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Libero e il Corriere della Sera parlano di Diego Fusaro, Casapound e… Antiper

Per puro caso ci siamo imbattuti in un articolo di Libero [1] che parla dell’incontro su Marx promosso da Casapound a cui è stato invitato lo studioso di filosofia Diego Fusaro. In questo articolo viene tirata in ballo anche l’“associazione comunista toscana” Antiper, come la definisce Libero il quale, com’è nel proprio stile, mescola cose diverse per trarne una conclusione apparentemente evidente: Fusaro è minacciato dai compagni e così pure Casapound. Dunque, i compagni sono violenti e antidemocratici mentre invece i fascisti e “il filosofo dagli occhi di ghiaccio che piace alle donne”, come lo ha definito Gianluigi Paragone, sono soggetti che dialogano amabilmente e socraticamente. Insomma, i cattivi e i buoni. Dal punto di vista di Libero, almeno, che scrive: “I presunti «fascisti di merda» cercano il confronto. Gli amici comunisti promettono bastonate.” [2].

Nell’articolo con cui Diego Fusaro annuncia al Corriere che non intende andare a Casapound c’è addirittura un brano intero della lettera di Antiper [3] la cui conclusione viene definita un “avvertimento”

“Le reazioni, come spesso accade in questi casi, non si sono fatte attendere. Prima insulti su Facebook e al telefono, con numeri anonimi, «ma ho ricevuto anche attestati di solidarietà — precisa Fusaro — ci sono molte persone intelligenti sia a destra che a sinistra»; poi, attacchi più articolati ma molto poco dialettici. L’associazione comunista Antiper, «dove per altro in passato ho tenuto una conferenza», ricorda Fusaro che fa parte anche dell’associazione Bottega Partigiana, gli ha dedicato una lettera molto elaborata, che ci concludeva con un avvertimento: «Gli errori che vengono corretti in tempo si possono ed anzi si devono perdonare; invece, perseverare nell’errore non sarebbe perdonabile e credi, quello che stai facendo è un grandissimo errore, un errore di cui, se sei in buona fede, sicuramente ti pentirai quando sarà troppo tardi; se invece non sei in buona fede, allora non fare nessuna autocritica, vai pure avanti. Di nemici, sulla strada della trasformazione rivoluzionaria del mondo ne abbiamo e ne avremo tanti. Uno in più è male, ovviamente, ma non è poi la fine del mondo».” [4]

Ovviamente Antiper non ha mai minacciato Diego Fusaro che abbiamo ospitato a settembre in una conferenza di buon livello nella quale si è discusso di lotta contro il capitalismo assoluto e per una società autenticamente universalistica [5]; e qualche giorno fa abbiamo scritto sul profilo Facebook di Diego Fusaro che, pur non essendo d’accordo con lui, gli esprimevamo la nostra solidarietà per le minacce ricevute. Quindi le cose che vengono scritte da Libero e dal Corriere della sera sono solo delle sciocchezze. Sai che novità, verrebbe da dire.
Nella nostra lettera a Fusaro abbiamo scritto che è accettabile – e in certi casi persino doveroso – discutere con persone – e specialmente con giovani – che si definiscono fascisti.

“Questo vuol dire che non si può parlare con una persona che si dichiara fascista? Ci mancherebbe altro. Bisogna sempre parlare con le persone, anche se si dicono fasciste ed ascoltare perché lo dicono, cosa li ha portati a questa auto-definizione. Ma tu non parli con una persona che si definisce fascista, tu parli con una organizzazione fascista e se non capisci la differenza tra un lavoratore che crede ingenuamente alla CGIL e la Camusso vuol dire che tutti questi studi di filosofia non ti sono serviti proprio a nulla.” [6]

Il punto è, dunque, non è quello del dialogo in generale, ma quello del dialogo da parte di uno studioso di filosofia che viene definito “marxista” con un’organizzazione fascista che promuove un’assemblea pubblica sul comunista Karl Marx al quale, ovviamente, è interessata solo in quanto nemico; se è questo il gioco a cui, Caspound o meno, intende partecipare Diego Fusaro faccia pure, in poco tempo brucerà tutta la propria credibilità ed allora avrà due possibilità: fare la fine di Costanzo Preve ridotto a scrivere saggi rancorosi (e sempre meno interessanti dal punto di vista teoretico e politico) per case editrici fascistoidi, neanche veramente fasciste, oppure, per restare nel circuito accademico-editoriale pur non potendo più essere considerato utile a creare confusione tra i comunisti (peraltro già confusi a sufficienza), sarà costretto a muoversi sempre di più dalla critica intelligente a Marx – sia pure quasi sempre infondata – verso la lotta subdola contro Marx e a quella plateale contro i comunisti. Diventerà allora uno dei tanti filosofi anti-comunisti esistenti e forse neppure uno dei più interessanti e intellettualmente “pericolosi”.
O, peggio ancora, uno a cui piace il comunismo ideale, che per definizione non esiste, ma a cui fa schifo il comunismo reale, qualunque esso sia. Quei filosofi hanno già il loro Comunismo e sta nell’Iperuranio; all’uomo spetta solo coglierlo (giacché qualsiasi sua copia reale non potrebbe essere che imperfetta). Possono essere certamente cose interessanti, ma non sono nuove. Sono state pensate quasi 2500 anni fa.

