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Giù le mani dall’Ucraina

Negli ultimi giorni la situazione in Ucraina sta conoscendo una preoccupante accelerazione.

I burattinai occidentali – dagli Stati Uniti all’establishment dell’Unione Europea – hanno aumentato l’intensità dei loro palesi tentativi di manomissione diplomatica, finanziaria, economica e militare nei confronti del governo dell’Ucraina.

L’utilizzo dispiegato di squadracce neo/naziste, foraggiate dai circoli del dollaro e dell’euro, sono l’ultima tappa di una escalation squadrista che, da mesi, sta percorrendo Kiev e l’intero paese.

E’ evidente lo scoperto obiettivo delle cancellerie occidentali di provocare un bagno di sangue per far lievitare l’ipocrita esecrazione della “comunità internazionale” la quale dovrebbe cauzionare, ad ogni costo, l’adesione dell’Ucraina all’Unione Europea.

Eppure qualsiasi commentatore indipendente ha mostrato come l’annessione dell’Ucraina ai dispositivi economici dell’Euro e dell’Eurozona provocherebbe un generalizzato peggioramento delle condizioni di vita e di lavoro dei ceti popolari di questo paese.

E’ evidente che dietro le violente interferenze dell’occidente in Ucraina c’è lo scontro con la Russia da parte dell’establishment dell’Unione Europea che vede schierati anche gli Stati Uniti, mentre i russi cercano di rispondere aumentando gli aiuti e le avances economiche verso Kiev. La destabilizzazione dell’Ucraina da parte di Usa e Ue è irresponsabile perché spinge in quell’area verso uno scontro tra potenze che non promette nulla di buono. 

Di fronte a questo scenario che si approssima la Rete dei Comunisti fa Appello alla vigilanza ed all’attenzione verso la possibile precipitazione della situazione in Ucraina.

La difesa della sovranità di questo paese, la denuncia di tutti i meccanismi della comunicazione deviante che stanno accompagnando la cannibalizzazione dell’Ucraina, l’opposizione a tutto campo delle politiche antisociali degli USA e dell’Unione Europea devono essere un punto prioritario e qualificante non solo dei comunisti ma di tutti i democratici e di quanti si battono contro l’autoritarismo e l’interventismo occidentale.

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