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Mobilitazioni sulla scuola. Pregi e limiti

Studenti in piazza oggi in tutta Italia per protestare contro la legge Aprea e, più in generale, contro i processi di privatizzazione e aziendalizzazione dell’istruzione pubblica in corso ormai da più di due decenni. Ad un primo sguardo al carattere della mobilitazione odierna, viene fuori il solito, grande limite: non emerge chiaramente il nesso fra i processi di centralizzazione del grande capitale europeo e mondiale e il dispiegarsi delle riforme antisociali nell’ambito dell’istruzione pubblica, come in tutti gli altri ambiti. In verità, fa fatica ad emergere qualsiasi responsabilità dell’Unione Europea, pur trovandoci in un contesto di commissariamento di fatto da parte degli organismi europei e di perdita di ogni sovranità popolare sulle politiche economiche poste in atto nel nostro, come in altri paesi.

Uno dei motivi di questo limite è sicuramente riconducibile al fatto che la mobilitazione odierna è quasi ovunque organizzata ed egemonizzata da componenti vicine alla CGIL e, di riflesso, al PD. Il maggiore sindacato confederale mai ha opposto un’opposizione adeguata ai processi di smantellamento dell’istruzione pubblica, anzi ha accettato da anni le linee di fondo dei processi di aziendalizzazione e privatizzazione in corso; inoltre, in questa fase storica, nonostante il massacro sociale dai tratti costituenti operato dal Governo Monti, non ha proclamato nemmeno uno sciopero generale. Sul PD c’è poco da dire, si tratta di un partito che potremmo definire social fascista perché pedissequamente allineato al processo di centralizzazione del grande capitale europeo; in passato, i suoi esponenti, collocati nei DS e nella Margherita, hanno scavato il solco di distruzione dell’istruzione pubblica nel quale s’inserisce oggi il Governo Monti (di cui ora appoggiano ogni provvedimento, legge Aprea compresa).

Questa situazione ovattata, fa sì che fra gli studenti venga veicolato un europeismo acritico che ingenera grande confusione, portando, molto spesso, a far identificare la causa dei problemi (l’UE, appunto), come un possibile alleato.

In tale quadro, ogni settarismo va escluso, ma è sicuramente responsabilità delle componenti studentesche conflittuali, già a partire dall’organizzazione del No Monti day, porre fine a questa confusione, rimuovendo l’eurocentrismo iperbolico imperante e mettendo in luce il legame causa-effetto fra i processi di centralizzazione del grande capitale europeo, incarnati nell’operato dell’UE, e la macelleria sociale in corso. Magari si può fare ciò traendo forza e spunto dalle esperienze dei popoli che, in passato, hanno subito una fase storica qualitativamente simile alla nostra e che ora si stanno ribellando contro l’imperialismo, tematizzando un’alternativa socialista possibile: si, allude, naturalmente ai paesi sudamericani dell’ALBA.

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1 Commento


  • walter Gaggero

    Legge Aprea andate a leggerla…fine dell’obbligo dello Stato a garantire una istruzione generalizzata.

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