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Diamo un senso alle manette di Cerroni

La fine del dominus di Malgrotta può essere l’inizio del cambiamento.

La notizia dell’arresto di Manlio Cerroni e di altre sei persone – accusate di associazione per delinquere, traffico di rifiuti, frode in pubbliche forniture, truffa a danno di enti pubblici – non ci sorprende.

Per i comitati non è certo una sorpresa che sul trattamento e lo smaltimento dei rifiuti nel Lazio viga da sempre l’illegalità, che le scelte politiche nel settore fossero e siano tuttora influenzate da interessi economici, che la continua emergenza di Roma sia stata mantenuta da decenni per il vantaggio di pochi. E’ quello che da sempre i cittadini sostengono  nelle assemblee, nelle piazze, nei comunicati stampa, venendo spesso accusati e in molti casi querelati o condannati per accuse ritenute infondate.

Non ci sorprende vedere che la raccolta differenziata, decantata da tutti in campagna elettorale, a Roma non sia mai stata fatta sul serio. Semplicemente perché avrebbe rappresentato un’inversione di tendenza. Le lobby, i politici e i media coinvolti hanno preferito raccontarci per anni le solite storie: Roma non può allinearsi con le direttive europee in tempi brevi perché grande, difficile da gestire, e poi i Romani sono poco inclini a differenziare i rifiuti. 

Ben sapendo che il sistema della differenziata porta a porta è l’unico che funziona, hanno sperperato negli anni il denaro pubblico con metodi efficaci solo a far sì che non potesse mai realizzarsi davvero, perché conferire il rifiuto tal quale in una discarica è un affare irresistibile, da prolungare all’infinito. E anche oggi – con Cupinoro, Albano, Falcognana – non cercano altro che buchi da riempire.

Auspichiamo che l’arresto di Cerroni sia l’inizio di un reale cambiamento.

Malagrotta e la Terra dei Fuochi insegnano che quando la politica e l’imprenditoria sono inquinate dal malaffare e da interessi personali è tutta la comunità a pagare. Allora fermiamo la politica criminale delle discariche e degli inceneritori, che avvelenano la terra e l’aria che respiriamo. Fermiamo il nuovo business del biogas e delle biomasse, le nuove lobby che lucrano sugli incentivi statali distruggendo l’agricoltura e l’ambiente.

Non possiamo più aspettare che arrivi la giustizia a rimettere le cose a posto, perché i danni alla salute e al territorio sono irreversibili. Guardiamo oltre ai Cerroni, le mafie, i corrotti e i corruttori, oltre le manette e i processi. E’ arrivato il momento che la politica si impegni per una gestione dei rifiuti finalmente virtuosa.

E ritrovi il senso di lavorare per il bene comune.

 

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