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Meno cash per tutti, più controllo alle banche

Il Circo romano del Bilderberg: con grande efficacia la giunta italiana mette al bando il denaro contante.

 

Quando quasi tre settimane fa l’“uomo del Bilderberg”, Mario Monti, si è promosso reggente d’Italia, l’aria era pesante di moniti da Valchirie, che il grande stregone non sarebbe per nulla riuscito a far quadrare i bilanci in misura opportunamente veloce, quindi non solo l’Italia sarebbe sprofondata, ma che avrebbe trascinato con sé l’euro e l’intero apparato dell’Unione europea.

Questa era una sciocchezza allora, e lo rimane ancora oggi.

Non c’è nessuna crisi dell’euro, la fine del mondo come lo conosciamo non è imminente – a meno che Angela Merkel e Nicolas Sarkozy mettano a segno il loro sinistro schema per una completa unione fiscale europea, sullo sfondo di ciò che non è altro che una crisi, frutto di macchinazioni, del tutto artificiosa.

Se Monti pensava di fare la sua apparizione sulla scena mondiale e vincere l’Oscar per la probità fiscale, poi è stato brutalmente deluso.

Il pacchetto di grande austerità per salvare Roma dal destino, che la Città Eterna aveva inflitto a Cartagine duemila anni fa, ha ricevuto risposte pesantemente irridenti.

Nelle parole di un commentatore autorevole, i tagli che gli Italiani devono subire sembrano solo uno sforzo simbolico, puramente dimostrativo da parte del governo tecnocratico, almeno nella speranza che la Banca Centrale Europea voglia correre al salvataggio, verso rendimenti più bassi dei titoli di Stato.

Forse, ma io nutro seri dubbi che questa sia la storia effettiva.

La cosa grossa che veramente sta bollendo in pentola, che può portare ad una rivoluzione totale nell’uso del denaro – prima in Italia, poi nel resto di Europa – è stata nascosta prudentemente fra le pieghe del favoloso progetto di austerità, che esamineremo immediatamente.

Sì, senza dubbio sono stati effettuati tagli puramente dimostrativi, anche se direttamente ricavati dal tipico copione di austerità del Bilderberg.

Gli Italiani certamente dovranno lavorare più a lungo per meno salario. I redditi reali scenderanno ancora di più, schiacciati dai pacchetti dei salari congelati e dall’inflazione che morde senza tregua.

La riduzione dei bilanci pubblici, soprattutto nelle province, metterà in seria difficoltà molte piccole imprese (la spina dorsale d’Italia), che contano fra i loro clienti più importanti le amministrazioni locali e regionali.

La proposta che i milionari dovrebbero pagare più tasse per i posti darsena di attracco dei loro yacht in Italia, sulle classi da crociera produrrà lo stesso effetto del primo “gin and tonic”, appena il sole tramonta all’orizzonte.

La reintroduzione della tassa sui patrimoni – stracciata a forza da Silvio Berlusconi come sfacciata esercitazione in vista di una campagna elettorale – ve lo concedo, è moderata e prudente.

Ma sig. Monti, era proprio necessario defenestrare la democrazia per raggiungere un risultato tanto modesto? Per un qualsiasi governo di recente nomina non ci sarebbe stata altra scelta che ritornare alla tassazione!

Ma siccome siamo in Italia, abbiamo assistito alla recita di un dramma teatrale durante la presentazione della pianificazione dell’aumento dell’età pensionabile, nella forma di un ministro-donna apparire piangente in televisione in prima serata.

 

Benvenuto l’arrivo del Circo Romano!

 

Ma tutto questo non è che fumo e specchietti per le allodole, per mascherare la reale portata del programma di questo governo di non eletti, e con ogni probabilità la vera spiegazione della caduta precipitosa dell’amministrazione Berlusconi.

La mia impressione è che al gabinetto Monti si addossi niente meno che un esperimento da laboratorio di massa da effettuarsi sul vivo della gente per vedere se sia effettivamente possibile demonetizzare efficacemente un’intera nazione.

Lasciatemi spiegare cosa intendo dire.

Pochi giorni fa ho pubblicato un documento su “End the Lie” che avvertiva come il fascismo finanziario potesse assumere come prioritaria l’eliminazione di denaro contante per la stragrande maggioranza degli Italiani. Ebbene, questo è accaduto: “L’amministrazione Monti propone di mettere fuori norma le transazioni superiori ai 1.000 euro eseguite in contanti”.

Allora, non si tratta tanto di una proposta quanto di un diktat che entrerà in vigore con effetto immediato. Il Parlamento atrofizzato potrebbe respingere il decreto entro sessanta giorni. Ma resta assicurato, non lo faranno.

Il sig. Monti afferma di volere con questa mossa riscuotere le tasse che gli Italiani stanno evadendo. Questa è una dichiarazione di una tale lontananza himalayana dalla vita quotidiana degli Italiani normali, inoltre pronunciata nella terra della mafia, che si è portati a concludere da subito che una carriera eccelsa all’interno della torre d’avorio di una università privata (la Bocconi) ha tenuto separato l’ottimo professore da qualsiasi senso della realtà.

