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Italia-Israele. No al vertice della vergogna

Il vertice Italia-Israele, che avrebbe dovuto tenersi a Torino dal 30 novembre al 2 dicembre, è stato spostato a Roma a sole due settimane dall’evento. Un evidente segno di preoccupazione e nervosismo da parte delle autorità israeliane che avevano visto crescere intorno a Torino la mobilitazione nazionale del movimento di solidarietà con la Palestina in occasione di questo vero e proprio vertice della vergogna.

Le complicità militari, politiche, scientifiche e tecnologiche tra l’apparato coloniale di occupazione israeliano e i governi italiani, ha raggiunto un livello di indecenza. Il premier Letta, annunciando già da luglio questa conferenza intergovernativa Italia-Israele, ha provato a magnificare il modello israeliano come creatore di start up, di imprese tecnologicamente avanzate e competitive. Quello che Letta e il governo nascondono è che questo “modello virtuoso” è cresciuto solo grazie alle enormi spese militari che Israele dedica nei propri bilanci. Sono l’industria militare e gli apparati di occupazione coloniale a fare da traino all’economia israeliana a tutto discapito dei palestinesi e dei popoli del Medio Oriente (ultimo in ordine di tempo l’appropriazione e la messa in opera del contestato giacimento di gas “Leviathan” nel Mediterraneo).

Se il governo italiano intende assecondare l’occupazione coloniale della Palestina e l’ideologia sionista in Israele, sappia che continuerà a trovare sulla sua strada una estesa e determinata opposizione solidale con il popolo palestinese. La crescita della mobilitazione intorno alla manifestazione di Torino lo ha dimostrato.

Il 2 dicembre Netanyahu sarà a Roma per incontrare Letta e il Pontefice. Non è affatto un ospite gradito. La manifestazione del 30 novembre a Torino resta confermata, la mobilitazione a Roma va costruita in tempi brevi.

 

Rete dei Comunisti

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