Menu

Il trenino della sinistra corre verso l’abisso

Osservata con occhi esterni – operazione che mi viene spontanea, avendo trascorso metà dell’estate in America Latina e l’altra metà a lavorare a un libro, in entrambi i casi lontano dall’italico chiacchiericcio mediatico – la nostra sinistra appare come un trenino lanciato verso il vuoto.

A fare da locomotiva è un partito, il Pd, che, a essere onesti, di sinistra non ha più nulla: gestisce un governo di coalizione in condominio con il partito di un uomo politico che ha subito una condanna penale definitiva – governo formato in fretta e furia da un Presidente della Repubblica richiamato in servizio – con operazione ai limiti della correttezza istituzionale – al solo scopo di garantire continuità alla politica economica liberal liberista di Monti, in ossequio ai diktat della Troika; compie ogni giorno scelte contrarie agli interessi dei cittadini in generale e dei membri delle classi subordinate in particolare su temi di fondo quali il lavoro, l’educazione, i beni comuni (Letta ha appena annunciato un massiccio programma di dismissione dei beni pubblici), la repressione/criminalizzazione dei movimenti contro le grandi opere inutili e dannose e l’elenco potrebbe proseguire.

Ma il vero punto è che i vagoncini del trenino, pur opponendo una qualche resistenza, continuano a restare agganciati alla locomotiva. Pur criticando questa o quella scelta, pur gridando – e giustamente – allo scandalo per il tentativo di manipolare l’articolo 138 della Costituzione, onde renderne più spedita e agevole la demolizione, pur rivendicando la necessità di opporsi alle scelte politiche del governo Letta, continuano a guardare al Pd come a un partner traviato da ricondurre sulla retta via, invece di prendere atto che si tratta ormai di un avversario politico da sconfiggere (a prescindere dal fatto se a guidarlo, dopo il congresso, sarà Renzi o un altro).

Ciò fa sì che i riottosi vagoncini, per continuare a inseguire la locomotiva, si spostino a loro volta, più o meno rapidamente, a destra. L’esempio più chiaro di tale andazzo è l’assenza di reazioni significative alla martellante campagna di criminalizzazione che partiti della coalizione governativa, media e magistratura stanno conducendo nei confronti del movimento No Tav. Caselli, novello Calogero del XXI secolo, mette in guardia contro il ritorno degli anni di piombo (il confronto fra i fatti di oggi e quelli di allora basterebbe da solo a rendere grottesco questo avvertimento)?

Certo, Caselli “esagera”, ma è un magistrato e, si sa, per la sinistra (tutta, radicale e non) la magistratura è intoccabile qualsiasi cosa dica o faccia. I giornali trattano Gianni Vattimo ed Erri De Luca come “fiancheggiatori” per le loro dichiarazioni di solidarietà al movimento No Tav? Nessuno ha il coraggio di evidenziare le analogie con la caccia alle streghe contro gli intellettuali inscenata dai media dopo gli arresti del 7 aprile 1979, quando bastava dire che il teorema Calogero non stava in piedi (ciò di cui tutti hanno poi dovuto prendere atto) per essere sospettati di ospitare dei terroristi in casa.

Un clima che non promette niente di buono in vista delle due manifestazioni del 12 e del 18 Ottobre: la prima in difesa della Costituzione, la seconda per lo sciopero generale indetto dai sindacati di base e sostenuto dai movimenti della sinistra più radicale. Alla prima hanno aderito tutti, anche coloro che parteciperanno alla manifestazione successiva, sulla seconda c’è un imbarazzato silenzio, quando non si mettono le mani avanti per prendere le distanze: con quei sovversivi noi persone per bene non c’entriamo.

Ma dividere buoni e cattivi prima ancora che ci pensino il governo e la polizia – i quali mirano a dimostrare che chiunque scenderà in piazza il 18 è un potenziale terrorista, da reprimere preventivamente – è una pessima idea anche per chi non condivide gli obiettivi e lo spirito della seconda manifestazione, perché questi distinguo servono solo a costringere i vagoncini ad accodarsi ancora più disciplinatamente alla locomotiva. La storia si ripete (dalla fine dei Settanta a Genova 2001) e il trenino va (a destra).

da Micromega

- © Riproduzione possibile DIETRO ESPLICITO CONSENSO della REDAZIONE di CONTROPIANO

Ultima modifica: stampa

1 Commento


  • barbara

    il trenino va a destra? A parte che l’appalto è tutto cmc che subappalta alla MAFIA, oggi al cantiere c’era tutto il gotha del PD ad osservare i lavori….è il progresso e la sinistra è progressista, di solito è la destra definita conservatrice…

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *