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Manifestazione del 12 ottobre? Una operazione assai poco trasparente

Il 12 ottobre e la giornata di riappropriazione dislocata nei territori.

Abbiamo partecipato convintamente agli incontri che si sono svolti quest’estate sull’Amiata e abbiamo condiviso un sentimento comune nelle lotte/resistenze disseminate sul suolo nazionale contro le nocività, le devastazioni ambientali, la voracità della rendita. Discutendo insieme alle tante e differenti realtà e singolarità ci siamo resi conto che le effervescenze esistenti sui territori, impegnate quotidianamente nel contrasto del consumo di suolo e affermando il diritto di decidere sulle scelte urbanistiche come sullo sfruttamento dei beni comuni, agivano lo stesso esercizio di sovranità che i movimenti per il diritto all’abitare mettono in campo con le occupazioni di stabili pubblici e privati non utilizzati.

Da tempo siamo convinti che la trasformazione della lotta per il diritto alla casa e la sua forte connessione con le mobilitazioni per la qualità dell’abitare, contro la precarietà di vita e un modello di sviluppo basato sui processi di valorizzazione del territorio, delle città, del patrimonio e delle aree pubbliche, al fine di sempre più forti profitti per le lobbie del cemento, per le banche, per le amministrazioni corrotte, sia una possibile nuova istanza sociale in grado di invertire una rotta tragicamente in corsa verso l’azzeramento dei diritti e la mercificazione di ogni singolo fazzoletto di terra.

Le pratiche di riappropriazione e di azione diretta, le azioni di sabotaggio delle grandi opere e il coraggio di non accontentarsi della riduzione del danno o di compensazioni gradite solo a chi governa le amministrazioni, anche le più illuminate, accomunano molteplici iniziative dal Piemonte alla Sicilia e stanno dando nuova speranza a tanti e tante.

Aver assunto la data del 12 ottobre come giornata di lotta diffusa nei territori, per la rete “Abitare nella crisi” e per l’intero movimento impegnato sul fronte degli sfratti e del diritto alla casa, non ha rappresentato un passaggio estetico. Abbiamo profondamente compreso il senso della giornata e il valore di un atto congiunto come questo. Ora dover assistere ad un dibattito che costringe a discutere dell’opportunità o meno di partecipare alla manifestazione in difesa della costituzione promossa dal duo Landini/Rodotà ci appare stucchevole e fuori luogo.

Per noi il 12 ottobre rimane la giornata d’inizio della settimana di mobilitazione che ci porta verso la sollevazione generale del 19 ottobre e che passa per l’iniziativa transnazionale del 15 e lo sciopero generale del sindacalismo conflittuale del 18 ottobre. Il fatto che si sia indetta la manifestazione “costituzionale” senza tenere conto di questa settimana, la dice lunga sulla relazione e l’attenzione che i promotori hanno verso le esperienze che da mesi lavorano a queste giornate. Cosa nasconde quest’atteggiamento?

Siamo decisi a non permettere nessuna operazione poco trasparente e chiediamo a tutte e tutti di riflettere su ciò che diciamo. Ci dispiacerebbe scoprire che sull’Amiata è maturato un inganno e che i percorsi lì intrapresi possano essere cancellati nel giro di un paio di mesi. Per questo i movimenti per il diritto all’abitare il 12 ottobre daranno vita ad uno “tsunami” nazionale di riappropriazione generalizzata, dando il via in questo modo insieme alle altre iniziative dislocate sui territori a quella settimana di lotta programmate insieme quest’estate. Ci vediamo in città e nei boschi!

Roma, 15 settembre 2013     Movimenti per il diritto all’abitare – Roma  

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