“Il comunismo novecentesco è morto, ma sopravvive il comunismo ideale eterno, l’ideale di un’umanità libera ed emancipata, senza sfruttamenti né classismo né razzismo. Ecco, per esempio CasaPound sbaglia ad aver paura del meticciato: l’unica razza esistente è la razza umana. Ma questo, purtroppo, non glielo potrò dire di persona”

Ora, a parte che la morte del comunismo novecentesco non significa nulla, ma detta in questo contesto suona semplicemente come non c’è nulla di buono da prendere dall’esperienza storica delle rivoluzioni novecentesche e dal primo tentativo di costruzione del socialismo, Diego Fusaro si tranquillizzi; a Casapound non hanno per niente paura del meticciato: i “negri” li vogliono solo mandare a casa propria a morire di fame perché espropriati delle loro ricchezze dalle multinazionali (anche) italiane oppure tenerli qua come servi. Legga, Fusaro, i numeri della Difesa della razza; pensi, Fusaro, ai milioni di gassati e bruciati nei campi di concentramento; dica, Fusaro, che genere di dialogo socratico vuole metter su con gli epigoni di queste belle imprese. E poi, anche se “purtroppo, non glielo potrò dire di persona” potrà comunque mandargli un email. Tranquillo, a Casapound sanno leggere. Il responsabile culturale è addirittura un filosofo.
Per fare un esempio del livello a cui Diego Fusaro sta già cominciando a scendere, in una sua recentissima intervista a Casapound (non si tratta quindi solo di una assemblea, ma di un dibattito politico più ampio) ha paragonato i ministri del governo Monti a Stalin

“Oggi l’agenda politica è dettata dagli economisti. La politica è la continuazione dell’economia con altri mezzi. Nel 2011 è semplicemente salita al potere una giunta economico-militare di “stalinisti dell’economia”. Così come Stalin compiva crimini seguendo pretese “leggi della storia”, ora gli economisti privatizzano e distruggono popoli in nome delle “leggi dell’economia”” [7].

Ora, Fusaro può anche pensare che sia opportuno dialogare socraticamente sui “crimini di Stalin” con gli eredi di Hitler (e se questo è un assaggio di come non avrebbe fatto sconti a nessuno all’assemblea di Casapound stiamo freschi)… Ma qui Stalin non c’entra nulla. Checché se ne pensi di Stalin, checché ne pensi Diego Fusaro, Stalin rappresenta casomai il primato della politica sull’economia (cioè proprio quello che vorrebbe illusoriamente Fusaro), il “piano quinquennale” redatto in base a ragionamenti di tipo politico e sociale. E in ogni caso, poniamo che Stalin avesse ragionato in base a non meglio precisate “leggi della storia”; questo stesso discorso non dovrebbe valere anche per Mussolini o per Hitler che pensavano di avere dalla propria parte non solo le “leggi della storia”, ma addirittura la “legge naturale” e Dio stesso, fino al punto di auto-eleggersi razza superiore dei negri, degli slavi, degli ebrei (lasciamo perdere comunisti, froci, lesbiche, zingari, handicappati, ecc…)? Perché il nostro “socratico” amico non li ha citati, Hitler e Mussolini? Forse per non scontentare il suo “socratico” interlocutore (che infatti prende la palla al balzo e titola “Fusaro (filosofo): ‘Renzi è il vuoto che avanza. Siamo al dominio dello “stalinismo economico’”)? Non sembra un bell’assist? È stalinismo, quello di Mario Monti? O non è, semplicemente, il capitalismo monopolistico finanziario? È questa l’onestà intellettuale di cui Fusaro pretende di ammantarsi?
Socrate, effettivamente, tentò di ritagliarsi uno spazio ‘esterno’ all’agone politico diretto, ma la sua non fu comunque una bella fine. E perché fece quella fine che molto dispiacque al suo allievo Platone tanto da rafforzare le sue idee in senso anti-democratico? Perché Socrate, pur pretendendo di non prendere parte allo scontro nella comunità (di non “essere partigiano”, per dirla con le parole di Gramsci), pretendeva di discutere i fondamenti etici e politici della comunità e questo, come ci spiega Huizinga non può non avere conseguenze

“Il giocatore che s’oppone alle regole o vi si sottrae, è un guastafeste. L’idea della lealtà è inerente al gioco. Il guastafeste è tutt’altra cosa che non il baro. Quest’ultimo finge di giocare il gioco. In apparenza continua a riconoscere il cerchio magico del gioco. I partecipanti al gioco gli perdonano la sua colpa piú facilmente che al guastafeste, perché quest’ultimo infrange il loro mondo stesso. Sottraendosi al gioco questi svela la relatività e la fragilità di quel mondo-del-gioco in cui si era provvisoriamente rinchiuso con gli altri. Egli toglie al gioco l’illusione, l’inlusio (che corrisponde in realtà a l’essere nel gioco), espressione pregna di significato. Perciò egli deve essere annientato; giacché minaccia l’esistenza della comunità “giocante”. ” [8]

Se prendi posizione contro i fondamenti della comunità, la comunità prende posizione contro di te (altro che dialogo socratico); se, come ci dice Huizinga, sei il “guastafeste” che mette in discussione le regole del gioco non vieni difeso da Libero o dal Corriere della sera, vieni espulso dal gioco; se invece sei solo un “baro” che finge di violare le regole (ma senza, in realtà, metterle mai davvero in discussione) allora arrivano le truppe di Belpietro e continui a giocare.
Indipendentemente dall’idea che si può avere del suo pensiero, Socrate è stato un “guastafeste”, mentre Fusaro appare sempre di più solo un “baro”, un “marxista da cortile”, per parafrasare Malcom X; uno che dice di scagliarsi contro il “politically correct” e non capisce che è proprio la rinuncia alla lotta, il “volemose bbene”, il discutiamo di tutto con tutti, il non abbiamo nemici ma solo avversari, il “sono tutti vittime di una comune tragedia” a la Violante… il vero “politically correct” in un mondo che ha estromesso il conflitto, ha sottomesso ogni istanza critica ed ha annullato ogni ipotesi di trasformazione reale dell’esistente.
Da dove nasce tutto questo impellente bisognino di dialogare con i “socratici” di Casapound (e, come riconosce candidamente Diego Fusaro stesso, con chiunque altro: “Ho sempre parlato con tutti: con Rifondazione, col Pd, con Forza Italia”)? E quali risultati ha ottenuto, il novello Socrate del XXI secolo? Quanti militanti di Forza Italia e del PD renziano ha convertito a Marx e alla sua (di Fusaro) “emancipazione universalistica”? Quanti puntava a convertirne in quel di Casapound? Perché è questo che conta, alla fine, per chi pensa di cambiare il mondo con la sola forza delle proprie idee. Se giochi tutto su quanti libri vendi, poi, di libri ne devi vendere davvero tanti (visto che hai di fronte produzioni alla “50 sfumature di grigio” o alla “Harry Potter” al cui confronto, le tirature filosofiche sono come i petardi di fronte alle bombe atomiche).
Naturalmente il problema sta a monte. E precisamente nel fatto che Diego Fusaro è, per sua stessa ammissione, uno studioso idealista di filosofia ed è convinto che siano le idee a cambiare la realtà

“Un filosofo deve dialogare con tutti, anche con chi la pensa diversamente, per fargli cambiare idea, per criticare le sue idee” [9]

Per questa ragione si sforza disperatamente di parlare con chiunque per tentare di cambiarne le idee. E sta qui il guaio: come riuscirà a far entrare in quelle teste futuriste che per Marx non si cambia il mondo quando semplicemente si cambiano le idee sul mondo? [10] E che questo è il fulcro materialistico di Marx laddove al contrario Fusaro (o meglio, Costanzo Preve) vede solo il Marx – definito “idealista” in quanto presunto apologeta della prassi costituente della realtà – delle Tesi su Feuerbach (anche se effettivamente le Tesi sono fondamentali per comprendere adeguatamente il tipo di materialismo di Marx ed Engels).
La filosofia tende spesso a presentarsi come critica del senso comune, ma in realtà raramente i filosofi sono andati contro lo spirito del loro tempo e specialmente quelli a cui si richiama Fusaro (come Hegel, Croce o Gentile che nei loro tempi furono ‘ideologia dominante’ e non certo “intellettuali antagonisti”).
Non così Marx (che infatti, nell’XI Tesi su Feuerbach invita la filosofia a smettere di essere la ‘nottola’ di Minerva che si limita ad interpretare il mondo, per impegnarsi piuttosto nella sua trasformazione). Marx è il primo grande pensatore (sarebbe davvero riduttivo definirlo semplicemente filosofo dato che il suo è un pensiero straordinariamente ricco e fecondo, capace di dare impulso alla crescita e persino alla nascita di interi settori delle scienze sociali) che ha inteso coniugare un’elaborazione teorica di altissimo livello con la partecipazione alla lotta rivoluzionaria per l’emancipazione politica e sociale.
Ed è questo che rende Marx il pensatore più osteggiato e deformato di tutti i tempi. Il fatto che Diego Fusaro se ne definisse allievo era un punto a suo favore. Il fatto che avesse pensato di andare a Casapound per farsi un po’ pubblicità (lo speculare intento di Casapound) dimostra quanto poco di realmente innovativo ci sia, evidentemente, nel suo modo di fare filosofia.
Fusaro dichiara a Libero (e al Corriere):

“Sapete qual è il bello? Eccolo: «Ho tenuto una conferenza ad Antiper qualche tempo fa», spiega Fusaro a Libero. «Una conferenza su Marx. Da loro ho detto le stesse cose che avrei detto a CasaPound. Però se lo dico da loro va bene, se lo dico a quelli di CasaPound no. In nome dell’antifascismo applicano con me un atteggiamento che non esito a definire fascista»” [11]

Ora, Fusaro chiama fascisti i marxisti, chiama stalinisti i ministri di Monti e la sua “giunta”. Casapound li fa passare per socratici dialoganti. Lui è l’unico antifascista giacché ogni altro antifascista che lo critica per andare a parlare con i fascisti diventa egli stesso fascista… Non ci si capisce più nulla; non sembra una descrizione un po’ futuristica? Ah, già, appunto…
Le cose stanno in modo molto semplice. Ad Antiper si fa lo sforzo di coniugare attraverso diversi strumenti (economia, filosofia, politica, letteratura…) la critica dell’esistente capitalistico con il pensiero di un altrove che possa essere ciò che l’esperienza del “fuori” è per il prigioniero liberato nell’allegoria della caverna di Platone. Ovvero, l’alternativa necessaria per leggere in modo adeguato il mondo in cui viviamo. Come ci insegna proprio Platone se non hai un altrove con cui confrontarla, non puoi conoscere davvero la realtà che vivi.
E non basta il confronto classico con il passato. Perché il confronto con il passato conduce a giustificare il presente o a pretendere – illusoriamente – di portare indietro le lancette della storia. Il confronto con il futuro inteso come qualcosa che ancora non è e potrebbe essere permette invece non solo di comprendere il presente e le sue linee di sviluppo, ma anche di progettare teleologicamente la propria direzione: di scegliersi, in un certo senso, il proprio destino senza rassegnarsi al fato, al disegno divino, al,a mercificazione capitalistica totale.
C’è dunque necessità di confrontarsi con il futuro. Ma come si costruisce il confronto con ciò che non esiste se non come prefigurazione?

“Ortodossia vorrebbe, dunque, che una posizione che si definisce come marxista dovesse rifiutare in blocco ogni caratterizzazione in senso “utopico” del progetto del comunismo. Se però, per utopico, intendiamo capace di prefigurare ciò che, pur non esistendo “in nessun luogo” del reale, esiste in un luogo del non ancora reale, in un luogo del futuro pensato come proiezione della dinamica del presente, allora i comunisti non possono rinunciare alla carica evocativa del discorso utopico perché, diversamente, finirebbero nella trappola hegeliana del considerare solo il reale come razionale e, per conseguenza, nell’accettare il presente (reale) come giusto (razionale) rinunciando alla critica di questo presente.” [12]

Fusaro [13], con la sua valorizzazione di Ernst Bloch e del suo discorso sull’utopia, la speranza, il ‘non ancora’… come spinte che agiscono nel presente, ci era sembrato interessante dal punto di vista della costruzione di questo altrove.

“D’altra parte Marx avrebbe concordato con Platone che non vi può essere aspirazione alla libertà se neppure si è consapevoli di essere prigionieri e che il disvelamento della falsa libertà – cioè la rivelazione della prigionia reale – non è qualcosa che si possa realizzare solo grazie ad un annuncio, sia pure di un ex compagno liberato, ma ha bisogno di un punto di vista esterno alla condizione di prigionia, quello che potremmo definire il pensiero del non ancora esistente.

