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Scandalo Regione Lazio. Perchè adesso?


Di fronte all’ultimo scandalo “Fiorito” abbiamo assistito all’indignazione di massa nei confronti della politica. Se mani pulite ci aveva fatto vedere i politici in manette e l’ex presidente del Consiglio Craxi finire in Esilio, sul caso Fiorito abbiamo assistito a talk show con la presenza dello stesso Fiorito e addirittura lo stesso Fiorito telefonare mentre gli venivano prese le impronte digitali.

La domanda più ovvia che viene da porci, che però nessun quotidiano o mezzo di informazione ha posto, è “Perché adesso?”

In fondo tutti sapevano compreso coloro che oggi si indignano e arringano “l’antipolitica” nei vari Blog. In fondo la spartizione o è condivisa oppure si chiama accaparramento e l’accaparramento altro non è che la conseguenza logica della spartizione.

Ma veniamo ai fatti:

La Spending review nel decreto 95/2012 varato in Agosto prevede una riforma degli Enti locali che non è affatto una riduzione di spesa.

Se  solo pensiamo che la nuova sede della Provincia di Roma (che dal 2014 sarà chiamata Area metropolitana) costerà ben 213 milioni di euro (in teoria derivanti da cessione di patrimonio pubblico). Le cifre non sembrano quindi dare ragione a Monti.
L’unico risparmio lo si avrà dalla elezione del supersindaco negate agli abitanti della provincia di Roma. Insomma un risparmio non sui costi ma sulla democrazia

Infatti il  primo presidente del neoparlamento metropolitano sarà il futuro sindaco di Roma eletto però solo dai Romani.

Comuni come Velletri decideranno prossimamente, attraverso un referendum, se far parte dell’area metropolitana di Roma in un consiglio rappresentato da 10 consiglieri (eletti dai sindaci dell’area e non dai cittadini) oppure diventare la seconda città della provincia di Latina. Stessa sorte per Civitavecchia che dovrà decidere se far parte dell’area metropolitana oppure della provincia della Tuscia.

Uno dei termini posti da Monti  è la data di scadenza del 30 settembre data alle Regione per la mappatura delle nuove province.

Insomma il decreto viene varato ad Agosto e trova dei disappunti soprattutto da parte di consiglieri Regionali come Piso e Lollobrigida del Pdl ma anche di esponenti dell’altro schieramento, la data di scadenza data da Monti era il 30 settembre ma il caso ha voluto che venisse alla luce il caso Fiorito prima di quella data con le conseguenti dimissioni del presidente della Regione Lazio.

Però il 1 ottobre, cioè il giorno dopo indicato da Monti, Zingaretti e Alemanno siedono intorno a un tavolo e ci dicono che entro 20/25 giorni al massimo sarà pronta la bozza dello Statuto dell’Area Metropolitana.

Il giorno 4 ottobre, in un noto lussuoso hotel della Capitale dove già non si parla più di sprechi nella politica, Zingaretti annuncia la propria candidatura alla presidenza della Regione Lazio. Zingaretti riceverà il giorno 6 ottobre (lo stesso della sentenza del corvo del papa) la Telefonata cordiale di Alemanno il quale, affermerà poi alla stampa, “Se il Pd lo ha ritirato è perché sapeva che non avrebbe vinto” lo stesso aggiunge “mi candiderò probabilmente con una lista civica.

Intanto il messaggero titola “ c’è una forte preoccupazione dei vescovi per la nuova geografia”. Viene da chiederci “ma che centrano i vescovi con la Spending Review?” Non dobbiamo dimenticarci che la giurisdizione sul dislocamento territoriale della Santa Sede prevede una territorialità divisa in diocesi e rappresentate da un Vescovo e molte di queste diocesi sono spesso in contrasto tra loro. Vedi per esempio quella di Palestrina con quelle di Frascati o quella di Albano ma anche quella di Anagni città storica dei papi che è anche la città di Fiorito dove lo stesso ha preso tantissimi voti.

Questa nuova geografia rischia di rompere quegli equilibri che si erano creati tra politici, banche e diocesi. Che c’entrano le banche? Il territorio della provincia è molto legato al sistema di credito ereditato dalle casse rurali (istituite da religiosi tra la fine dell’800 e il periodo fascista) e quindi la radice del capitale è facilmente riconducibile ha chi per primo ha messo il capitale. L’intreccio banche comuni indebitati e costretti a richiedere mutui è la normalità in tutto il territorio della provincia di Roma e spesso vi è un passaggio di denaro incontrollato.

Le stesse banche che una volta erano le casse rurali oggi sono banche a tutti gli effetti e vendono Fondi di investimento. La maggior parte di questi fondi di investimento erano garantiti dal capitale dei titoli posseduti dalla Goldman Sachs la quale, a ridosso del varo del decreto Monti, ha capitalizzato tutti i titoli italiani in loro possesso.

* Presidente del circolo Sandro Pertini di Rocca Priora (RM)

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