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L’incredibile scoperta di Newton Gingrich

Non è così. A oltre 60 anni dalla fondazione dello stato israeliano, quello che era un “problema” – i palestinesi, la loro terra, gli equilibri in Medio Oriente – nella visione politica e geostrategica dei neocon Usa diviene un falso problema. Che letteralmente “non esiste”. C’è qualcosa di sinistro e preciso in questa improvvisa “scoperta”. L’imperialismo al tempo della crisi globale si accorge di non riuscire più a controllare tutte le conflittualità in campo, quelle storiche o emergenti. E quindi “deve” procedere a una semplificazione, un po’ alla Calderoli, anche al di là della propria consapevolezza esplicita. “Non l’ho visto e non mi piace”, spiega un compagno filosofo.

E’ proprio così. Negli Usa è cresciuta, anche durante la presidenza Obama, la certezza che l’America non è in grado di risolvere sul serio il “conflitto” israelo-palestinese. E quindi emerge, obbligatoriamente, l’uomo politico che dichiara questa consapevolezza nella forma “accettabile” al proprio elettorato: il problema non esiste. Gli israeliani possono dunque procedere all’eliminazione di un ostacolo sul loro cammino, perché tanto non è un “problema” di cui gli Usa vogliano più impicciarsi.

Vi sembra una logica un po’ nazista? Lo è. Uri Avneri, ex sionista combattente e convertitosi al pacifismo socialista per sincera e dura autocritica, in qualche modo restituisce l’identica sensazione, guardando a quel mondo che era anche il suo.