“Ma l’aspetto epistemologicamente e politicamente attraente, perché ancora ambiguamente aperto, non consiste tanto nella conquista della luce e della verità di contro a un mondo di ombre e di illusioni, consiste nel passaggio, nell’attraversamento del confine tra l’ombra e la luce, tra l’illusione e la verità. La percezione del confine permette di guardare la caverna con altri occhi. Il suo attraversamento porta alla sua verità. Questa risiede nella consapevolezza che la caverna non è l’unico mondo esistente e nemmeno l’unico possibile. E poiché viviamo in un mondo dove le merci stanno diventando (o sono già diventate) le pareti di una caverna che si mostra come naturale ed eterna, avere quella consapevolezza è decisivo” [14]

Marx sa che il primo compito dell’ideologia è quello di occultare la condizione di dominio/dominazione, di presentare lo ‘status quo’ come esito naturale e non superabile della storia umana, di espungere dal novero anche solo delle possibilità qualsivoglia alternativa; sa, dunque, che il primo passo del percorso verso la libertà è sempre la capacità di pensare l’altrove, il non ancora esistente, appunto.” [15]

D’altra parte, ad Antiper consideriamo essenziale e insostituibile il contributo teorico marxista e ci definiamo antifascisti semplicemente perché il fascismo è stato un movimento politico e soprattutto una formazione economico-sociale anti-comunista, anti-marxista, anti-popolare, anti-operaia [16]… e perché nel corso di tutto il dopoguerra i fascisti hanno sistematicamente operato, assieme a quelli che i giornalisti chiamano “settori deviati dello Stato” (e che deviati non sono per niente) e alle cosiddette “forze dell’ordine” per produrre ipotesi di golpe, “strategia della tensione”, repressione nei posti di lavoro, provocazioni, infiltrazioni nel movimento operaio e comunista, ecc [17]… Era quella di Salò la bandiera che sventolava nella camerata di Nassirya. Cantavano “Faccetta nera” i carabinieri e poliziotti che massacravano a Genova.
A Diego Fusaro tutto questo non interessa, ma ad Antiper si. Ma perché vuol parlare con i fascisti veri e definisce fascisti noi solo perché gli abbiamo rivolto una critica? Sarebbe questo lo spirito socratico e dialogante?
Ad Antiper pensiamo che le idee del comunista Marx non abbiano nulla a che spartire con le idee dei fascisti, di qualsiasi millennio essi si dichiarino. E questo, ovviamente, lo riconosce anche Fusaro che si definisce antifascista (“Io sono antifascista”) e si considera agli antipodi da Casapound. Ma dichiararsi antifascista in un intervento e poi scagliarsi contro l’antifascismo in un altro non è semplice eclettismo: è seminare confusione ad arte oppure esprimere la confusione che si ha in testa.
Tra coloro che considerano Marx un punto di riferimento teorico indispensabile per pensare il “non ancora esistente” e per camminare sulla strada della trasformazione rivoluzionaria (verso la società dei “liberi ed uguali” di cui parla Diego Fusaro) non c’è nessuno che sia disposto a discutere con i nipotini di Hitler e Mussolini, di Mengele e di Goebbels, di Junio Valerio Borghese o di Pinochet o di Franco o di tutto il resto della troppo prolifica mala pianta. Saremo anche tutti poco socratici, a cominciare ovviamente dall’“associazione comunista toscana Antiper” (a proposito, dove hanno letto a Libero che Antiper è un’associazione “toscana”?), ma forse varrebbe la pena di farsi qualche domanda, di avere qualche dubbio, di sapere di non sapere! Magari gli “associati comunisti” che vengono dalla Toscana potrebbero parlare di una terra che ancora oggi ricorda, o almeno ricordano coloro che non sono affogati nell’oblio mercificato del capitale, le stragi del 1944 (a cominciare da quella di Sant’Anna di Stazzema, oltre 500 morti bruciati) eseguite da fascisti e nazisti, ovvero dagli antenati politici dei socratici di Casapound. E ricordano tutte quelle angherie e soprusi, grandi e piccoli, che i fascisti infliggevano a chi osava non chinare la testa; permetterà, il filosofo Diego Fusaro, che se ne tenga conto nella scelta di coloro con cui dialogare socraticamente o meno, oppure Primo Levi ha il dovere di dialogare con Mengele altrimenti non è socratico e democratico?
Fusaro scrive in un suo post un po’ scadente su Facebook

