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New York sempre più piena di poveri

ma tra i bambini e gli adolescenti la percentuale sale. Più colpiti anche ispanici, asiatici e afroamericani

La “Grande Mela” non ha mai conosciuto così tanti poveri. La recessione e la lentezza della ripresa economica hanno fatto schizzare alle stelle il numero di persone classificate come indigenti. A dimostrarlo sono i dati del Centro per le Opportunità Economiche: nel 2010 i poveri sono stati 100.000 in più rispetto all’anno precedente, raggiungendo la cifra record di 1,7 milioni, pari al 21% della popolazione complessiva (l’1,3% in più rispetto al 2009).

E i dati dicono anche che a pagare il prezzo più alto sono bambini e adolescenti sotto i diciotto anni. Secondo quanto riportato dal New York Times infatti, uno su quattro di loro vive in povertà. Ma peggiorano anche le condizioni delle famiglie con figli dove entrambi i genitori lavorano a tempo pieno. Anche in questa categoria è stato registrato un aumento del numero di indigenti pari all’1,3% nel 2010.

E per quanto riguarda le diverse etnie, tra le minoranze chi se la passa peggio sono gli ispanici, con il 26% di poveri, seguiti dagli asiatici con il 25 percento e dagli afroamericani con il 21,7. Aumenta anche il numero dei buoni pasto concessi dal governo alla città, passato da 773.000 nel 2008 ad oltre un milione nel 2010.

Robert Doar, commissario speciale per le risorse umane della città di New York, ha dichiarato in un’intervista: “Dobbiamo continuare ad usare tutti gli strumenti politici che abbiamo a disposizione. L’economia della città di New York è più forte di quella dell’intera nazione, e questo grazie alle decisioni del sindaco Bloomberg e dei suoi collaboratori”. Grazie ad un’estesa rete di aiuti infatti, è cresciuto notevolmente il numero di newyorkesi che usufruiscono di buoni pasto statali, dai 773.000 del 2009 a più di un milione nel 2010.

David R. Jones, presidente della Community Service Society di New York è comunque pessimista: “Sempre più persone non hanno un lavoro ed è probabile che vedremo soltanto aumentare il numero di disoccupati e di poveri, anche se la recessione rallenterà il passo”.

 

da Rassegna.it

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