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Mio dio quanto sono bizzarri questi aspiranti repubblicani alla presidenza statunitense!
Quale misero branco d’ignorantoni e matti da legare. O, a voler essere buoni, che congrega di bugiardi e cinici! (con l’eccezione forse del bravo dottore Ron Paul).
È davvero questo il meglio che una nazione grande e orgogliosa possa produrre? Che spavento pensare che uno di loro potrebbe diventare l’uomo più potente del mondo, con un dito sul bottone nucleare più devastante!
Ma concentriamoci sull’attuale front runner. (Pare che i repubblicani cambino il loro candidato di punta con la tessa frequenza con la quale un amante schizzinoso cambia i calzini).
È Newt Gingrich. Ve lo ricordate? Il portavoce della Camera che aveva una relazione extraconiugale con una stagista proprio mentre guidava la campagna per la messa in stato d’accusa di Bill Clinton perché l’ex presidente aveva una relazione con una stagista.
Il punto però non è questo, quanto il fatto che questo gigante intellettuale – che si chiama come Isaac Newton, probabilmente il più grande scienziato di tutti i tempi – ha scoperto una grande verità storica.
Il Newton originale scoprì la legge di gravità. Newton Leroy Gingrich ha rivelato qualcosa non meno sconvolgente: c’è in giro un popolo “inventato”, i palestinesi. Un israeliano modesto come me potrebbe rispondere, secondo il miglior gergo ebraico: «Buongiorno Eliyahu!». È questo infatti il modo in cui onoriamo quelli che hanno fatto una grande scoperta che, sfortunatamente, è stata già scoperta da altri molto tempo prima.
Fin dalla sua nascita il movimento sionista ha negato l’esistenza del popolo palestinese. Fa parte del suo credo. E la ragione è ovvia: se fosse esistito un popolo palestinese, allora il paese che i sionisti stavano per conquistare non era vuoto. Il sionismo avrebbe comportato un’ingiustizia di dimensioni storiche. Essendo degli idealisti, i primi sionisti trovarono una via d’uscita da questo dilemma morale: semplicemente negarono la sua esistenza. Lo slogan scelto fu: «Una terra senza popolo per un popolo senza terra».
Strani esseri umani di passaggio
Ma allora chi erano questi strani esseri umani che incontrarono quando arrivarono nel paese? Beh, erano solo persone a cui era capitato di trovarsi lì, ma certamente non “un popolo”. Come dire, dei passanti. In seguito – prosegue la favola – dopo che avevamo fatto fiorire il deserto e trasformato una terra arida e abbandonata in un paradiso, arabi dall’intera regione si accalcarono nel paese, e ora hanno l’ardire – il chutzpah – di dichiarare che costituiscono una nazione palestinese!
Per molti anni dopo la fondazione dello Stato d’Israele è stata questa la linea ufficiale. Golda Meir pronunciò la celebre esclamazione: «Un popolo palestinese non esiste!».
(Alla Knesset le risposi: «Signora primo ministro, forse lei ha ragione. Forse davvero non esiste alcun popolo palestinese. Ma se milioni di persone per sbaglio credono di rappresentare un popolo, e si comportano come un popolo, allora sono un popolo»).
Un’immensa macchina di propaganda – in Israele e all’estero – fu impiegata per “provare” che non c’era alcun popolo palestinese. Una tale signora Joan Peters scrisse un libro (From time immemorial) dimostrando che la marmaglia che si autodefiniva “palestinesi” non aveva nulla a che fare con la Palestina. Erano soltanto degli intrusi e degli impostori. Il libro ebbe un successo immenso, fino a quando fu smontato da alcuni esperti che dimostrarono che il suo intero edificio di prove decisive era immondizia pura.
Io stesso ho speso centinaia di ore provando a convincere quanta più gente possibile, in Israele e all’estero, che un popolo palestinese esiste ed è con esso che dobbiamo fare la pace. Fino a quando un giorno lo Stato d’Israele riconobbe l’Organizzazione per la liberazione della Palestina (Olp) come unico rappresentante del “popolo palestinese”, e la disputa fu seppellita.
Fino a quando non è arrivato Newt e, come un Gesù degli ultimi giorni, l’ha resuscitata.
Ovviamente lui è troppo impegnato per poter leggere libri. Certo, un tempo è stato un insegnante di storia, ma da molti anni è molto occupato al Congresso e a fare fortuna come “consigliere” di grandi aziende e ora a provare di diventare presidente. Altrimenti avrebbe potuto imbattersi in un brillante libro di storia di Benedict Anderson, Comunità immaginate (pubblicato in Italia da Manifestolibri, ndt) che afferma che tutte le nazioni moderne sono inventate.
Nazione e reinvenzione
Il nazionalismo rappresenta un fenomeno storico relativamente recente. Quando una comunità decide di diventare una nazione, deve reinventarsi: inventare un passato nazionale, rimescolare fatti (e non-fatti) storici per dare vita a un quadro coerente di una nazione che esiste fin dall’antichità. Arminio il Cherusco, membro della tribù germanica che tradì i suoi datori di lavoro romani, divenne un eroe “nazionale”. I profughi religiosi che approdarono in America latina e ne distrussero la popolazione indigena diventarono una “nazione”. Membri di una diaspora etnico-religiosa si costituirono in una “nazione ebraica”. Molti altri seguirono più o meno lo stesso percorso.