Come particolare esemplificativo, Milano, città di residenza di Monti che ospita la sua prestigiosa sede privata ed indipendente di insegnamento, è in preda ad una guerra impressionante tra bande rivali formate da trafficanti di droga Serbi e da Albanesi immigrati e dai loro rivali del sud d’Italia. Si realizzano grandi facili profitti, che si possono ottenere dai tossicodipendenti da eroina, stimati sull’ordine dei 140.000, in quella che è oggi una delle maggiori capitali d’Europa per il traffico dei narcotici.

Dati precisi sono ovviamente impossibili, ma ipotesi più plausibili valutano il volume d’affari attribuibile alla criminalità organizzata sull’intorno di 125 – 150 miliardi di euro, dei quali il traffico di narcotici rappresenta la parte del leone. Questo rappresenta l’equivalente di circa l’8% -10% del PIL in Italia.

Gli Italiani sono in attesa col fiato sospeso di sapere se il Primo ministro-professore, nell’intraprendere il suo intervento, ha l’intenzione di creare preoccupazioni alla criminalità.

Nessun precedente governo italiano è riuscito a tassare il crimine organizzato, che finora conserva il suo potere di evasione grazie ad una massiccia rete di pubblici ufficiali corrotti.

 

Il Primo ministro è un ex consigliere di Goldman Sachs, che come tutti sappiamo sta al Bilderberg come il Sole sta al nostro sistema solare.

Un obiettivo costante di Goldman Sachs (alias Wall Street, la Banca Centrale Europea e la City di Londra) è quello di controllare il più possibile tutto il denaro in libera circolazione.

Nel momento che le banche mettono in circolazione moneta elettronica, resta una sola possibilità alternativa per l’azione di stimolo dell’economia. E questa alternativa, naturalmente, è il denaro sotto forma di banconote e monete che passano di mano in mano tra gli individui normali nel corso delle loro attività quotidiane.

Cattura la moneta circolante!, e non sarà più necessario per i banchieri preoccuparsi di reflazionare i propri bilanci utilizzando denaro preso a prestito dai mercati, o da altre banche, a tassi di interesse inusitati. (Per reflazione si intende l’espansione della domanda e relativi effetti che accompagnano
una fase di ripresa economica.)

La direttiva significa che i cittadini italiani onesti non avranno altra scelta che quella di movimentare molte delle loro transazioni attraverso le banche, di cui due – cioè Unicredit e Intesa Sanpaolo – sono state da poco sottoposte a tensioni connesse a problemi di flusso di cassa.

Che fantastico incremento si verificherà dalla cattura automatica di tutte le partite di giro in biglietti contanti oltre un migliaio di euro!

(Per flusso di cassa si deve intendere l’incremento o la diminuzione che le disponibilità liquide, di una banca in questo caso, hanno subito per un certo periodo di riferimento a causa della gestione aziendale)

E ricordate, se le banche hanno tutti i vostri soldi, sono loro che possono quindi decidere se lasciarvene avere, o no, a seconda dei casi.

La macchina del razionamento del denaro è già efficacemente in azione, attraverso 100.000 sportelli automatici sparsi in tutto il paese. Dietro le quinte viene messa in gioco una tecnologia che veramente merita attenzione, come vedremo di seguito. Siamo ad un passo molto breve da qui a sottoporre ad un interrogatorio gli Italiani sul perché vogliono ritirare il loro denaro.

Di fatto, questo sta già succedendo! Di recente ho sentito una notizia dall’Italia, di un signore che è stato interpellato telefonicamente dal suo direttore di banca, che chiedeva a questo cliente come mai stesse mungendo il bancomat ogni mattina. Il resto di questa storia contiene un linguaggio esplicito non adatto ad essere qui riprodotto.

Chi ha pensato a tutto questo?

Come potrà la famosa polizia finanziaria d’Italia, la Guardia di Finanza, far fronte all’enorme nuovo carico di lavoro?

Perfino gli attuali 68.000 funzionari, con tutti i mezzi messi a disposizione della loro marina e aviazione militare indipendenti, troveranno difficile sottoporre a controllo 60 milioni di Italiani, e praticamente tutte le loro spese, fino agli spiccioli. Bene, i costi supplementari ammonteranno a miliardi. Questo, senza tener conto di tutto il lavoro dei tribunali che dovranno occuparsi delle “canaglie”. Con tutte le competenze e le strutture messe disposizione, la Guardia non è riuscita a intaccare la blindatura finanziaria eretta intorno alla criminalità organizzata. Comunque, si congettura che con buona probabilità l’aumento delle entrate verrà superato di gran lunga dai costi aggiuntivi di polizia e dell’amministrazione. Francamente penso che i promotori di questo ambizioso progetto si preoccupino molto poco di questo.

Vedete, se si riflette per un attimo, da certe prospettive conviene scegliere un paese come l’Italia, noto per il suo tradizionale lassismo fiscale, e usarlo come banco di prova per una “demonetizzazione” su vasta scala. Inoltre, risulta di enorme vantaggio che l’Italia, praticamente unica, possieda un forte apparato di polizia fiscale militarizzato, i cui poteri (compreso l’arresto e le ricerche casuali ) sono già molto sviluppati.

