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Se De Gennaro rompe il silenzio

Settandue ore dopo la sentenza del 5 Luglio scorso,dove la Cassazione ha in pratica decapitato il “cerchio magico” di De Gennaro e, della polizia di Stato; per quella che Ammnesty International definì “la più grande sospensione della democrazia in Occidente”, il potente ed ex superpoliziotto, ora altrettanto potente sottosegretario del governo dei professori della Bocconi con delega ai servizi segreti, ha scelto la via del comunicato per far sapere la sua opinione su quanto deciso dalla Corte per il massacro della scuola Diaz al G8 genovese del 2001.

Alla dine l’ex capo della polizia ha dovuto rompere il silenzio che, mano a mano, stava diventando sempre più inopportuno e imbarazzante. Con uno scarno e burocratico comunicato De Gennaro sceglie di non dire l’unica cosa che il Paese e, sopratutto le vittime di quell’infame attacco ai diritti umani che si consumò in piena notte, come nelle peggiori dittature sudamericane; si aspettavano di sentire pronunciare dal sottosegratario: le scuse per quanto avvenuto. Invece nulla. De Gennaro, non solo non chiede scusa (come invece ha fatto l’attuale capo della polizia di Stato, Manganelli) ma, decide anche di non spendere neanche una parola sul perchè avvenne quella mattanza alla Diaz;mattanza che ha coperto di vergogna le istituzioni democratiche di questo Paese e, scolpito nella pelle dei cittadini,una ferita che difficilmente sarà possibile rimarginare.
Undici anni anni sono passati da quel terribile Luglio 2001 e, De Gennaro nel burocratico comunicato scrive seccamente:”Le sentenze devono essere rispettate ed eseguite sia quando condannano,sia quando assolvono”. E poco dopo continua a scrivere:”Le competenti autorità hanno adempiuto a tale dovere operando con tempestività ed efficacia. Per quanto mi riguarda ho sempre ispirato la mia condotta ai principi della Costituzione e dello stato di diritto, e continuerò a farlo”.
De Gennaro docet. Finis. Chiusura delle trasmissioni.
Questo è quanto il potente ex capo della polizia italiana, dopo settandue ore, si è sentito di scrivere: nè una parola di più nè una di meno.
Non credo ci sia da aggiungere altro su quanto scritto in questo comunicato ma, evidentemente siamo di fronte a un problema politico che questa drammatica ferita allo stato di diritto ha creato nel profondo dell’anima degli italiani che hanno sempre avuto a cuore la democrazia, lo stesso stato di diritto e, cosa da non sottovalutare, la difesa della Costituzione. Quella Costituzione che De Gennaro sente d’ispirarsi e, alla quale, mostra di essersi sempre ispirato. 
Va da se che qualcosa non torna se è vero (come è vero) che quella notte, tra il 20/21 Luglio tutto è accaduto tranne l’applicazione dei dettami della Costituzione. Ma su questo De Gennaro ha deciso di esercitare la più totale “censura programmatica”, imponendosi l’assoluto silenzio.
Invece qualcosa ha detto per esempio, a favore dei condannati (quelli del suo “cerchio magico”): De Gennaro scrive chiaramente che quei funzionari condannati dalla Cassazione hanno, la sua totale e incondizionata solidarietà. E mentre scriveva queste scarne righe, non ha potuto evitare (almeno questo…) di scrivere che prova dolore per tutti quelli che hanno subito torti. 
Si solo questo. Purtroppo le settandue ore (ma come potevano esser sufficenti,sic!) di imbarazzato silenzio non hanno prodotto in De Gennaro, l’umiltà di chiedere scusa al Paese e, (ripeto non poteva accadere se non è avvenuto in tutti questi lunghi undici anni,sic!) meno che mai il pronunciamento che “mattanze sudamericane” come quella alla Diaz (e a Bolzaneto), non accadano mai più.
Concludo questo articolo con le parole di Vittorio Agnoletto,portavoce del Global Social Forum di Genova: “Parole molto simili a quelle di un capobanda che,dopo una sconfitta, resta consapevole dell’enorme potere di cui ancora dispone. De Gennaro con arroganza rivendica ogni cosa e, sfottendo i giudici, osa addirittura affermare che tutto si è svolto secondo la Costituzione”.
Appunto:questo è davvero difficile da capire e da accettare. Forse proprio dalle parole usate da De Gennaro si può capire quale drammatica crisi istituzionale e morale questo Paese ha vissuto in tutto questi lunghi undici anni e, continua a vivere sotto la “pesante colonizzazione” del governo dei professori della Bocconi.

Bob Fabiani

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