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Un’analisi del voto, dalla Val Susa

A qual­che giorno di distanza dal voto del 25 mag­gio, è pos­si­bile ora — cono­scendo i nomi degli eletti — com­men­tare con una certa tran­quil­lità i risul­tati delle elezioni.

Come prima cosa credo che il com­mento sia uni­voco, fatta la tara per i trion­fa­li­smi che pure appa­ri­reb­bero giu­sti­fi­cati, dati i numeri e le per­sone elette: ha vinto la lega­lità, ha vinto il buon governo, hanno vinto i pro­grammi e le per­sone inte­gre, ha vinto il rifiuto del malaffare.

Ini­ziamo dal capo­luogo, dive la bat­ta­glia è stata dif­fi­cile e risi­cata, a causa di alcuni evi­denti fat­tori eso­geni. San­dro Plano ha vinto per pochis­simi voti, nono­stante fosse evi­dente il suo valore, la sua inte­grità, la netta dif­fe­renza con la pre­ce­dente ammi­ni­stra­zione di destra che aveva sven­duto il paese allo scon­cio del TAV, della sta­zione inter­na­zio­nale pro­getto falso con un archi­star pre­sta­nome e la pro­spet­tiva di commesse/spreco/tangenti milio­na­rie. Certo ha nuo­ciuto a Plano la sua appar­tenza al PD, del quale lui si ostina a rap­pre­sen­tare quell’aspetto di one­stà e puli­zia che era del vec­chio PCI e che ora è com­ple­ta­mente per­duto dall’attuale cosca dei Gre­ganti ed affini. Nono­stante i ripe­tuti ten­ta­tivi da parte dei val­vas­sori locali di cac­ciarlo dal par­tito, Plano ha resi­stito, rischiando che la sua tena­cia venisse male inter­pre­tata dalle per­sone one­ste. Noi che cono­sciamo Plano in prima per­sona, sap­piamo che porta l’appartenenza al PD come una croce. Sal­vi­fica per la sua ele­zione è arri­vata la dichia­ra­zione  di un satrapo regio­nale anch’egli appar­te­nente al PD, che ha pub­bli­ca­mente dichia­rato il suo appog­gio alla can­di­data della destra, cui lo legano evi­den­te­mente rico­no­scenze che vanno molto oltre le logi­che di par­tito. In pas­sato, parlo del PCI, bastava molto meno che l’appoggio a una lista di destra per decre­tare l’espulsione imme­diata. Ma si parla — ovvio — di altri tempi.
Altrove il suc­cesso è stato molto più netto e privo di dif­fi­coltà. Pren­dendo come rife­ri­mento le ele­zioni per i ben remu­ne­rati cadre­ghini euro­pei, come fu in pas­sato per Verdi, Rifon­da­zione oggi il voto è andato ai par­titi che incar­na­vano la decenza, cioè al M5s e alla lista Tsipras,che con ben tre can­di­dati val­su­sini, dava (nelle per­sone più che nella for­ma­zione) garan­zia notav.
A Bus­so­leno ad esem­pio l’m5s è il primo par­tito con il 36,91 % e l’Altra Europa ha l’11,83%. Ad Almese 33,27% e  7,36%; a Susa l’m5s ha il 34,60%. Exil­les e Venaus, rispet­ti­va­mente il 47% e il 49,4%. Il M5S ha otte­nuto per­cen­tuali tra il 30 e il 40per cento sin dai primi comuni alle porte della valle (come AlmeseVil­lar Dora eSant’Ambrogio di Susa), per­cen­tuali che sono aumen­tate man mano. Sul con­fine con la Fran­cia i voti sono cre­sciuti ulte­rior­mente: aExil­les ha otte­nuto il 47% e a Venaus addi­rit­tura il 49,7%.

Marco Sci­bona, sena­tore M5S e cam­pione in que­sti anni della resi­stenza al malaf­fare ha dichia­rato: “i risul­tati restano pres­so­ché iden­tici a quelli delle poli­ti­che – afferma – c’è un leg­gero calo, ma dob­biamo con­tare la pre­senza della lista Tsi­pras che gioca sugli stessi valori, in par­ti­co­lare la lotta al Tav. Ciò che fa spe­cie è il risul­tato del Pd”. Sci­bona spiega così la supe­rio­rità del demo­cra­tici a Gia­glione e Chio­monte: “Se i can­tieri sono stati aperti in una certa zona c’è un perché”.

La lista Tsi­pras ha potuto rag­giun­gere l’11,7% a Bus­so­leno, il 10,3% nella vicina Chia­nocco e il 9,3% a Condove.

Tor­nando ai risul­tati che con­tano, a Con­dove, come a Bus­so­leno, come ad Almese, come a Caprie, vin­cono liste che si rifanno net­ta­mente al rifiuto del malaf­fare rap­pre­sen­tato dal TAV ed i suoi irri­du­ci­bili innamorati.

Due resi­stenti della Valle, Fran­ce­sca Fre­diani e Ste­fa­nia Batzella, sie­de­ranno in Con­si­glio Regio­nale con il dott. Davide Bono ed alcuni altri, cir­con­dati però da una mag­gio­ranza di eletti nelle liste col­le­gate a San Paolo Banca Intesa.

A livello nazio­nale, nulla cam­bia. Gli ita­liani dopo un ven­ten­nio fasci­sta, un dop­pio ven­ten­nio demo­cri­stiano, un ven­ten­nio ber­lu­sco­niano, si accin­gono ora ad un altro ven­ten­nio: la demo­cra­zia nata dalla Resi­stenza era ina­datta ad un paese che è sostan­zial­mente fasci­sta nel dna. Atten­diamo, dopo Fer­ruc­cio Parri, il pros­simo Pre­si­dente del Consiglio.

da www.ilmanifesto.it

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