi rom, dove finiscono questi rom che loro dicono di mettere in sicurezza?

2. Come sono spesi gli oltre 30 milioni di euro (soldi pubblici) che ogni anno vengono destinati al Prefetto di Roma per la cosiddetta “emergenza nomadi”?

3. E’ possibile per forze politiche che fanno dei valori cattolici e dei “family day” i propri programmi elettorali, perseguire strategie di smembramento delle famiglie?

4. Nello sgombero di via del Flauto abbiamo incontrato Rivaldo, bambino di 13 anni, che ha vissuto oggi il suo ottavo sgombero romano. È possibile parlare d’integrazione per chi vive in baracche costantemente minacciate dallo stesso Stato che li vorrebbe integrare?

5. Negli sgomberi abbiamo visto baracche con eternit essere abbattute dalle ruspe comunali. Quali procedure di sicurezza ambientali, per gli operatori e per i cittadini del territorio, vengono messe in campo dall’amministrazione durante l’abbattimento degli insediamenti?

6. Quando morirono i quattro bambini nel rogo di Tor Fiscale, illustri esponenti di Stato e Chiesa dichiararono d’avere a cuore la “questione rom”. Cosa fanno oggi mentre oltre 700 persone vengono disperse sulle strade di Roma?

7. In un Paese invaso da presunte orde d’immigrati tunisini per i quali si dice non esistano soluzioni, con un’Europa che non aiuta a trovarne, perché e a chi giova aggiungere altre emergenze?

8. Quanto tempo passerà prima che qualche disperato, senza più neanche una baracca, costretto in mezzo ai cespugli, compia qualche ingiustificabile atto violento da usare per le prossime elezioni?

Per favore, qualcuno risponda in questo silenzio assordante.

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