“Socrate mi ha, però, insegnato a dialogare con tutti. Vi immaginate Socrate che, in un ipotetico dialogo di Platone, così si rivolge al suo interlocutore: “con te non dialogo, sei fascista!”’?”
“Se si nega il dialogo, si torna al campo della violenza e delle bastonate. Io, personalmente, preferisco rimanere nel campo del dialogo. Ciascuno faccia la sua scelta.” [18]

Effettivamente, Socrate non avrebbe mai potuto dire “sei un fascista” ad un suo interlocutore; tuttavia, se nei dialoghi di Platone ci fosse stato il “Socrate del XXI secolo”, cioè Diego Fusaro, invece sì: e infatti lo ha dato a noi, di fascisti, solo perché abbiamo criticato la sua scelta di andare a Casapound. Noi non abbiamo mai detto che Fusaro è un fascista. Lo abbiamo criticato per aver avuto l’intenzione, lui che si definisce allievo di Marx (ma deve essere stato tanto malato e deve aver frequentato poco), di dialogare su Marx con una organizzazione fascista cioè con una organizzazione a cui non interessano di certo né Marx, né il comunismo, né la rivoluzione sociale, ecc… È stato invece lui a dire a noi “siete fascisti”. Bell’ipocrita. Ci critica di cose che noi non facciamo e che fa invece lui. Da certe parti si dice: aripijate.
E comunque Socrate, quando in gioventù aveva combattuto con l’esercito di Atene altro che bastonate avrà tirato. Avrà sbudellato qualche pancia, avrà mozzato qualche mano o qualche testa, avrà cavato un certo numero di occhi…
Ma ecco l’apoteosi

“Faccio per inciso notare ciò che in verità è già ampiamente noto: il dialogo con la destra è aperto da tempo. È merito di Massimo Cacciari averlo aperto, parecchi anni or sono. Dialogare con la destra, vuoi anche con quella più radicale, non significa certo “contagiarsi”: significa, al contrario, riportare il confronto dal piano delle bastonate di piazza a quello delle idee, dove socraticamente le idee giuste trionfano e confutano quelle false.” [19]

Dunque il modello a cui si ispira Diego Fusaro è quello di uno dei Grandi Professori dell’Università di Don Verzé e in particolare quello che faceva il sindaco della Margherita, stava nella destra del PD e appoggiava governi che massacravano a colpi di bombardamenti all’uranio impoverito gente innocente in Jugoslavia, in Iraq, in Afghanistan?
Uno che ha appoggiato persino gli stalinisti di Monti

“«Caro Monti la prego, si candidi. Lei da anni svolge incarichi importanti e con il suo governo ha segnato una forte discontinuità. Oggi che i partiti sono in stato confusionale, solo lei può battere l’astensione e attrarre gli incerti». Con queste parole, contenute in una “lettera aperta” al presidente del Consiglio che sarà pubblicata nel numero dell’Espresso domani in edicola, l’ex sindaco di Venezia Massimo Cacciari chiede a Mario Monti di candidarsi alla premiership.” [20]

