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Napoli. Ma De Magistris copre gli sgomberi?

Napoli – De Magistris deve rispondere dei suoi assessori

Comunicato sugli sgomberi di questi giorni a cura dello Spazio Occupato ZERO 81

7 / 8 / 2011

Non possiamo che accogliere con preoccupazione le ultime vicende che vedono protagonista il Comune di Napoli, nella gestione delle politiche di accoglienza e di decoro urbano. E’ inaccettabile che in una città che, a detta del suo sindaco, vuol essere capitale della tolleranza e dell’accoglienza si possa assistere a scene di sgombero coatto come quelle viste in via Brin lo scorso 3 agosto o la “bonifica” di Piazza Garibaldi, in cui non sono mancati gli ormai consueti abusi da parte del personale di Polizia Municipale, sempre più in linea con l’impostazione fascista e militare del proprio capo Luigi Sementa. Dopo 15 anni di crisi rifiuti non possiamo permettere che le politiche volte alla risoluzione dell’emergenza, diventino prioritarie rispetto ai diritti umani!!
Siamo convinti che a pochi mesi dalle elezioni dell’amministrazione De Magistris sia necessario chiedere chiarezza. Napoli è una città in cui il conflitto è un elemento intrinseco dei rapporti sociali e politici, dichiarazioni ad effetto, buone per le pagine dei giornali, non sono utili a nessuno. Non si può pensare di risolvere le cose con grosse operazioni ad effetto, ne tanto meno pensare di affidare la gestione di operazioni così delicate a personaggi che già hanno ampiamente dimostrato la propria incapacità.
Il fatto che nel giro di poche settimane si siano succeduti lo sgombero dei disoccupati da palazzo Verdi, degli immigrati di via Brin, delle 17 famiglie di Fuorigrotta e la “bonifica “ di piazza Garibaldi da il quadro di quella che è la situazione oggi a Napoli, tutto questo mentre in contemporanea l’amministrazione convoca tavoli con i mediatori culturali per la gestione della stessa piazza Garibaldi o assemblee del popolo in cui si discute di partecipazione e di beni comuni.
Non si può pensare che i napoletani si pieghino a quest’amministrazione dei due tempi o dalle due teste, soprattutto perchè il sindaco ha costruito la sua candidatura ponendosi come garante del funzionamento della macchina amministrativa. E’ chiaro che sia Narducci che Auricchio oggi rappresentano i problemi principali, nelle cui mani si stanno concentrando sempre piu poteri. Dall’altro lato lo stesso Sergio D’Angelo ha dichiarato dopo lo sgombero delle famiglie di Fuorigrotta che “Questa amministrazione contrasta l’occupazione abusiva, soprattutto delle scuole, e difende la legalità , ma ciò non le impedisce di accogliere le persone in difficoltà offrendo loro soluzioni abitative adeguate e garantendo i loro diritti”. E’ assurdo che proprio uno come l ‘Assessore D’Angelo sia in linea con un’amministrazione che contrasta le occupazioni abusive, forse ha già dimenticato le occupazioni degli operatori sociali durante la campagna “ il Walfare non è un lusso” o ha dimenticato cosa significa vivere senza la possibilità di accesso ai diritti fondamentali, motivi per cui ci pare assurdo parlare solo di rispetto della legalità.
Al di là delle questioni interne a palazzo San Giacomo e degli equilibri conseguenti, siamo convinti che chi deve rispondere di ciò che succede a Napoli sia il Sindaco e non semplicemente i singoli assessori. La costruzione della candidatura diretta di De Magistris, investito direttamente dal popolo della sua carica di sindaco, la distanza che l’ex magistrato ha preso dai partiti, la scelta unidirezionale della giunta, sono i motivi per cui è lui l’unico e il solo che deve in questo momento chiarire le politiche dell’amministrazione comunale.
Ci sembra davvero un’offesa all’intelligenza collettiva di questa città l’apertura di un’indagine interna sullo sgombero dei migranti di via Brin, come se non sapessimo chi ha gestito le operazioni quella mattina o come se non fosse automatico che uno sgombero di una struttura comunale necessità della firma di uno degli assessori competenti?!?
Se le stesse cose fossero accadute sotto un sindaco di centro-destra come Lettieri, cosa avrebbero detto gli intelletuali, le associazioni e i partiti di questa città?
In un paese sempre più sotto attacco dalla finanza internazionale, in cui la crisi stringe di più alla gola le fasce più deboli, nell’occidente in cui la democrazia sembra essere l’agnello da sacrificare per uscire dalla crisi, Napoli non può diventare una città dell’ordine, con le pareti d’oro, ma pur sempre una caserma. Un luogo in cui nei posti di comando vengono piazzati ex ufficiali dei carabinieri, proprio come è già avvenuto per il governo regionale. Ne tanto meno la nostra città può vedere come risposta ai propri problemi la Louis Vuitton Cup o la messa a nuovo dello stadio San Paolo. La politica dei grandi eventi, dalla Tav al ponte sullo stretto, ha già mostrato tutte le sue falle.
Napoli ha bisogno di tempo, non di 5 giorni per dare un volto al tanto evocato cambiamento, e questo processo deve tenere conto del fatto che il conflitto sociale in una città di 2 milioni di abitanti non può essere eliminato ma è al conflitto sociale che vanno date delle risposte concrete.
Abbiamo scelto, durante il ballottaggio, di esprimere una posizione per il voto perchè credevamo, come crediamo ancora, che la candidatura di De Magistris ha saputo incarnare un vento di cambiamento che esiste ed è concreto nel nostro paese, che ha attraversato i referendum e ha mostrato la sua forza nelle giornate calde del luglio valsusino. Come siamo convinti che la risoluzione dei conflitti, che nascono nella nostra società, non possa avvenire passando attraverso il sistema della rappresentanza ma, anche se ne tengono conto, l’unica strada possibile è rafforzare i processi di costruzione del comune e la sua difesa.
Purtroppo però ad oggi ci troviamo a parlare di episodi vergognosi ed inaccettabili, quando forse avremmo voluto vedere la stessa celerità, con cui sono stati “cacciati” gli abusivi di piazza Garibaldi, nel riprendere in mano l’intero patrimonio comunale dato in gestione alla Romeo Spa, o la fine degli stipendi da 90-70-50 mila euro per le assunzioni di esterni nelle file degli staff degli assessori e del sindaco. Narducci e Auricchio, i quali avevano dichiarato nei giorni immediatamente successivi alle nomine che si sarebbero battuti contro la camorra, fino ad oggi hanno solo saputo prendersela con migranti, disoccupati e famiglie senza casa. Forti con i deboli e deboli con i forti, in perfetta continuità con chi li ha preceduti a palazzo San Giacomo. Speriamo che tutto questo possa cessare al più presto, speriamo di non vedere più le scene viste giovedì mattina a via Brin, lo speriamo per il bene di questa città.
Napoli è una città piena di contraddizioni e i napoletani sanno innamorarsi molto velocemente, soprattutto di ciò che porta entusiasmo e speranza, ma sanno anche essere un popolo che non perdona chi tradisce la speranza, Berlusconi e Bassolino ne sanno qualcosa…

Zero81 occupato

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