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L’emergenza vera della Legge Elettorale: il controllo diretto o preventivo di costituzionalità

Sono passati soltanto 6 giorni dal deposito delle motivazioni della Consulta contro le illegittimità costituzionali del Porcellum, ma per la Casta che vive nei palazzi tutto prosegue come se nulla fosse.
L’accordo raggiunto con Berlusconi sulla legge elettorale, infatti, presentato da Renzi alla Direzione del PD, ha contenuti a dir poco eversivi, avendo per  capisaldi l’esatto contrario di quanto la Consulta ha indicato nella sentenza 1-2004.
 
È vero, come dice l’ex. Sen. PD e costituzionalista Ceccanti, che, come richiesto dalla Corte Costituzionale, nel progetto Renzusconi si prevede una soglia per l’acquisizione del premio di maggioranza; è anche vero, però, che si tratta di una soglia ridicola: si arriva primi al 30-35% e si ottiene un premio di oltre il 15-20%.
Ma non solo.
Come si può arrivare ad ottenere questo 30-35%?
Semplice, escludendo dalla rappresentanza e/o condizionando fortemente la scelta di voto di milioni di elettori, prevedendo una soglia di sbarramento micidiale dell’8%. Un’esclusione assurda che peraltro non tiene conto dei problemi derivanti dalla scelta di piccole circoscrizioni elettorali, per cui la soglia di sbarramento reale potrebbe risultare ancor più elevata.
Non contenti, infine, di premiare chi è già stato premiato dall’esclusione di milioni di elettori dall’effettiva rappresentanza, in maniera diretta  o condizionandone fortemente il voto, nel caso nessuna lista raggiunga questa ridicola soglia, si va al ballottaggio tra i primi due.
In altre parole: se non ci avete votato al primo turno, tant’è che neanche rappresentiamo il 30-35% dei voti validi considerati, sarete costretti a votarci nel secondo turno. E se continuerete a non votarci, dato che non c’è altro da votare, conta solo chi vota, fossero anche solo quattro gatti, esattamente come già succede ora con l’elezione dei sindaci.

Correttivi su correttivi che, peggio ancora che con il Porcellum, potrebbero consegnare la maggioranza parlamentare a forze politiche fortemente minoritarie nel paese.
E tutta questa elaborazione arriva, è bene ripeterlo, dopo la sentenza della Consulta contro l’alterazione profonda della composizione della rappresentanza democratica sulla quale si fonda l’intera architettura dell’ordinamento costituzionale vigente.

Ma si tratta solo di colpevole ignoranza o, piuttosto, di un atteggiamento arrogante che si fa beffe della legalità costituzionale?
Quale che sia la risposta, una cosa dovrebbe essere chiara a tutti: questo Paese non può più permettersi il lusso di altre leggi elettorali incostituzionali, anche solo per un’altra legislatura, pena la tenuta di quel poco di democrazia che ancora sopravvive.
E quale che sia la risposta, come e perché, quanto meno per le le leggi di sistema, non prevedere una forma di accesso alla Consulta semplificata che ci eviti di scoprire il danno quando ormai i buoi sono fuggiti dalla stalla?

La palese incostituzionalità dell’accordo raggiunto da Renzi e Berlusconi sta ad indicare che qualcuno pensa di poterla fare franca. Se non in eterno, per il tempo necessario per consolidare posizioni di privilegio.
Sarà praticamente impossibile, infatti, riuscire ad inviare alla Consulta la nuova normativa elettorale prima dello svolgimento delle prossime elezioni. E l’eventuale pronuncia della Corte, successiva alla proclamazione dei risultati, non potrà ovviare, per la necessaria continuità dei poteri dello Stato, ai risultati abusivamente acquisiti dai partiti che oggi si apprestano a votare l’ennesima legge elettorale incostituzionale.

Non è così?
Si sta malignando oltre il consentito?
Benissimo, si faccia come si fa in altri paesi, permettendo, per l’appunto, forme di accesso semplificate alla Consulta, dirette o preventive, per le leggi di sistema.

* coordinatore di www.riforme.net

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