Tra l’altro complimenti al Premio Nobel per la Politica, Massimo Cacciari, per il suo acume nell’aver colto la capacità che avrebbe avuto Mario Monti di attrarre gli incerti.
A Fusa’, ma sei fuso? (Gioco di parole infantile, ma inevitabile).
Diego Fusaro è evidentemente in stato confusionale e nel tentativo disperato di trovare un auctoritas a cui aggrapparsi sceglie il modello per eccellenza del Filosofo di Regime, del cane da salotto. Adesso si capisce cosa intende Fusaro per “conflitto”. Magari diventerà lui il novello Cacciari che prima di essere il poltronista saccente e onnipresente che è, fu idealistico apologeta dell’operaio massa assieme a Toni Negri. Dite a Fusaro di prendersi una vacanza perché sta andando completamente nel pallone e sta facendo rivoltare nella tomba persino il Costanzo Preve de Il bombardamento etico.
Il dialogo è certamente molto importante, ma quello tra Fusaro e Casapound non è un dialogo, e tanto meno un dialogo socratico. Il dialogo socratico c’è quando gli interlocutori sono disponibili a cambiare le proprie idee di fronte ad argomentazioni razionali. Socrate parla non perché gli chiedono astrattamente di parlare, ma perché attraverso il ragionamento cerca di indurre nel proprio interlocutore un cambiamento nel suo modo di vedere le cose (essendo egli stesso disponibile a cambiare il proprio). Ma Fusaro afferma: “Sono talmente sicuro delle mie ragioni che non ho paura di confrontarmi con chiunque”; di conseguenza, si dichiara già in partenza indisponibile ad accettare le argomentazioni di Casapound e dunque il dialogo socratico e razionale, che non è una chiacchierata al bar o a Casapound come forse lui pensa, ma il metodo – fallimentare – di Socrate per raggiungere un “punto di verità” condivisa tra gli interlocutori (dunque nel nostro caso dovrebbe prevedere lo spostamento di Casapound dal fascismo verso Fusaro, o di Fusaro verso Casapound oppure lo spostamento di entrambi e l’incontro a casa di Cacciari).
Quella dell’incontro a Casapound è solo una pagliacciata (e con Fusaro presente sarebbe stata una doppia pagliacciata), un ‘gioco delle parti’, in cui entrambi gli attori erano (e sono) interessati solo a farsi pubblicità a vicenda. E grazie anche a Belpietro e Ferruccio De Bortoli ce la possono fare.
Ma Diego Fusaro è anche un pupillo di Bompiani e del San Raffaele del “compianto” Don Verzé, un vero maestro di spiritualità. E alla fine, quando diventerà inservibile, perché non riuscirà più a confondere nessuno, anche la sua carriera accademica subirà una decisa battuta d’arresto. Gli utili idioti sono accademicamente ed economicamente ben retribuiti, è vero, e non importa quanto siano idioti, ma solo finché sono utili.
Scegliendo di dialogare con Casapound, Fusaro ha implicitamente – e a questo punto esplicitamente – deciso di non dialogare con gli antifascisti. Pardon, con i fascisti (secondo lui). Va bene, è una sua scelta e del resto in Italia ce ne sono molti che la condividono. Ma lui, l’enfant prodige del panorama filosofico-editoriale italiano – e ora è più chiaro perché – non faccia la vittima perché rischia di coprirsi di ridicolo.
E lasci perdere Socrate che è stato un grande filosofo. Lui per ora è solo uno studioso di filosofia perché ogni cosa che scrive l’ha presa da qualcun altro (tra l’altro ruminandola un po’ a modo suo) e dunque non ha ancora un pensiero originale, a meno che non emerga dal confronto socratico con intellettuali del calibro di Gianluca Iannone

“Iannone, quali sarebbero le cose buone?
È incontrovertibile che Mussolini è l’unico che ha fatto cose buone per l’Italia. Vogliamo parlare delle bonifiche, dello Stato sociale, dell’industria, dell’alfabetizzazione della nazione? E ancora: i diritti dei lavoratori, gli enti di assistenza per le famiglie, l’Inps, la riforma scolastica, la lotta alla mafia. Se proseguo l’elenco non finisce più, ma conosco il meccanismo: so che voi giornalisti chiamate per la polemica di giornata e non per raccontare la verità storica [21].

Davvero, la parola giusta è incontrovertibile. In effetti l’abolizione dei sindacati con gli accordi di Palazzo Vidoni del 1925 sono incontrovertibilmente da annoverare nella categoria “diritti dei lavoratori”. Però mancano i treni che arrivavano in orario quando c’era la buonanima e questa dimenticanza è grave, Iannone.

Mi perdoni, la verità storica sono le libertà soppresse, il delitto Matteotti…
Ancora con questa storia della libertà soppressa. Suvvia. Bombacci, fondatore del partito comunista, aveva finanziamenti e abbonati per il suo giornale che si chiamava La verità. I cosiddetti nemici venivano mandati al confino che era una vacanza, mica stavano ai lavori forzati, si vada a leggere le lettere in cui Nenni chiedeva soldi a Mussolini. E poi basta con Matteotti, il Duce disse che fu un fatto accidentale” [22].

