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Un appello a Chavez affinchè non estradi in Colombia Joaquim Perez Becerra

 

Secondo il comunicato ufficiale del governo venezuelano, “il cittadino Joaquín Pérez Becerra è ricercato dagli apparati della giustizia della Repubblica della Colombia attraverso l’Interpol, con una circolare rossa”, accusato di finanziamento del “terrorismo” e collaborazione con esso.

Il suddetto comunicato finisce con un paragrafo agghiacciante, assolutamente non degno di uno Stato e di un governo che si definiscono “rivoluzionari” e “bolivariani”: “Il Governo Bolivariano ratifica in questo modo il suo impegno irriducibile nella lotta contro il terrorismo, la delinquenza ed il crimine organizzato, nella stretto rispetto degli impegni e della cooperazione internazionale, guidato dai principi di pace, solidarietà e rispetto ai diritti umani” (sic!)

Joaquín Pérez Becerra non è un guerrigliero, e ancor meno è un terrorista o un delinquente: è un giornalista ed attivista per la pace con giustizia sociale, rifugiato politico in Svezia sin dagli anni ’90 quando, essendo dirigente sindacale e militante del movimento politico legale Unión Patriótica (sterminato dal regime colombiano), fu costretto all’esilio dopo che sua moglie venne sequestrata ed assassinata dal terrorismo di Stato.

Ciò nonostante, Joaquín non ha mai smesso di adoperarsi per la pace con giustizia sociale per il popolo colombiano, denunciando dal portale web di ANNCOL il regime mafioso di Bogotá, la violazione sistematica dei diritti umani, il modello neoliberale e le menzogne che i media dell’oligarchia colombiana vomitano quotidianamente per negare l’esistenza di un conflitto sociale ed armato e tacciare di “terrorismo” qualsiasi opposizione popolare, armata e non.

Gli interessi di Stato che hanno spinto il Presidente Chávez a sottoscrivere recentemente accordi economici, energetici e commerciali con lo Stato paramilitare capeggiato da Juan Manuel Santos, non lo autorizzano in alcun modo sul piano etico ad estradare in Colombia gli oppositori a quel regime sanguinario; e non giustificano, a livello politico, concessioni infami ad un’oligarchia telediretta da Washington, che giammai serviranno a scongiurare i piani dell’imperialismo di distruggere il processo bolivariano capeggiato dal Presidente Chávez, che il bolivariano Joaquín Pérez ed ANNCOL hanno sempre difeso a spada tratta.

Consegnare alla Colombia il direttore di ANNCOL significherebbe non solo infangare irrimediabilmente l’immagine del governo bolivariano e pregiudicarne la credibilità, ma anche condannare a morte Joaquín, che verrebbe torturato e rinchiuso in un carcere controllato dai macellai paramilitari.

CHÁVEZ, NON CADERE NELLA TRAPPOLA DI SANTOS: NON ESTRADARE JOAQUÍN, LIBERALO!

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