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L’assurdo ‘caso Lander’, reo di essere basco

* Micromega 7 gennaio 2013

Pochi sanno forse che da un po’ di mesi un signore basco di nome Lander Fernandez Arrinda è detenuto agli arresti domiciliari a Roma in attesa che i giudici italiani decidano intorno alla richiesta di estradizione proveniente dalla Spagna. La magistratura iberica lo vuole processare per un fatto accaduto circa undici anni fa.Tempi biblici, quasi italiani. I lettori a questo punto potrebbero immaginarsi che Lander Fernandez Arrinda abbia ammazzato qualcuno, oppure abbia commesso una strage oppure abbia commesso chissà quale attentato terrorista. In realtà è accusato di avere incendiato un autobus vuoto e fermo. Nelle vicinanze non c’era anima viva. Un reato, quello di danneggiamento, che richiederebbe al massimo una azione civile di risarcimento.

Eppure lui è ricercato su scala internazionale. La sua vera colpa? Essere cittadino basco, probabilmente. In sostanza, anche se formalmente non ha alcuna accusa di partecipazione a banda armata o ad associazione sovversiva, è lì che si vuole andare a parare. Al diritto penale che deve giudicare i fatti in tal caso la Spagna sostituisce il diritto penale dei sospetti e delle insinuazioni, un diritto che si preoccupa delle persone e non degli eventi prodotti. È questo il diritto penale del nemico che oramai si è pericolosamente introdotto nella nostra Europa arrivando da quegli Stati Uniti che con il modello Guantanamo hanno rinunciato all’habeas corpus e alla detenzione legale.

I giudici italiani hanno in mano la possibilità di sollevare anche un’altra questione verso i loro colleghi spagnoli, ovvero il trattamento carcerario dei prigionieri per motivi politici. Un trattamento più volte ritenuto disumano e degradante dagli organismi internazionali che si occupano di prevenzione della tortura.

Per fatti formalmente così lievi, vicini alla prescrizione vista la lontananza nel tempo delle accuse, non dovrebbe neanche scattare la complicata e costosa macchina della estradizione. Le intenzioni delle autorità spagnole sono evidentemente altre piuttosto che limitarsi a procedere per danneggiamento di un autobus vuoto. Lander Fernandez Arrinda è un attivista basco.

Infine, le modalità di decisione presso l’Audiencia Nacional lasciano perplessi dal punto di vista delle regole dello stato di diritto. Per questo sarebbe opportuno che la magistratura italiana fermi tutto ed eviti di assecondare uno scivolamento ulteriore verso il diritto penale del nemico, verso una criminalizzazione iperbolica delle intenzioni individuali.

 

 

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