Fu un fatto accidentale, suvvia. Mussolini voleva discutere socraticamente con Matteotti, ma lui non voleva sentire ragioni: anti-socratico e anche un po’ stronzo. E anti-socratici pure Spartaco Lavagnini, i fratelli Cervi e tutti i torturati dalla X Mas, i rastrellati e fucilati nelle stragi del ’44, gli imbarcati verso quegli altri bei luoghi di villeggiatura (di “vacanza” per usare la terminologia filosofica di Socrate-Iannone) che erano Auschwitz, Buchenwald, ecc.
Persino l’idea di incontrare Casapound non è poi così originale: Fausto Bertinotti ha dialogato con Casapound ben prima di Fusaro (ciò che gli ha pure portato sfiga. Dio c’è).
A parte che tutto questo bisogno di Casapound di dialogare con gente che si definisce comunista o addirittura marxista potrebbe essere materia di analisi (per la precisione, di psico-analisi) se non fosse già, più semplicemente, un modo efficacissimo per sputtanarli… ma la domanda è un’altra: che gusto c’è ad essere tanto dirompenti, tanto dinamici, tanto innovativi, tanto anti-politically correct… quanto Bertinotti?
Diego Fusaro ha deciso di non andare a Casapound. Se fosse stato il sintomo di una riflessione auto-critica sarebbe stata una novità da accogliere positivamente. In fondo, anche un Socrate può sbagliare. Viceversa, non andare a Casapound spiegando perché era giusto andare e vaneggiando su possibili “riot urbani” per la sua venuta è, per un verso, ridicolo e, per un altro verso, inaccettabile.
È ridicolo perché non può cercare di far credere di essersi davvero sentito minacciato da qualche frase telematica e tanto meno dalla lettera che gli era stata inviata prima della pubblicazione come invito ad un ripensamento da chi non aveva deciso di rompere istantaneamente il confronto, ma si era dichiarato disponibile a valutare in caso si autocritica.
Ed è inaccettabile perché lascia intendere che i compagni vogliano fargli del male e quindi aiuta lo stato a puntare il proprio riflettore su di loro (non a caso, Libero non ha perso l’occasione per parlare a vanvera di “anni di piombo”). E questo, caro Dottor Fusaro, è cento volte più grave che andare a Casapound.
Chiediamo pertanto a Diego Fusaro di ripensare il suo ripensamento: ci vada pure a Casapound e stiano tutti tranquilli. Abbiamo tanti problemi da affrontare, il primo dei quali non è certamente dove va Diego Fusaro, ma semmai dove andiamo noi.

Note

[1] http://www.liberoquotidiano.it/news/personaggi/1404163/Marxista-parla-con-CasaPound–I-compagni-lo-vogliono-linciare.html

[2] http://www.liberoquotidiano.it/news/personaggi/1404163/Marxista-parla-con-CasaPound–I-compagni-lo-vogliono-linciare.html

[3] Antiper, Lettera a Diego Fusaro sul suo incontro a Casapound
http://www.antiper.org/pensieri/43-lettera-fusaro-casapound.html

[4] Corriere della Sera, 14 febbraio 2014, pag. 29.

[5] http://www.antiper.org/idee/7-areaglobale-pietrasanta-28-settembre-2013-incontro-con-diego-fusaro-video

[6] http://www.antiper.org/pensieri/43-lettera-fusaro-casapound.html

[7] http://www.intelligonews.it/fusaro-filosofo-renzi-e-il-vuoto-che-avanza-siamo-al-dominio-dello-stalinismo-economico/

[8] http://www.filosofico.net/Antologia_file/AntologiaH/HUIZINGA_%20REGOLE%20E%20TRASGRESSIONI.htm

[9] Corriere della Sera, 14 febbraio 2014, pag. 29.

[10] Cfr Karl Marx – Friedrich Engels, Ideologia tedesca, soprattutto nella prima parte in cui è contenuta la critica alla sinistra hegeliana. Fusaro dovrebbe conoscerla dal momento che ha scritto un Saggio introduttivo di quasi 300 pagine per l’edizione Bompiani dell’IT.

[11] http://www.liberoquotidiano.it/news/personaggi/1404163/Marxista-parla-con-CasaPound–I-compagni-lo-vogliono-linciare.html

[12] Laboratorio Marxista, Bello e possibile, Riflessioni su comunismo e utopia, 2006

[13] Diego Fusaro, Filosofia e speranza. Ernst Bloch e Karl Löwith interpreti di Marx, Padova, Il Prato, 2005.

[14] Alfonso M. Iacono, Il desiderio e l’illusione. Karl Marx e la merce come feticcio, Conferenza presso la Fondazione Collegio San carlo di Modena
http://biblioteca.fondazionesancarlo.it/fondazione/Viewer?cmd=attivitadettaglio&id=3269

[15] Antiper, Diderot, Platone, Marx: tre caverne, febbraio 2014
http://www.antiper.org/archive/interventi/antiper-trecaverne.pdf

[16] http://www.antiper.org/autoproduzioni/44-antiper-essere-antifascisti.html

[17] http://www.antiper.org/autoproduzioni/45-antiper-tutto-impunito.html

[18] https://www.facebook.com/fusaro.diego/posts/10203330702694260

[19] https://www.facebook.com/fusaro.diego/posts/10203330702694260

[20] Monti-Bis, Cacciari rompe gli indugi: «Caro professore la prego, si candidi», Corriere della sera, 15 novembre 2012

[21] http://www.huffingtonpost.it/2013/01/28/elezioni-2013-berlusconi-iannone_n_2565685.html

[22] http://www.huffingtonpost.it/2013/01/28/elezioni-2013-berlusconi-iannone_n_2565685.html

 

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