Ho già fatto il punto sul fatto che l’amministrazione Monti in sé assomiglia molto ad un esperimento per uscite future in grande stile in altre parti di Europa, e forse anche negli Stati Uniti, Canada, Australia e Nuova Zelanda.

Per il momento siamo in presenza di un esperimento di demonetizzazione che, per quanto posso vedere, non ha precedenti moderni nel mondo capitalista.

Il pretesto in realtà non è niente di più che la raccolta delle tasse. La crisi dell’euro sovra-drammatizzata ha portato al potere il governo Monti con una rapidità quasi sconveniente. Ora il serio lavoro di sperimentazione può iniziare!

Demonetizzare, ammesso che si superino gli ostacoli iniziali, ha conseguenze sociali significative.

In modo efficace, viene concesso l’accesso al denaro contante come un privilegio.

La demonetizzazione agisce come una forma di manipolazione sociale, dati gli intimi rapporti tra le banche, l’oligarchia finanziaria internazionale e le grandi e potenti strutture come l’Unione europea. Fa parte della palese distruzione delle libertà civili e delle libertà private in corso dall’“11 settembre”.

Significa che le banche possono, realmente, detenere e persino confiscare redditi e depositi privati. Questa è una deviazione drammatica e significativa dalla nostra comprensione abituale di “banca”, una conoscenza povera, come si dimostra ora alla luce degli eventi.

Naturalmente, assumendo il controllo delle operazioni in contanti, verrà evitata la corsa convulsa agli sportelli bancari, come ora si sta verificando nella “provincia di Bilderberg / Goldman Sachs”, chiamata Grecia.

Nel mese di settembre e ottobre, i risparmi e i depositi si sono ridotti di oltre 13 miliardi di euro, quando i Greci sono ricorsi a metterli al sicuro nelle banche di casa “Calzino” e “Materasso”.

Nel mese di novembre la corsa agli sportelli bancari è continuata senza controllo, inducendo un importante banchiere centrale ad informare una commissione parlamentare addomesticata: “Così, il nostro sistema bancario manca della prospettiva di finanziare la crescita.” Si riferiva, naturalmente, allo tsunami di denaro in fuga dalle banche greche.

Non credo che gli stranieri, che attualmente sono ancora una volta al governo della Grecia, consentiranno che questo “andazzo” continuerà ancora per molto.

I contemplatori di ombelico appartenenti al complesso dei commentatori della finanza mondiale sono così totalmente ipnotizzati dalla rivelazione della “crisi dell’euro” da essere completamente incapaci di pensare fuori dagli schemi.

Quello che sta accadendo in Italia, e che sarà presto copiato in Grecia, è parte integrante del progetto di Sarkozy-Merkel di confezionare una crisi artificiale, al fine di imporre la completa unità fiscale sul continente europeo.

 

Alla fine, tutto gira attorno alla digitalizzazione del denaro, il secondo “calcio di sfondamento” a partire dal processo di demonetizzazione. I soldi veri cesseranno di esistere come presenza tangibile in tasca o nella borsa. Invece si avrà qualcosa di simile a una “tasca-telefono cellulare” idonea a compiere ogni operazione, non importa quanto piccola, come prendere una birra o un caffé in un bar. È possibile la ricarica – quando sarà permesso – dal computer centralizzato.

Isaac Asimov deve guardare dall’alto tutto questo, sprezzantemente affascinato.

Soldi che operano nel cyberspazio sono facilmente alla portata delle attuali tecnologie. In realtà si tratta di un imbastardimento degli argomenti di Friedrich Hayek a favore di una politica monetarista per le imprese private, che aveva esposto in un suo famoso libro sull’argomento nel 1977 (Denationalisation of Money: An Analysis of the Theory and Practice of Concurrent Currencies).

Il grande maestro del liberismo Hayek, forse l’economista più brillante di tutti i tempi, giustamente temeva il potere onnicomprensivo delle emittenti centrali di valuta, che egli sospettava avrebbe alla fine procurato una condizione di servaggio su grande scala.

Così dovremmo ridurci! Non per la prima volta, ciò che l’Italia fa oggi, il resto del mondo può essere costretto a seguire domani.

Ho dimenticato di ricordare che la digitalizzazione del denaro, che porta a un unico ordine finanziario globale, è un progetto che guarda a successivi sviluppi, prediletto dal Bilderberg e da Wall Street, che senza dubbio ha superato l’ordine del giorno del summit del Bilderberg di quest’anno a St.Moritz?

E, naturalmente, questo andrebbe a rimpinzare per bene la mafia. Forse il professor Monti ha già riflettuto su questo!

di Richard Cottrell

scrittore, giornalista ed ex membro del Parlamento europeo, collaboratore di End the Lie

articolo edito da Madison Ruppert il 7 dicembre 2011

http://EndtheLie.com/2011/12/07/bilderberg%e2%80%99s-roman-circus-italian-junta-effectively-outlaws-cash/#ixzz1gt0jPeP4

(traduzione di Curzio Bettio di Soccorso Popolare di Padova)

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