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I fiumi e i boschi del bel paese hanno bisogno di essere curati per impedire che uno sviluppo senza criterio che non sia quello del profitto distrugga definitivamente l’ambiente in cui viviamo. Interi territori sono inquinati da rifiuti di ogni genere, anche tossici e radioattivi, dalle campagne al mare, e dovrebbero essere bonificati.

 

Un terzo dei ragazzi e delle ragazze italiane è senza lavoro o sopravvive con lavori precari. Le imprese non assumono, il settore pubblico è indebitato, l’economia ha smesso di crescere.

 

Se il settore pubblico è indebitato,  ciò vuol dire che il sistema finanziario privato è in attivo; per questo il ministro Tremonti ha proposto di tener conto del risparmio privato assieme al debito pubblico. Il tasso di risparmio delle “famiglie” italiane è positivo e l’unico “problema” dei risparmiatori è che spesso non sanno come allocare le proprie attività finanziarie. Troppo capitale, lo abbiamo già detto e scritto, questo è il senso ultimo della crisi.

 

In questo scenario la politica economica delle istituzioni europee ha da mesi l’unico obiettivo di “aiutare” gli Stati in difficoltà drenando ulteriori risorse dal settore pubblico (politiche fiscali restrittive) per trasferirle in varie forme al settore finanziario privato.

 

Tutto ciò è semplicemente demenziale:  i ragazzi continuano a non lavorare o a lavorare in modo precario e con stipendi da fame, l’ambiente naturale continua a degradarsi, e le istituzioni finanziarie sprecano centinaia di miliardi.

 

E’ possibile (e necessario, e urgente) un piano straordinario per consentire ai ragazzi e alle ragazze di guadagnarsi da vivere attraverso lavori di riqualificazione ambientale finanziati dai profitti del settore finanziario.

C’è qualcuno che ha voglia di discuterne?

 

* Università di Teramo, 12 aprile 2011

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