Certamente Newt trarrebbe beneficio dalla lettura di un libro di un professore universitario di Tel Aviv, Shlomo Sand – un ebreo kosher – il cui titolo in ebraico dice tutto: Quando e come il popolo ebraico è stato inventato?.
Chi sono i palestinesi? Circa un secolo fa, due giovani studenti a Istanbul, David Ben-Gurion e Yitzhak Ben-Zvi, i futuri primo ministro e presidente (rispettivamente) d’Israele, scrissero un trattato sui palestinesi. La popolazione di questo paese – affermarono – non è mai cambiata. Soltanto delle piccole élite furono a volte deportate. I paesi e i villaggi non si sono mai spostati, come provano i loro nomi. I cananei divennero israeliti, poi ebrei e samaritani, poi cristiani bizantini. Con la conquista araba, adottarono lentamente la religione islamica e la cultura araba. Questi sono i palestinesi di oggi. Io tendo a essere d’accordo con Ben-Gurion e Ben-Zvi.
Ripetendo a pappagallo la linea originaria della propaganda sionista – ormai abbandonata dalla maggior parte dei sionisti – Gingrich afferma che non può esserci alcun popolo palestinese perché non c’è mai stato uno Stato palestinese. Le persone in questo paese erano semplicemente “arabi” sotto il dominio ottomano.
E allora? Mi ricordo che i dominatori colonialisti francesi dicevano che non esisteva un popolo algerino, perché non c’era uno Stato algerino e non c’era mai stato nemmeno un paese unito chiamato Algeria.
Il nome Palestina era menzionato dagli storici greci già 2500 anni fa. Nel Talmud si parla di un «duca di Palestina». Quando gli arabi conquistarono il paese, lo chiamarono «Filastin», come fanno ancora oggi. Il movimento nazionalista arabo si diffuse in tutto il mondo arabo, Palestina inclusa – nello stesso momento in cui si diffondeva il movimento sionista – e si batté per l’indipendenza dal sultano ottomano.
Per secoli, la Palestina fu considerata parte della Grande Siria (la regione conosciuta in arabo come «Sham»). Non c’era alcuna distinzione formale tra siriani, libanesi, palestinesi e giordani. Ma quando, dopo il crollo dell’Impero ottomano, le potenze europee si spartirono il mondo arabo, uno Stato chiamato Palestina divenne un fatto sotto il mandato britannico e il popolo arabo palestinese si diede una nazione tutta sua, con una sua bandiera nazionale. Molti popoli in Europa, Asia, Africa e America latina fecero la stessa cosa, anche senza chiedere il permesso a Gingrich.
Sarebbe paradossale che ai membri della nazione palestinese “inventata” si domandasse di chiedere il riconoscimento da parte dei membri della nazione ebraica/israeliana altrettanto inventata, su richiesta di un membro della pur sempre “inventata” nazione americana, una persona che tra l’altro è un misto di stirpe tedesca, inglese, scozzese e irlandese.
Un’altra salma da riesumare
Anni fa scoppiò una controversia, che ebbe vita breve, sui libri di testo palestinesi. Fu detto che erano antisemiti e incitavano all’omicidio. La disputa fu accantonata quando fu chiarito che tutti i libri di testo palestinesi erano sottoposti al vaglio della censura da parte delle autorità d’occupazione israeliane e la maggior parte erano stati ereditati dal precedente regime giordano. Ma Gingrich non rifugge dal riesumare nemmeno questa salma.
Tutti i palestinesi – uomini, donne e bambini – sono terroristi, sostiene lui, e gli scolari palestinesi imparano in classe come uccidere noi, poveri e indifesi israeliani. Ah, come potremmo fare a meno di sostenitori tenaci come Newt? Peccato che questa settimana sia stata pubblicata una foto di lui che stringe la mano a Yasser Arafat.
E, per favore, non mostrategli i libri di testo adottati da alcune delle nostre scuole, specialmente quelle religiose!
È davvero una perdita di tempo scrivere di queste assurdità? Potrebbe sembrare così, ma non si può ignorare che il dispensatore di queste inanità domani potrebbe diventare il presidente degli Stati Uniti d’America. E, data l’attuale situazione economica, quest’eventualità non è così irrealistica.
Per ora Gingrich sta causando un danno immenso agli interessi nazionali Usa. In questo momento storico le masse di tutte le piazze Tahrir del mondo arabo s’interrogano sull’atteggiamento dell’America nei loro confronti. E la risposta di Newt stimola un nuovo e più profondo anti-americanismo.
Certo lui non è l’unico estremista di destra che vuole abbracciare Israele. Israele è diventato la Mecca per tutti i razzisti del mondo. Questa settimana siamo stati onorati dalla visita del marito di Marine Le Pen, leader del Fronte nazionale francese. Un pellegrinaggio nello Stato ebraico è ormai un dovere per ogni aspirante fascista.
Uno dei nostri antichi saggi coniò la frase: «Non per nulla lo storno va dal corvo. È perché sono della stessa specie».
Grazie. Ma mi dispiace. Non sono anche della mia.
Per citare un altro proverbio: con amici come questi, chi ha bisogno di nemici?
Traduzione di Michelangelo Cocco
da “il manifesto”

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